La complessa e lunga vicenda dell’Universita Portoghese Ferdinando Pessoa ha ricevuto il giudizio del Consiglio di Stato (doc. 04592/2012) ed è un giudizio pesante: "il Consiglio di Stato (Sezione Sesta) respinge l’appello", confermando le misure del TAR. Ciò significa che non viene dichiarata ammissibile l’attività sul suolo italiano dell’ateneo di Lisbona, esattamente come era stato sottolineato dalla CAO e degli "stati generali dell’Odontoiatria". Pochi minuti dopo la sentenza, abbiamo chiesto a Giuseppe Renzo un suo commento.
Presidente Renzo a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, ritiene di dover fare delle dichiarazioni di "vittoria" ?
No assolutamente, il percorso è ancora lungo , ed in ogni caso se si trattasse di una vittoria, sarebbe da condividere con tutti gli stati generali del comparto odontoiatrico, senza dimenticare il MIUR e gli studenti dei corsi di laurea delle università italiane.
Perché dice che il percorso è ancora lungo?
La questione "Pessoa" non può essere estrapolata da un contesto generale: si commetterebbe un gravissimo errore, forse il più grave. Il contesto generale ਠquello denunciato dalla CAO anche al tavolo della programmazione per gli accessi ai corsi di laurea – là dove si definiscono i numeri di studenti da conferire alle vie di formazione – al tavolo ministeriale per l’odontoiatria che il ministro della salute Balduzzi ha da poco istituito.
Quindi cosa propone il presidente della CAO Nazionale?
Si deve parlare con cognizione di causa di programmazione all’accesso alla professione – 59.000 circa esercenti con una pletora sempre più mortificante le aspettative proprio dei giovani e non soltanto. Si deve, finalmente ci si convincerà tutti, dare forza all’ iniziativa intrapresa dalla CAO-FNOMCeO già nel 2010* ; iniziativa che è riuscita a spostare l’argomento "programmazione e qualità della formazione pre e post laurea " in ambito europeo coinvolgendo le massime autorità. Si devono istituire esami abilitanti, uguali e con uguale verificabilità e certezza di qualità, su tutto il territorio europeo e per tutti i laureati nelle diverse università insistenti nella comunità europea. Uniformare i percorsi formativi nei tempi e nelle regole evitando la eicaduta in logiche di protezione di figli e figliastri senza effettiva qualità e preparazione.
Mentre il Consiglio di Stato potrebbe aver messo la parola fine al "caso-Pessoa", Cosa ha fatto nel frattempo la CAO?
La CAO ha iniziato un percorso a tutela della salute generale, compito che spetta in primo luogo all’istituzione ordinistica, organismo terzo in quanto ente ausiliario (presto sussidiario) dell’amministrazione pubblica. Compito complesso, troppo spesso richiamato a sproposito da chi ha altri compiti e, anche, legittimi interessi corporativi, che si sta articolando in più fasi, per ultimo collaborando con i docenti dei corsi di laurea nell’istituzione di insegnamenti di materie come la deontologia e l’etica comportamentale per disinnescare il contenzioso. La CAO sta sviluppando un progetto di riforma del sistema di assistenza odontoiatrica, anticipato al segretario generale del Quirinale che parte dalla riforma degli esami di abilitazione, del regime autorizzativo e dalla lotta all’abusivismo e proprio su questo proprio in questi giorni tutti i componenti della CAO Nazionale si incontreranno con il capo gabinetto del Ministro Balduzzi. In merito alla riforma degli ordinamenti professionali, ivi compresa la riforma dell’art. 348 c.p., la CAO ha richiesto un incontro urgente a tutti i capi gruppo dei partiti costituiti in gruppo al Senato della Repubblica, per richiedere l’approvazione definitiva della riforma già approvata all’altro ramo del parlamento. Questi sono i compiti di un’istituzione ordinistica proiettata nel futuro a cui viene universalmente riconosciuta autorevolezza e che non lascerà che si crei confusione di ruoli perché a decremento della chiarezza e a discapito dell’anello debole della catena: "la persona".
Autore: Redazione FNOMCeO