Sui medici specializzandi – Nella mozione si rileva che i tempi di accesso all’esercizio della professione ed al mondo del lavoro in Italia per un giovane medico sono i più elevati in assoluto nel panorama UE; a tal proposito, non rileva tanto la durata del percorso formativo, bensì il mancato conferimento di autonomia e maturità professionale in tempi adeguati; con particolare riferimento all’esercizio della professione nell’ambito del SSN, sia essa in regime di dipendenza o libero professionale in convenzione, è stato infatti introdotto il requisito obbligatorio del diploma di specializzazione (titolo rilasciato dalle università) e di formazione specifica in medicina generale. Tuttavia, non è garantita a quanti si laureano la possibilità di accedere ad una scuola di specializzazione o ad al corso di formazione specifica di medicina generale, a causa della differenza tra il numero dei laureati e i posti disponibili, che sono funzione delle risorse disponibili, prevalentemente pubbliche, sempre più ridotte a causa della crisi economico-finanziaria; oggi, a titolo esemplificativo, uno studente, pur laureandosi regolarmente in corso, rischia in molti casi di dover attendere altri 2 o 3 anni prima di accedere alla scuola di specializzazione, portando il suo iter formativo a 13-15 anni (anche in ragione dell’aumento della durata dei corsi di specializzazione), ritardando così il suo ingresso nel mondo della professione intorno ai 35 anni di età, con pesanti ricadute anche sotto il profilo pensionistico-previdenziale; è in aumento il numero di giovani medici italiani che decidono di trovare "asilo professionale" presso altri Paesi dove si rinvengono maggiori possibilità di crescita ed affermazione professionale e personale, e talora decidono di completare o addirittura intraprendere il percorso formativo post lauream all’estero; è stato stimato che formare un laureato in medicina costa infatti allo Stato circa 150.000 euro, per l’intero iter di 11 anni. Diversi progetti di legge all’esame del Parlamento hanno ad oggetto delle misure per agevolare l’accesso dei giovani alla professione medica;in particolare, l’AS 1324, all’esame della 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato, prevede, all’articolo 7, che le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possano definire le ulteriori modalità per promuovere l’inserimento dei medici in formazione specialistica all’interno delle attività ordinarie delle unità operative delle aziende sanitarie del Servizio sanitario nazionale facenti parte della rete formativa. Tale previsione, garantendo una graduale e progressiva acquisizione di autonomia e di assunzione di responsabilità da parte dei medici in formazione, offre garanzie di una maggiore trasmissione ed osmosi di competenze e conoscenze tra personale strutturato delle aziende e gli specializzandi. Si impegna il Governo a porre in essere tutte le opportune iniziative di competenza, affinché si proceda ad una rapida approvazione di norme che favoriscano una maggiore osmosi fra formazione e lavoro per i medici specializzandi, attraverso la determinazione di nuove modalità partecipative degli stessi nelle aziende del Servizio sanitario nazionale costituenti la rete formativa nazionale
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