70 anni di Europa, Anelli (FNOMCeO): “Ora come allora la parola chiave è solidarietà”

Compleanno in lockdown per l’Europa, che festeggia oggi i 70 anni dalla dichiarazione di Schuman.

E proprio nei principi che sancirono la sua nascita, potrebbe oggi trovarsi la chiave per uscire dalla pandemia di Covid-19. Ne è convinto il presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli. Che afferma: “Settant’anni fa, l’Europa nasceva nel nome della solidarietà, quale ipoteca per assicurare il mantenimento dello stato di pace. Oggi è proprio la solidarietà lo strumento cardine per la gestione della pandemia”.

“È nell’impegno universale e solidale alla salute che il nostro paese, l’Europa, il mondo troveranno la chiave per debellare la pandemia di Covid-19 – continua Anelli -. È nella solidarietà e negli altri principi fondamentali dell’Europa, quelli sanciti cinquant’anni più tardi con la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea, e cioè l’inviolabilità della dignità umana e il diritto all’integrità della persona, l’uguaglianza, la condanna di ogni discriminazione, che riconosciamo la nostra identità di cittadini europei”.

“Siamo orgogliosi della nostra civiltà, una civiltà fondata sui diritti. Diritti che spettano alla persona in quanto essere umano, non dipendenti da una concessione dello Stato – continua Anelli -. Così come siamo orgogliosi che gli stessi diritti siano alla base della nostra Carta Costituzionale e del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

“Abbiamo fortemente apprezzato le parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – aggiunge-. È vero: questa pandemia non conosce confini, religioni o colore della pelle. Ed è altrettanto vero che possiamo proteggere i nostri cittadini solo se lavoriamo insieme, se ci aiutiamo reciprocamente e condividiamo. Dobbiamo sempre ricordare che nemmeno l’Europa, con la sua Carta dei Diritti, neppure la nostra Costituzione e tantomeno il nostro Codice di Deontologia Medica conoscono o riconoscono differenze basate ‘sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali’”.

“È tempo che nella nostra Europa le professioni trovino la giusta valorizzazione sul piano sociale, soprattutto quelle – come la professione medica – che grazie alle competenze acquisite e certificate garantiscono l’esercizio di diritti inviolabili dell’uomo – conclude -. Un tema importante, così come richiamato anche dalla lettera degli europarlamentari medici al Parlamento europeo, perché non solo si ponga la Salute al centro dell’agenda politica, ma si superi la visione di considerare le professioni liberali al pari delle imprese. La pandemia ha evidenziato come il diritto alla salute non sempre sia stato declinato come diritto alla sicurezza. Ricordiamo che la Salute non può prescindere dalla sicurezza degli operatori: i due diritti sono intimamente correlati e procedono di pari passo. Siamo dunque a richiedere, ancora una volta, il massimo impegno per attivare tutte le azioni possibili, a tutela dei nostri professionisti sanitari che, per puro spirito di servizio e di sacrificio, mettono le rispettive competenze a disposizione dei più deboli, dei più fragili, dei soggetti più esposti”.

 

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09/05/2020

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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