“Siamo donne medico o medici donne?”. È la domanda posta da Annarita Frullini, coordinatrice dell’Osservatorio FNOMCeO della Professione Medica-Odontoiatrica Femminile, durante la tavola rotonda sul tema "Quali iniziative comuni possibili per promuovere una maggiore rappresentanza femminile all’interno degli Ordini e delle Istituzioni?", tenutasi a Venezia nei giorni scorsi.
Frullini che così ha proseguito il suo intevento: “Vorrei ci sentissimo medici donna perché molti sono gli argomenti che ci coinvolgono: la responsabilità medica, la sostenibilità del sistema sanitario, la precarietà lavorativa e la necessità di mantenere livelli di qualità nella professione. Vorrei come Osservatorio affrontare argomenti trasversali della professione a partire da uno sguardo di genere, perché abbiamo bisogno di politiche complessive rivolte agli uomini e alle donne e vogliamo, nei cambiamenti in atto, portare la nostra visione. Nella campagna elettorale del 2008 avevamo scritto ai candidati premier dicendo "Siamo tante, impegnate e vogliamo contare di più". Oggi potremmo dire ai responsabili politici:- Dovete consentire che i cittadini possano riuscire a coltivare al meglio se stessi, sviluppando interessi personali e professionali, perché tutti ma soprattutto i medici, uomini e donne, possano svolgere il loro ruolo, curare e prendersi cura, con presenza e dedizione.- Dobbiamo, nel promuovere azioni per un equilibrio di genere all’interno dell’istituzione ordinistica, ben valutare contesti e priorità”.
L’incontro in laguna è stato fortemente voluto dalla Commissione Pari Opportunità e dal presidente dell’OMCeO di Venezia, Maurizio Scassola, che – aprendo l’incontro – ha detto: "L’Ordine di Venezia mette responsabilità ed entusiasmo a disposizione della professione. Riteniamo come Ordine essenziale valorizzare l’apporto della cultura di genere femminile che è accoglienza e attenzione, sensibilità e capacita d’ascolto. Da molto tempo ci proponiamo come un laboratorio di piccole e grandi provocazioni anche verso ruoli istituzionali che possono, nell’istituzione stessa, essere ingessati".
"Abbiamo voluto ritrovarci qui, senza sovrapposizioni ed equivoci, per fermarci e respirare, ragionare e porsi alcune domande fondamentali, con la consapevolezza dei percorsi fatti e nell’autonomia dei rispettivi ruoli, volendo provocare una riflessione nella categoria medica e anche proporre una rivisitazione organizzativa che superi il livello delle analisi e metta in campo strumenti per essere produttivi verso obiettivi prioritari. Crediamo che il compito degli osservatori nazionali sia quello di creare progetti ma anche quello di ascoltare le realtà provinciali e portare la sintesi delle strategie nei luoghi istituzionali”.
Caterina Boscolo, segretario dell’Ordine e coordinatrice della Commissione Pari Opportunità, ha continuato: "Abbiamo voluto questo incontro per portare la nostra voce a livello nazionale. Poiché non si è avuto un incremento della presenza delle donne nei consigli degli ordini vogliamo capire se quanto fatto sia finito in mezzo alla polvere in qualche cassetto. In questo caso vogliamo togliere polvere dai cassetti, essere operative, non produrre solo idee ma arrivare a raggiungere obiettivi. Come CPO dell’Ordine siamo molto attive, abbiamo realizzato un Documento di Accoglienza che accompagna il medico dal momento in cui s’iscrive fin quando va in pensione e vogliamo lasciare una eredità di valore".
Manuela Piai, membro della CPO, ha ricordato come intorno alla tavola rotonda sia stata proposta un’importante partecipazione, con la presenza della rappresentanza di 17 Ordini da tutta Italia.
