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Zucchelli: ONAOSI, tra sussidiarietà e nuova strategia

Ha preso la guida dell’Onaosi da meno di un mese dopo che la sua lista, Per una nuova Onaosi, si è affermata nella competizione elettorale per guidare la Fondazione. Ora Serafino Zucchelli, ha il compito di portare l’Onaosi in un futuro tutto da disegnare. Medico bolognese, Zucchelli è stato alla guida dell’Anaao e sottosegretario alla Salute durante il governo Prodi, al fianco del ministro Livia Turco.

Presidente, ci vuole esprimere il suo stato d’animo nell’assumere questo incarico?
Onestamente direi che ho assunto questa carica con lo stesso spirito con cui ho fatto il medico, il sottosegretrario e ho guidato un sindacato: con il desiderio di essere utile alla società civile e professionale. Una volta curavo i malati, poi i diritti, ora si tratta di servire la categoria da un’altra angolazione. E lo faccio in un momento delicato, in cui il welfare tende ad essere ristretto, in cui si registra un impoverimento anche valoriale delle categorie professionali. Lavorare per l’Onaosi oggi significa esprimere al meglio il tanto decantato valore della sussidiarietà, visto che è un ente che senza chiedere soldi allo stato, offre servizi importanti ai suoi iscritti.

Come ha trovato l’Onaosi al suo insediamento?
Conoscendo da oltre trent’anni il presidente che mi ha preceduto, Aristide Paci, il suo rigore e la sua precisione, ho trovato quello che mi aspettavo: una struttura ordinata e sana, una gestione del capitale ottima, senza consulenti o società di gestione esterne, con grandi competenze interne che han fatto si che il capitale fosse ben utilizzato. Se siamo immuni da certe bufere il merito va a chi ha operato in questi anni.

Ma la sua lista portava il titolo "Per una nuova Onaosi". Quale è lo spirito di "novità" per cui lei e gli altri consiglieri vi volete impegnare?
La “novità” sta nel fatto che i tempi si evolvono. Nel 2007 la Fondazione è stata salvata in una bella battaglia politica e certe forze sindacali che erano unite in quei giorni, si sono ritrovate unite anche ora, in una vittoria elettorale che ci ha fruttato un 62% di consensi. La novità, quindi, nasce proprio nel 2007, con un patto di modernizzazione.

Quali sono gli elementi strategici su cui lei da subito si è impegnato?
Sono tre, e sono quelli condivisi da tutta la compagine che è stata votata a grande maggioranza: trasparenza e democrazia maggiore, perché i tempi di oggi lo esigono; modernizzazione dell’ente attraverso l’attivazione di un organo di indirizzo e di un organo di gestione; estensione delle prestazioni Onaosi alle parti fragili della popolazione, toccate dalla non-autosufficienza.

In questo periodo gli enti della professione medica sono spesso sotto attacco mediatico. Come giudica questa atmosfera "tesa"?
Quel che sta accadendo risente del clima generale di rissa e di aggressività. C’è una mancanza di serenità nella compagnie sociale del paese. E questa onda di non-serenità arriva spesso a sollevare i temi in termini scandalistici sviluppando una instabilità che tocca tutti quanti….

Le relazioni Onaosi-FNOMCeO sono da tempo solide e feconde. Che messaggio vuole indirizzare agli Ordini provinciali?
Il messaggio è che questa Fondazione, frutto di una solidarietà categoriale nata nell’Ottocento, è oggi troppo poco conosciuta. Alle recenti elezioni abbiamo registrato il voto di “soli” ventimila medici, anche se gli aventi diritto erano oltre centosettantamila. Quello che mi sentirei di chiedere agli Ordini è l’aiuto a far conoscere i vantaggi dell’Onaosi e la sua lunga storia.

Per concludere, ci può illustrare le primissime attività nelle quali sta impegnando il Consiglio e la sua presidenza?
Stiamo completando l’assetto interno, con la nomina del direttore generale. Ora il primo obiettivo è il nuovo regolamento, su cui siamo impegnati da subito. E decideremo i modi per nuovi interventi assistenziali, anche se sappiamo che – seppur solidissimi – non abbiamo enormi libertà economiche per intraprendere nuove iniziative.

Autore: Redazione FNOMCeO

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