Un recente editoriale del New England Journal of Medicine ricorda che l’“epidemia di obesità” sta peggiorando nella maggior parte dei paesi del mondo e che tale peggioramento ha conseguenze importanti sia sulle condizioni di salute degli individui sia sulla spesa sanitaria. A tal proposito, viene citato uno studio condotto dal Global Burden of Disease che raccoglie i dati provenienti da 195 paesi. Secondo questo studio, i casi di obesità sono più che raddoppiati dal 1980 a oggi; attualmente interessano il 5% dei bambini e il 12% della popolazione adulta – percentuali che rispecchiano la diffusione del diabete di tipo 2.
Il dato più preoccupante riguarda l’incremento dell’obesità tra adolescenti e giovani adulti in paesi come Cina, Brasile e Indonesia, nonché, in alcuni paesi ricchi come gli Stati Uniti, tra i giovani che appartengono a minoranze etniche. Il rischio è che aumenti, in parallelo, l’incidenza di patologie correlate, come appunto il diabete, ma anche ipertensione, disturbi cardio-vascolari e patologie renali.
Questo dati, sottolinea però l’editoriale, non devono far dimenticare né le variazioni degli outcome – che possono assumere caratteristiche molto diverse a seconda del luogo – né i passi avanti che si sono fatti nelle strategie di trattamento e prevenzione, quanto meno in alcuni paesi. “Anche se obesità e diabete sono diventati un problema globale che richiede una risposta importante da parte dei governi, i loro determinanti e i loro esiti dipendono anche dallo specifico ambiente in cui le persone vivono. Sistemi di raccolta dati migliori consentiranno ai decisori politici delle aree più colpite di rispondere in modo più rapido, abbreviando i lunghi periodi tipicamente necessari per affrontare le malattie croniche”.
Fonti:
http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMe1706095
Audio in Rete: http://www.torinomedica.org/torinomedica/?cat=6466
Autore: Redazione FNOMCeO
