Relazione di cura e di senso: un workshop esperienzale

Che relazioni si instaurano tra il “sé” non-malato e il “sé” in malattia o post-malattia? Quali sono i fattori determinanti la nuova coscienza personale per una persona che affronta una malattia oncologica? E quando questa persona è una donna che attraversa il travaglio di un evento oncologico, quali elementi propri si rilevano? Come affrontare, uscendone con ricchezza personale, questi eventi drammatici e spesso “escludenti” nei confronti di una normale vita quotidiana e interpersonale? Domande di peso, questioni che non vengono tanto affrontate in eventi medico-scientifici o in congressi ECM, anche se tanto avrebbero da dire e dare anche alle strutture sanitarie ed al sistema stesso delle cure. Enigmi che viaggiano per lo più su strade “non convenzionali”, in cui l’affronto medico va di pari passo con un approccio antropologico e motivazionale. Un seminario che segue questa precisa impostazione esperienziale è "Relazioni di senso e di cura", workshop coordinato da Annarita Frullini e Gemma Martino (1213 novembre, San Giovanni in Venere, Fossacesia – Chieti; in allegato la presentazione dei lavori) che vuol appunto mettere a confronto il vissuto post-oncologico con le risorse della medicina.

A guidare il workshop sarà Gemma Martino, Direttore Metis-Centro Studi Oncologia, Formazione, Terapia (Metis si autodefinisce “una comunità di pensiero che lavora sulle integrazione delle risorse della medicina con le esperienze e i saperi femminili”). In questi anni la Martino, senologa, ha attraversato l’Italia con una serie infinita di workshop nei quali si metteva a tema “lo stato dell’arte in senologia e le relazioni di senso che s’instaurano tra curanti e curate” e di cui la stessa Gemma ha scritto: “ i gruppi di donne che si riuniscono per interagire e parlare di modelli di salute e malattia senza verticismi istituzionali o patriarcali sono una ventata di primavera….”. A Fossacesia il background di questo approccio dialogico ed esperienziale diventerà piattaforma di due giorni di lavori, senza un rigido programma prefissato, ma con tre grandi filoni di approfondimento: percezione del sé come strumento efficace di relazione, contestualizzazione dell’esperienza personale, parola di curanti e curate per un incrocio di saperi.

Nulla di più appropriato, per entrare nel clima del seminario, di queste parole di Annarita Frullini: “Questi incontri – per persone desiderose di interagire, persone che vogliono incontrarsi per parlare del proprio modo di vivere le informazioni sanitarie, la malattia e le relazioni conseguenti – consentono di essere stimolo alla creatività e all’espressione locale, per gettare semi capaci di creare qualcosa di diverso in questa nostra regione dove, spesso, ci si muove solo fra indifferenza e ostilità. Desideriamo una partecipazione delle donne per ragionare sulla costruzione di modelli di salute e malattia, dove la pratica preventiva e la cura si dimostrino interattive e rispettose del corpo e dell’anima”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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