100 anni FNOMCeO: il racconto della giornata di celebrazioni a Roma

“Oggi ricordiamo i cento anni di nascita delle nostre professioni e lo
facciamo con una celebrazione forte, sobria, sentita e appassionata”:
con queste parole di Amedeo Bianco, presidente della Federazione dei Medici chirurghi e Odontoiatri si è aperta nella cornice affascinante
del complesso di S. Spirito in Sassia a Roma la manifestazione Cento
anni a tutela della salute
, giornata di celebrazione della legge
455/1910, con la quale si sanciva ufficialmente la nascita degli ordini
delle professioni sanitarie. Una celebrazione sobria, ha sottolineato
Bianco, che ha visto alternarsi al microfono esponenti delle tre
Federazioni delle tre professioni comprese nella legge, cioè veterinari e
farmacisti, nelle figure dei presidenti Gaetano Penocchio (FNOVI) e
Andrea Mandelli (FOFI) oltre a medici e odontoiatri. Tanti i messaggi di
saluto arrivati al S.Spirito, da quello del presidente del Senato
Schifani ai sottosegretari Crimi, Roccella e Bonaiuti, dal ministro
Fitto al presidente ENPAM, Parodi. Bianco ha dato lettura soprattutto
del messaggio pervenuto dal Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano
, nel quale si esprime “apprezzamento per la giornata
celebrativa, nell’auspicio di un confronto tra le professioni
sanitarie”. Tra gli interventi introduttivi Giuseppe Renzo, presidente
della Commissione Albo Odontoiatri, ha salutato questo “momento intenso e
di grande emozione”, ricordando anche i trenta anni del riconoscimento
della professione odontoiatrica, mentre il presidente dei veterinari,
Penocchio, ha sottolineato come “la storia la scriviamo ogni giorno, da
professionisti. E il futuro ci chiede di fare sintesi tra le nostre
professioni”. Dal canto suo Mandelli ha letto il messaggio inviato dal
sottosegretario Gianni Letta, nel quale si plaude la “dedizione e il
sacrificio di chi fa queste professioni” per il bene e lo sviluppo
soddisfacente di tutto il Paese.

In un clima formale, ma non rigido, la platea ha poi applaudito l’arrivo
ai microfoni del ministro della salute, Ferruccio Fazio: “Saluto con
emozione questi primi cento anni dell’esistenza dei nostri Ordini
professionali”, ha esordito il ministro che ha poi sottolineato i tanti
punti di collaborazione tra il suo dicastero ed i tre Ordini. Entrando
dirattemente su problematiche di politica professionale, Fazio ha
confermato che le norme della manovra finanziaria in merito ai consigli
d’amministrazione degli Enti non riguarderanno gli enti elettivi come
l’Enpam (e su questo un emendamento darà sufficienti garanzie sino al
termine del 2011), mentre parallelamente al decreto 1142, è in corso un
lavoro organico che porterà al “rilancio delle funzioni degli Ordini
dando altresì vita all’Ordine degli odontoiatri”. Applausi convinti
soprattutto quando Fazio ha annunciato. “Ho appena firmato un decreto
ministeriale, che prevede che i presidenti degli Ordini dei medici, dei
farmacisti e dei veterinari saranno inseriti d’ufficio, cioè come
rappresentanti degli Ordini professionali, nel Consiglio superiore di
sanità”. Tante altre le tematiche caldissime approfondite dal ministro
in ambito medico: accessi alle facoltà e gestione dei fabbisogni,
centralità della medicina generale, profilo dei dirigenti, funzionamento
dell’Ecm. ‘”Per rispondere alle nuove necessità di programmazione
sanitaria del nostro Paese”, ha dichiarato Fazio, “saranno rivisti i
criteri per il fabbisogno di specializzazioni in medicina: abbiamo
necessità di più pediatri di libera scelta e geriatri. Nei prossimi anni
i dati – la FNOMCeO li sta presentando da anni – sono preoccupanti, con
una flessione di medici e dunque ‘occorre partire dai nuovi bisogni
della sanità, che stanno cambiando anche in relazione ai mutamenti
demografici. Aumenta l’età media della popolazione e sarà quindi
indispensabile gestire il progressivo passaggio dei servizi
dall’ospedale al territorio”. Un intervento ricco di spunti, quello di
Fazio, che ha lasciato il microfono alla presidente della giunta
regionale del Lazio, Renata Polverini, che ha esordito dichiarando che
“non possiamo più accettare che si parli di sanità, in tutto il Paese e
particolarmente nel Lazio, soprattutto annunciando tagli e commentando
sprechi. Ho ereditato una situazione tremenda, ma stiamo già marciando,
elaborando un piano e avviando una linea di rigore, ma rivendicando le
nostre strutture d’eccellenza”.

A questo punto si sono susseguiti i quattro interventi cardine della mattinata, lezioni magistrali (ad ognuna dedichiamo un report) in cui Elio Guzzanti ha portato la propria memoria di giovanissimo medico proprio nelle corsie del S.Spirito, Giorgio Cosmacini ha delineato l’excursus di un secolo di medicina italiana, Giuseppe De Rita ha scavato dentro le tre professioni tentando di ricavarne il patrimonio con cui osservare il futuro e Donatella Lippi, docente di storia della medicina all’Università di Firenze, ha sottolineato l’importanza antropologica oltre che deontologica dei giuramenti professionali, sempre più attuali in un presente che tende a rendere occasionali e spettacolari i punti di riferimento per le giovani generazioni. Mentre tra i presenti si sono notati altri personaggi chiave della sanità italiana, tra cui Annalisa Silvestro, presidente Ipasvi, ha preso la parola don Andrea Manto, medico-sacerdote, della pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana, che ha ricordato come le radici della professione pur nell’evolversi delle tecniche e delle tecnologie rimanga sempre e comunque nella vocazione di servizio alla persona.

Al termine delle celebrazioni ha nuovamente
preso il microfono Amedeo Bianco per ricordare che la giornata del
centenario delinea il “disegno di una professione medica vicina alle
istituzioni sanitarie, a supporto dei loro compiti di tutela della
salute pubblica e altrettanto prossima ai cittadini, soprattutto dove e
quando sono oltraggiati da disinformazione, silenzi e incapacità
amministrative”. Ma per fare tutto questo, ha concluso, “è necessario
tutelare i nostri giovani, garantendo un’ottimale formazione di base e
specialistica e favorendo il loro ingresso nella professione”. Parole
idealmente legate all’atto finale della giornata, con il giuramento dei
giovani laureati, che si sono alternati nella lettura del giuramento
professionale.

Autore: Redazione FNOMCeO

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