Nel presentare il lavoro svolto dall’Osservatorio su questo tema, Annarita Frullini ha così proseguito: “Dovremo capire quanti nella base siano disponibili a sostenere e diffondere questa richiesta di una maggiore rappresentanza femminile. I giovani medici, più interessati alla lunghezza del parcheggio formativo e all’incertezza del lavoro, sembrano non avere questo tema fra le loro priorità. Perché vi sia una maggiore presenza femminile nella professione è necessario creare modelli di coinvolgimento che aumentino il senso di appartenenza verso l’istituzione ordinistica e diffondano una cultura di genere. Vi è un lungo percorso in Federazione, dal 1995 ad oggi, non sempre rintracciabile e spesso misconosciuto anche quando pubblicato in evidenza".
"Il Comitato Centrale e il presidente Amedeo Bianco – ha detto ancora Frullini –, che hanno voluto sia l’Osservatorio per la professione al femminile sia la presenza di colleghe, anche non inserite nei Consigli provinciali degli Ordini, nei gruppi di lavoro nazionali della Federazione, sono consapevoli che il crescente numero di donne nel mondo medico porterà a una rivisitazione dell’intera organizzazione del lavoro e ad una adeguata presenza della donne nei consigli OMCeO. Come Osservatorio abbiamo già chiesto alla Federazione, di essere attivamente coinvolte nella riformulazione del D.Lgs CPS 233/46 e nella scrittura dei regolamenti attuativi alla ripresa dei lavori parlamentari. E lo faremo in rete con le rappresentanti di tutti gli Ordini provinciali: tale rete esiste dal 2008 e dovrà essere rafforzata".
"Sono avvenuti cambiamenti culturali e legislativi (legge 120/2011 e legge 215/2012). Anche nelle elezioni politiche in corso è fortemente presente il tema dell’equilibrio di genere. Tutti gli schieramenti dichiarano fondamentale utilizzare il valore aggiunto delle donne per la crescita del paese ma, analizzando la presenza femminile nelle posizioni di eleggibilità, è ormai evidente che solo alcuni partiti hanno applicato norme sulla rappresentanza femminile. Sono quei partiti che, introducendo le primarie per la scelta dei candidati, hanno inserito la facoltà di usare la doppia preferenza di genere. Sono state, infatti, scelte dal territorio il 44% di donne e il 26% nominate dai vertici: globalmente quei partiti eleggeranno fra il 40e il 46 % di donne. Purtroppo negli altri schieramenti in posizione considerate eleggibili, a fatica si raggiunge il 20% di donne, in alcuni casi le donne eleggibili sono intorno al 10%".
"Dovremo per le riformulazioni di leggi e regolamenti proporre indicazioni di massima che rispettino l’equilibrio dei generi e garantiscano il sesso sottorappresentato poiché sappiamo che diciture e formule indicate rigidamente non rimangano inalterate nei vari passaggi dell’iter legislativo. Certamente siamo memori dei numerosi cambiamenti che si sono verificati durante il percorso per l’approvazione della recente legge sulla responsabilità professionale”.
Frullini ha, quindi, concluso ricordando la necessità che vi sia in ogni Ordine un gruppo di lavoro e di approfondimento (osservatori, laboratori), che diano ai medici donna maggiore consapevolezza di genere e che creino le basi per una maggiore presenza di donne nei luoghi dove vengono prese le decisioni, auspicando che, così come avvenuto in Federazione dal 2007, si vada oltre il nome Commissione Pari Opportunità storicamente datato e sostituito nelle organizzazioni da altre istituzioni come i CUG.
In chiusura, la parola è tornata a Caterina Boscolo: "Questa giornata, vivace e partecipata, come sempre quando le donne, con la loro vitalità e il loro entusiasmo, s’incontrano, ha il merito di aver messo in cantiere possibili altre proposte, teoriche e pratiche, per una maggiore rappresentanza femminile che non lasceremo cadere nel vuoto".
Autore: Redazione FNOMCeO