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“Valori etici della professione medica”: report dell’incontro di Reggio Emilia

Si è svolto a Reggio Emilia il 15 febbraio 2014 un incontro sui “Valori etici della professione medica” in occasione del Premio per l’etica e la deontologia, istituito nel 2003 dal locale OMCeO, in nome e memoria del professor Augusto Mosti, per tramandare l’esempio di una singolare interpretazione della professione medica ed odontoiatra.

Augusto Mosti è stato figura di riferimento, come pneumologo di grande competenza professionale e organizzativa, per l’intera provincia di Reggio Emilia, guida deontologica e comportamentale per un’intera generazione di medici reggiani con la lunga presenza, con responsabilità crescenti, nel consiglio dell’Ordine fino ad esserne presidente, per nove anni, dal 1978 al 1987.

"Abbiamo scelto per gli anni 2013-2014 – dice Sara Pergolizzi, coordinatrice della Commissione per l’etica professionale dell’OMCeO di Reggio – di premiare i colleghi che si sono dedicati a "curare gli ultimi". Vogliamo in questa giornata essere con questi colleghi che prendono per mano coloro che la società ha messo ai margini, che non hanno forze e capacità per recuperare. Nel momento in cui grandi difficoltà sociali, economiche e politiche mettono a nudo nuovi e più gravi bisogni delle persone, si avverte che "salute" è sempre più definizione complessa e "cura" è obiettivo sempre più difficile”.

La giornata, in cui è stato assegnato il premio a 30 colleghi di Reggio Emilia che silenziosamente aiutano e curano gli ultimi, a livello locale e all’estero, è stata occasione di un incontro formativo sui temi dell’etica, bioetica e deontologia. Molti sono stati gli aspetti del curare affrontati, come si può vedere nel programma allegato.

Maria Brini ha presentato l’evoluzione del concetto di cura nella storia, Luisa Vastano ha mostrato come si possano cambiare riferimenti culturali e organizzativi, anche trasmettendo informazioni ai pazienti, per renderli maggiormente capaci di prendere decisioni ed essere attivi nel progetto terapeutico. Pietro Ragni ha presentato un approfondimento sul cammino verso l’autonomia: "Il valore dell’autonomia costituisce una scoperta peculiare della modernità. Nel medioevo l’individualità era soffocata nelle maglie delle varie solidarietà collettive, mentre nella modernità essa ha iniziato a rivendicare per sé uno spazio "privato". Vi è una fondamentale differenza nel significato della parola autonomia: nella cultura anglo americana l’autonomia è il diritto inalienabile di disporre liberamente di sé, nelle cultura greco-latine e tedesche l’autonomia indica il frutto fragile e individuale della consapevolezza del divenire se stessi in una relazione di reciprocità con gli altri”.

La presidente Ipasvi Orienna Malvoni ha ricordato come, fra etica e pratica, la figura dell’infermiere sia d’accompagnamento e sostegno essenziale per il malato. Annarita Frullini ha sottolineato quanto il binomio arte/medicina, una volta utile per lo studio del corpo, possa ancora oggi essere occasione per conservare la capacità clinica di osservare, ascoltare e correlare. La semeiotica sarà allora procedura per ordinare segni obiettivi e sintomi, all’interno della storia del paziente e la diagnosi, più che identificazione di malattia, potrà essere valutazione complessiva delle risorse della persona.

Fausto Nicolini, Direttore Generale Ausl di Reggio Emilia nel suo intervento (anche questo in allegato), partendo da premesse sulle parole chiave come comunità, ha ripercorso le influenze del pensiero filosofico, sociologico e politico sulle politiche di sanità e come i determinanti socioeconomici di salute si intreccino con parametri come universalità ed equità e pianificazione/allocazione delle risorse. Ha concluso ricordando come sia nel triangolo ippocratico – malato, malattia, medico – sia nel triangolo della medicina sociale – salute, sanità, sicurezza – le decisioni debbano essere assunte con processo umano e non solo politico.

L’incontro è terminato con le parole del presidente Salvatore De Franco, circondato dai medici premiati, che ha ribadito come sia possibile tendere alla salute come “capacità di amare e lavorare” e come gli Ordini possano, in questo percorso, riscoprire una loro nuova e diversa dimensione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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