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L’alimentazione in tempo di crisi: convegno a Varese il 29 Settembre

“L’alimentazione in tempo di crisi“ è il tema di un Simposio in programma a Varese sabato 29 settembre per iniziativa dell’Ordine provinciale e con il patrocinio della FNOMCeO, della Regione Lombardia e della Provincia di Varese (in allegato la locandina dell’evento)

“Questa iniziativa su di un tema di grande attualità – dice Roberto Stella, presidente dell’Ordine – si pone l’obbiettivo di trattare le problematiche dell’alimentazione da un punto di vista socio-antropologico, partendo dalla “storia dell’alimentazione” in funzione della evoluzione umana fino alla analisi dei comportamenti e dei consumi alimentari in relazione al contesto socio-economico.”

La lettura introduttiva sarà tenuta dalla Prof.ssa Carla Roggi dell’Università di Pavia sul tema “L’alimentazione da ieri ad oggi”. Il cibo ha sempre assunto un valore che va oltre la sfera del semplice nutrimento ed è stato circondato di significati ed aspetti culturali in relazione all’evoluzione delle differenti società. La relazione prende in esame l’insieme di storie e miti delle diverse epoche la cui elaborazione, nel corso dei secoli, ha condotto ai comportamenti alimentari più disparati fino all’elaborazione delle diete moderne.

Seguirà la lettura magistrale del Prof. Lucio Lucchin dell’Ospedale di Bolzano, Presidente Nazionale dell’Associazione Dietetica Italiana, che parlerà della “Dieta mediterranea” dichiarata dall’UNESCO nel 2010 “patrimonio dell’umanità”. Ne sono capisaldi la frugalità innanzitutto, associata ad un consumo prevalente di cibi di origine vegetale, le cui tre colonne portanti sono costituite dal vino, dall’olio di oliva e dai cereali. C’è un recupero, per lo meno a livello scientifico, delle virtù salutistiche di aromi e ortaggi che hanno caratterizzato la tradizione gastronomica nostrana. La cultura contadina, pur senza basi scientifiche, è riuscita “ miracolosamente” a concretizzare abbinamenti alimentari vantaggiosi sotto l’aspetto nutrizionale; si pensi alla pasta e fagioli, o allo spezzatino abbinato alle patate, alla pasta al ragù di carne, alla pizza, ai vari minestroni di verdura con la grattugiata di parmigiano, ecc. Anche il medico Lorenzo Piroddi (1911-1999), aviatore nella II Guerra Mondiale, ha analizzato la relazione alimentazione/patologia confrontando il modo di alimentarsi di tedeschi e americani e scoprendo che l’alimentazione degli italiani portava a una migliore aspettativa di vita. Pur in assenza di evidenti conferme scientifiche, ha fondato un paio di cliniche e ha scritto un libro per promuovere la dieta mediterranea. Oggi, le certezze salutistiche sono invece ben documentate. Ma gli italiani conoscono la dieta mediterranea? L’80% degli italiani non sa, pur credendo di saperlo, cos’è la dieta mediterranea. Nei 160.000 anni di evoluzione della nostra specie non si era mai trasgredito la regola che il sapere si trasmettesse verticalmente dal più vecchio al più giovane. L’avvento della tecnologia informatica sta invece intaccando questo paradigma; i più giovani insegnano ai più vecchi. E questo crea un cortocircuito circa l’affidabilità, la credibilità e la trasmissione del sapere e della cultura. Vale la pena rifletterci su.

Della “Dieta corretta, a quali costi?” parlerà la Prof. Hellas Cena dell’Università di Pavia. Dal 2002, da quando la Comunità Europea è passata all’euro, in Italia i prezzi hanno continuato a salire con la logica conseguenza di una riduzione dei consumi in tutte le famiglie italiane. La situazione è particolarmente critica nelle famiglie a basso reddito in cui la spesa alimentare incide per il 30% circa dello stipendio. Si daranno consigli utili ad individuare gli alimenti che non dovrebbero mancare nell’alimentazione quotidiana.

Ultimo intervento quello del Prof. Filippo Rossi, della Facoltà di Agraria di Piacenza che tratterà dei “Nuovi prodotti della tavola”. Il progresso che da sempre caratterizza l’industria farmaceutica, come sviluppo e produzione di nuovi farmaci, ha toccato anche il settore della produzione degli alimenti, traducendosi da un lato nella disponibilità di nuovi alimenti, dall’altro nel miglioramento compositivo di prodotti più antichi e tradizionali.

Autore: Redazione FNOMCeO

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