Workshop “Clima, ambiente e salute”: i temi della giornata visti al femminile

Il 4 settembre scorso l’Ordine dei Medici di Firenze e ISDE Italia, con il supporto organizzativo della Scuola Ambiente e Salute – SIASS e con il patrocinio della FNOMCeO, hanno dato vita al workshop nazionale "Clima, Ambiente e Salute".

Temi di grande interesse che affrontiamo con una ottica di genere chiedendo alla dottoressa Carla Zamboni, medico del lavoro Usl di Firenze, responsabile e curatrice dell’evento per l’Ordine di Firenze, di chiarirci sui fattori di rischio e  di prevenzione di origine ambientale: "I fattori di rischio ambientale (chimici, fisici, biologici ed anche
legati a organizzazioni e relazioni umane) vengono descritti da molti
anni, riferiti ad ambienti specifici (lavoro, indoor, outdoor..) o su
scala globale. Più recentemente, pur tenendo sempre alta l’ attenzione
sui nuovi rischi, ci cerca di quantificare,
pesare, rischi ed effetti
sulla salute. Solo in questo modo, infatti, si può ipotizzare di
ponderare l’ efficacia degli interventi preventivi proposti e puntare,
su larga scala, al riconoscimento di obiettivi condivisi. Sottolineo – conclude la Zamboni –
come fra gli effetti sulla salute si debbano sempre tenere presenti
differenze e specificità (genere, età, etnie…), perché solo a queste
condizioni si possono ipotizzare piani di salute che veramente tutelino
la maggior parte della popolazione"
.

Danila Scala, epidemiologa ambientale ARPAT, a Firenze ha presentato il volume "Prevenire le malattie attraverso un ambiente più salubre", realizzato dall’OMS e tradotto in italiano da ARPAT e ISDE. "Lo studio – spiega la Scala – indica che il peso dei
fattori ambientali sulla salute varia nelle diverse parti del mondo e
nei diversi gruppi sociali, al pari di altri determinanti di salute. Benchè
non si abbiano grandi differenze fra uomini e donne nei tassi
complessivi di malattie correlate all’ambiente, le donne sono
svantaggiate sotto molti aspetti, fra cui l’istruzione e il lavoro,
perché le donne e i bambini, direttamente colpiti dalle carenze
igieniche e alimentari, dalle cattive condizioni delle abitazioni e del
lavoro sono fra i soggetti più vulnerabili. Nelle età 0-14 anni le
malattie attribuibili ai fattori ambientali, sono numerose e hanno un
impatto diverso nella popolazione generale e nei bambini. Molto si può fare, migliorando gli ambienti di vita e di lavoro"
.
(in allegato la presentazione del volume che è scaricabile all’indirizzo http://www.arpat.toscana.it/pubblicazioni)

Ma cosa avviene in Italia, anche qui la salute dei bambini e delle donne è legata all’ambiente? Ce ne parla il dottor Giuseppe Miserotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Piacenza: "Le patologie ambientali, in particolare per quanto riguarda la particolare sensibilità individuale, sembrano prevalere nel sesso femminile. Diversi studi evidenziano una maggiore sensibilità dlle donne ai diversi inquinanti. Lo studio di Coriano sugli inceneritori, ad esempio, evidenzia un differenziale di prevalenza di patologia tumorale al femminile. La sensibilità agli endocrine disruptors, cioè agli interferenti endocrini (diossine, IPA, furani, Policlorobifenili ) pare essere più accentuata nelle donne .Forse per un problema di maggiore sensibilità o di numero dei recettori di coniugazione con tali sostanze. Ma l’ambiente si conferma un importantissimo determinante di salute anche nei bambini e, ancora prima nel feto tramite il passaggio nel cordone ombelicale di numerose sotanze tossiche. La cosa avrà effetti nefasti per il futuro del bambino fino ad una vera e propria influenza sull’epigenoma nelle successive generazioni. E’ questo l’orientamento di molti studi un po’ in tutto il mondo. Ricordo a tal proposito gli studi della John Hopkins School of Public Health di Baltimora, che in un editoriale di qualche anno fa parlava di pandemia silenziosa nell’età pediatrica. Del resto i dati AIRTUM (Associazione italiana Registri Tumori) pubblicati nel 2008, sull’incidenza dei nuovi casi cancro in età pediatrica, evidenzia come nel nostro Paese vi sia un aumento di tumori tra 0 e 18 anni del 2 % all’anno (contro l’1,1% degli altri Paesi occidentali e lo 0,6% degli Stati Uniti). Nella fascia d’età fino a un anno l’aumento è addirittura del 3,2% all’anno. Come ovvio, difficile attriuibre dati così allarmanti, ad un qualche particolare pernicioso stile di vita a queste età. Diventa invece assai suggestiva l’ipotesi che sia l’ambiente il più importante determinante di malattia".
Per approfondire: http://www.registri-tumori.it/cms/

Autore: Redazione FNOMCeO

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