Web e comunicazione: presupposti e attori della fase matura

A pochi giorni dal convegno di Padova su tecnologie digitali e medicina, il CENSIS ha presentato i dati del rapporto UCSI 2012 sulla comunicazione e come accade ormai da anni ha fotografato l’inevitabile e inarrestabile penetrazione dei media digitali anche nel nostro Paese.

Sempre più invasivi (ormai il 62,1% degli italiani accede abitualmente a Internet), sempre più "sostitutivi" (i quotidiani perdono lettori, mentre i quotidiani on-line ne guadagnano in misura pressoché identica), sempre più portabili e mobili (cresce del 10% l’utenza degli smartphone), sempre più "sociali", con Facebook che coinvolge il 41,3% degli italiani iscritti alla celebre comunita’ on-line: questi sono i dati della fotografia dell’Italia digitale, proprio negli stessi giorni in cui il inverno Monti ha presentato al Paese la sua Agenda Digitale, intesa come insieme di attivita’ strategiche all’interno del piano complessivo di sviluppo italiano.

I temi approfonditi nel convegno Cybermedicine ci sono tutti all’interno della disamina non solo quantitativa proposta da Giuseppe De Rita e Katy Vaccaro: predominio della comunicazione digitale come nuova forma di approvvigionamento delle informazioni, penetrazione nelle fasce giovani di pubblico e fruitori, percezione (non sempre suffragata da fatti) di autorevolezza, necessita di adeguamento complessivo da parte dei produttori di contenuti e di sempre maggiore integrazione crossmediale tra il principe dei vecchi media (la televisione) e i nuovi media. Sono passaggi obbligatori per affrontare in modo "adulto" i temi digitali, che ormai dopo circa 20 anni di vita erano nella loro fase matura.

Cercando di importare cifre e ragionamenti del CENSIS all’ampio segmento dell’informazione in sanita, si può sottolineare che la necessita’ di una presenza qualificata dell’informazione medica diventa sempre più impellente. Ovviamente mondo medico e mondo giornalistico sono chiamati a collaborare nel presente e nell’immediato futuro in modo sempre più preciso, ma i medici sono forse interpellati a "dare in proprio". In un mondo nel quale – come spesso ricorda il sociologo della comunicazione più in voga, Manuel Castells nei suoi Galassia
Internet
e Comunicazione e potere – detentore del contenuto, detentore del mezzo, detentore dei bisogni e detentore degli interessi sono ormai spesso racchiusi nello stesso soggetto, forse lo stesso mondo dei medici, non importa se di medicina generale, ospedalieri o specialisti, dovrebbe divenire esso stessa protagonista di comunicazione autorevole diffusa e virale. Dovrebbe cioè forse diventare produttore di contenuti affidabili sui vari media digitali più cliccati, Wikipedia in primis. Sarebbe un bel modo di entrare nel tempo della comunicazione digitale "adulta".

Autore: Redazione FNOMCeO

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