Era il 3 luglio del 2003: Roberta Zedda, giovane dottoressa originaria di Sanluri, veniva barbaramente assassinata durante il suo turno di Guardia Medica a Solarussa, Oristano. Aveva solo 33 anni.
Ieri sera, esattamente ventidue anni dopo, la piazza di fronte al Municipio è stata intitolata alla sua memoria, con una cerimonia alla quale ha partecipato anche il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli.
La morte di Roberta, ingiusta e dolorosa, ha infatti scosso profondamente la coscienza civile della comunità medica e locale, segnando un prima e un dopo e dando avvio a riflessioni nazionali sulla sicurezza degli operatori sanitari. E Solarussa non ha dimenticato: è stato un vero e proprio plebiscito quello con cui i cittadini, coinvolti in un sondaggio dall’amministrazione comunale, hanno indicato compatti il nome di Roberta Zedda come meritevole di essere inserito nella toponomastica comunale.
“Con l’assassinio di Roberta Zedda e, prima di lei, di Maria Monteduro – afferma Anelli – è iniziata una stagione drammatica, che è poi proseguita con le uccisioni di Paola Labriola, Eleonora Cantamessa, Barbara Capovani. È ora di chiudere questo periodo buio della nostra storia. Roberta, Maria, Paola, Eleonora, Barbara non devono essere morte invano. È tempo che si rafforzi un’attività legislativa, un’azione organizzativa delle strutture sanitarie e una rivoluzione culturale per dire, tutti insieme, un forte ‘no’ alla violenza”.
“Roberta Zedda – ricorda Antonio Sulis, Presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano – è stata brutalmente uccisa 22 anni fa nella sede della guardia medica di Solarussa mentre svolgeva il suo turno di lavoro. È importante tenerne viva la memoria e, per farlo la cittadina di Solarussa le ha dedicato una piazza. Noi colleghi la onoriamo in ogni nostro gesto della professione che Roberta amava e svolgeva con passione e dedizione, sino a sacrificare al suo ruolo di medico il bene più prezioso: la sua stessa vita. La presenza qui del Presidente Anelli rappresenta un forte segnale di attenzione da parte della Federazione Nazionale nei confronti di un evento che resta simbolo di quanto la professione medica possa essere esposta a rischi drammatici, in particolare nei servizi di emergenza e continuità assistenziale. Sotto la sua guida, la FNOMCeO ha promosso negli anni numerose iniziative contro la violenza verso i medici, con proposte concrete come l’attivazione di percorsi legali automatici nei casi di aggressione”.
Nel corso della cerimonia è stata presentata un’opera scultorea dedicata a Roberta Zedda, realizzata su progetto dell’architetto Roberto Virdis.
Ufficio Stampa FNOMCeO
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4 luglio 2025
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO