Già la sera prima si era cominciato a capire che nella riunione di giovedì 27 maggio si sarebbe andati verso la conferma di Vasco Errani, Presidente dell’Emilia Romagna, al vertice della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. E la conferma è poi arrivata dall’assise dei Presidenti nella sede di via Parigi a Roma. E’ bastata un’ora di riunione per eleggere Errani all’unanimità. E’ stato confermato vicepresidente dell’organismo il governatore del Molise Michele Iorio (Pdl). Nel nuovo Ufficio di Presidenza della Conferenza entreranno a far parte le Regioni Lombardia, Molise, Basilicata, Calabria e di diritto parteciperà alle riunioni il coordinatore delle Regioni a Statuto speciale Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna.
La sera precedente, dopo un incontro a Palazzo Grazioli con il premier, Silvio Berlusconi, i governatori di centrodestra avevano deciso di proporre a Vasco Errani, di continuare a guidare la Conferenza delle Regioni. Errani l’ha guidata nei cinque anni precedenti, confrontandosi, e a volte scontrandosi, con Governi di centrosinistra e di centrodestra. Ma, in questa altalena di confronti-scontri, gli è stato sempre riconosciuto un impeccabile profilo istituzionale. Come dire, fermezza e correttezza: con i Governi si può andare d’accordo o ci si può scontrare, indipendentemente dal segno politico della maggioranza che li sostiene. E così, nelle diverse fasi degli anni scorsi, su temi a volte duri, stridenti, come il fronteggiare la crisi economica, come il riequilibrio dei conti in sanità, come la vicenda del rientro dal deficit delle Regioni splafonanti, come la copertura del welfare e dei servizi sociali ai cittadini, Errani nei cinque anni precedenti ha tenuto la barra dritta: consapevolezza delle difficoltà economiche e finanziarie del Paese, ma al tempo stesso occhio attento alla tenuta sociale del sistema delle Regioni e il particolare del Servizio sanitario nazionale.
Insomma, una conferma che fa ben pensare su come si porrà la Conferenza dei Presidenti rispetto non solo alle scelte del Governo, ma soprattutto rispetto alle nuove problematiche che il sistema-Paese dovrà affrontare di fronte a una crisi economica globale che vede il nostro Paese esposto a rischi notevoli, al punto che la manovra di 24 miliardi di questi giorni, da qualsiasi parte la si valuti, non si può certo dire che fosse evitabile.
E infatti, un giorno prima della conferma, Errani, commentando a caldo la manovra del Governo, assumeva una posizione di grande equilibrio: “Mi auguro che il governo sia disponibile a cercare un punto di sostenibilità. Abbiamo dimostrato in questi anni – ha sottolineato Errani – di essere pronti a fare la nostra parte. Occorrono politiche attive per dare risposte ai problemi del paese. La responsabilità che ciascun livello di governo sia equilibrata: oggi non mi pare sia così”. Errani ha poi spiegato che “di ticket non si è parlato. Il Patto per la Salute prevede per il 2011 la cifra equivalente al ticket debba essere coperta dal governo, altrimenti torneremmo a discutere nuovamente del Patto della Salute”.
L’unanimità con cui il consesso ha confermato Errani si è confermata anche nelle prime dichiarazioni ‘a caldo’ dei Presidenti. Significativa quella di Luca Zaia, Presidente del Veneto: “Una maggioranza di centrodestra sceglie un presidente di centrosinistra. E’ la prima volta che accade nella storia di questo consesso che la maggioranza politica dell’assemblea delle Regioni scelga un presidente che rappresenta la minoranza politica. Qui ovviamente siamo tutti della stessa squadra, non ci sono casacche”. Zaia ha chiarito che Errani è stato scelto perché ha sempre avuto un ruolo super partes e che la sua conferma è “l’occasione per dare un segnale di tranquillità e distensione in questo Paese dei grandi dibattiti tra destra e sinistra”.
Dello stesso tono la dichiarazione di Lorenzo Dellai: “Esprimo grande soddisfazione perché questa riconferma all’unanimità è un segno di una grande serietà da parte delle Regioni e delle Province autonome, in un momento delicatissimo per la vita del nostro Paese. Inoltre – ha concluso Dellai – un segnale di autonomia e
d’indipendenza della Conferenza delle Regioni rispetto agli stessi schieramenti politici e allo stesso tempo è un segnale di collaborazione istituzionale, offerto anche come esempio a tutta la rete istituzionale del Paese”.
Renzo Tondo, Presidente del Friuli Venezia Giulia, candidato in pectore per il centrodestra a succedere a Errani, ha espresso così la propria soddisfazione: “come centrodestra abbiamo fatto un atto di buona volontà che è stato apprezzato”. Tondo si è detto anche soddisfatto del plauso avuto dal Presidente Silvio Berlusconi, che “se non si fosse trovata ‘la quadra’ avrebbe fatto il mio nome quale possibile presidente. Avevo dato la mia disponibilità – ha concluso Tondo – ma sono molto contento che le cose siano andate come sono andate”.
Ma Roberto Formigoni, Presidente della Lombardia, svela anche la strategia che c’è dietro questa scelta: “Conta poco, ma l’idea è nata da me, l’ho proposto io. Ne parlai tempo fa, ad inizio aprile, con Berlusconi e con Bossi e poi anche con Errani. Con Errani ho parlato anche ieri a tarda sera. E’ un’operazione che viene da lontano e che era giusto condurre con riservatezza”. Si tratta di una decisione di “grande valore istituzionale”. A chi gli fa notare che il primo a uscire pubblicamente con il nome di Errani sia stato il leghista Roberto Calderoli, Formigoni risponde: “Calderoli si è lasciato scappare qualcosa che non era nei patti che scappasse. Comunque non ha importanza, l’importante era condurre in porto l’operazione”. Quale è stato l’atteggiamento di Berlusconi? “Positivo tanto che ha fatto sua la proposta che avevamo condiviso già da almeno una settimana”. Infine Formigoni ricorda che “il centrodestra ha la maggioranza e qualcuno ha indicato anche il mio nome”.
Nato a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna nel 1955, Vasco Errani è stato eletto nel Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna nel 1995. Dal ’97 al ’99 è assessore al Turismo. Nel ’99 diventa Presidente della Regione, poi confermato con la prima elezione diretta del 2000, successivamente confermato nel 2005 e alle ultime elezioni del 28-29 marzo 2010.
I cinque anni che ha davanti come Presidente della Conferenza li vede così: “E’ una conferma importante che nasce da una scelta chiara, una scelta istituzionale decisa dai presidenti delle Regioni”. Per Errani, la Conferenza “ha il ruolo fondamentale di assicurare la piena autonomia e le prerogative delle Regioni, in un confronto ispirato alla leale collaborazione con gli altri organi istituzionali. Mi appresto ad iniziare un nuovo mandato: il mio modo di fare il presidente è chiaro e non cambierà e sarà ispirato alla massima collaborazione e massima fermezza” in vista di due “passaggi molto impegnativi come la manovra e il federalismo fiscale”.
Auguri di buon lavoro.
Autore: Redazione FNOMCeO