Report n.30/2011
IL VALORE SOCIO – ECONOMICO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI
Il 26 novembre u.s. in un Convegno organizzato dal CUP (Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali) sul “valore sociale delle Professioni”, è stato presentato il Rapporto CRESME che esplicita in modo inequivocabile il valore aggiunto costituito dagli Ordini Professionali italiani.
In breve i passi salienti e le principali considerazioni.
Le professioni ordinistiche hanno assunto nel tempo un ruolo fondamentale nel sistema economico e sociale del Paese, giungendo a rappresentare una componente importante del PIL italiano, arrivando al 15,1 % del dato nazionale.
Dagli ultimi dati pubblicati dall’ Agenzia delle Entrate risulta che i contribuenti che dichiarano più di 150.000 euro di reddito sono proprio i lavoratori autonomi, tra cui i liberi professionisti. Le professioni intellettuali rappresentano di sicuro un valore aggiunto per il “sistema Italia”. Le attività professionali, inoltre, non si rivolgono solo all’utente-cittadino ma sono continui i rapporti dei Consigli degli Ordini con Ie Istituzioni e la Pubblica Amministrazione per l’ elaborazione e lo sviluppo di politiche attive a favore di tutti i cittadini. Ciò è dovuto soprattutto all’alta preparazione e specializzazione dei professionisti che operano sul territorio. La diffusione territoriale e la conoscenza delle diverse realtà economiche e produttive permette ai professionisti di fornire il loro contributo sia a livello nazionale che localmente.
Ed è ormai riconosciuto l’apporto delle professioni al buon andamento della vita amministrativa, politica ed economica della Nazione. I singoli comparti professionali hanno contribuito, ognuno per le proprie specificità e caratterizzazioni, alla modernizzazione e all’introduzione di criteri di efficienza nell’attività delle pubbliche amministrazioni.
La semplificazione amministrativa è uno dei temi su cui gli Ordini professionali operano da tempo e per il cui raggiungimento i singoli iscritti effettuano costantemente ingenti investimenti in termini di allocazione di risorse umane ed econorniche, senza per questo percepire alcuna forma di compenso a carico delIa finanza dello Stato. E’ importante ribadire il valore delle libere professioni intellettuali quale punto di riferimento privilegiato per il sistema economico e sociale nazionale e dell’Unione Europea che, con gli obiettivi previsti dalla Strategia di Lisbona, si è posta lo scopo di favorire la transizione verso un’economia competitiva e dinamica fondata sulla conoscenza e sulla specializzazione anche attraverso politiche coordinate di valorizzazione del capitale umano e delIa libera imprenditorialità.
E nel contesto più ampio dell’Unione Europea i professionisti hanno imparato a rapportarsi con norme e politiche differenti riuscendo a garantire sempre servizi efficienti; ormai anche il mercato delle libere professioni è un mercato integrato in senso europeo che si globalizza sempre più a livello mondiale. Per tale motivo gli Ordini professionali operano affinchè i professionisti siano nelle condizioni di competere efficacemente con i colleghi di altri Paesi e con le multinazionali che aggrediscono sempre di più i mercati nazionali.
Le professioni sono divenute la scelta occupazionaIe non solo dei quasi due milioni e mezzo di iscritti agli Albi ma anche dei dipendenti degli studi professionali e dei giovani praticanti. La crescita degli iscritti agli Albi professionali è in incremento costante e duraturo; dal 1998 al 2010 si è passati da 1.150.000 a oltre 2.000.000 di unità con un aumento di oltre il 70%.
Il mondo delle professioni ordinistiche, che oltre agli iscritti conta circa 1 milione di addetti, rappresenta un’importante componente delle percentuali sull’occupazione creando così ricchezza e sostentamento per molte famiglie italiane. Per tale motivo le professioni sono impegnate a creare una nuova cultura del lavoro, non visto solo come lavoro dipendente ma anche come lavoro autonomo.
La pari dignità tra lavoro dipendente e autonomo, è condizione imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona in materia di piena occupazione. La libera imprenditorialità e l’investimento sulle conoscenze intellettuali rappresentano ormai uno degli sbocchi che i giovani laureati stanno scegliendo per il loro futuro.
Gli Ordini professionali attuano iniziative rivolte a promuovere politiche attive affinchè i giovani lavoratori abbiano garantito un futuro più stabile e costellato da grandi traguardi. E tra i giovani un ruolo fondamentale lo ricoprono i molti laureati che entrano negli studi professionali o nelle strutture di riferimento per frequentare il praticantato e per ricevere la giusta formazione e specializzazione per divenire i nuovi professionisti, pronti ad affrontare il mercato.
Giova rammentare che gli esami per l’accesso agli Ordini non sono a numero chiuso, salvo rarissime eccezioni, e che la seIezione segue esclusivamente il criterio meritocratico.
II mondo delle libere professioni sta assumendo sempre più un carattere femminile con una percentuale sempre in aumento di donne professioniste, con una progressiva anche se più lenta femminilizzazione dei ruoli dirigenziali delle singole categorie professionali. Proprio questo incremento delIa presenza femminiIe all’interno degli Ordini professionali rende urgente la definizione di politiche di conciliazione e di welfare anche nelle professioni, nel rispetto delle norme e dei principi che l’Unione Europea ha predisposto negli ultimi mesi.
A livello europeo le Istituzioni hanno posto come uno degli obiettivi principali da conseguire proprio il principio delle pari opportunità nel mondo del lavoro inteso nella sua concezione più ampia. I continui cambiamenti sia normativi che economici, dovuti anche ad un mercato globalizzato e contrassegnato da una forte concorrenza, inducono i professionisti ad una continua formazione ed aggiornamento per rendere i propri servizi adeguati alla realtà in cui vengono effettuati.
Tutte le attività formative devono servire alla crescita professionale degli iscritti, sempre aggiornati nelle loro competenze e conoscenze specifiche della professione. Per tale motivo, gli Ordini hanno emanato precisi regolamenti che disciplinano le attività formative degli iscritti ribadendo, così, il diritto -dovere della formazione dei professionisti. Gli Ordini professionali non ricoprono solamente il ruolo di organi di amministrazione dei propri iscritti ma garantiscono, attraverso una continua e fattiva collaborazione con le Istituzioni, la tutela degli interessi generali dei cittadini e dello Stato.
Sono numerosi i protocolli di intesa con Ie amministrazioni centrali dove gli Ordini professionali hanno anche il compito di indirizzare e monitorare i professionisti.
L’iscrizione ad un Albo professionale è divenuta, perciò, garanzia di rispetto dei requisiti essenziali per poter operare nel mercato, al servizio dello Stato, del cittadino e delle imprese. II sistema ordinistico italiano è certamente un valore aggiunto della nostra economia. Un modello valido e funzionante da esportare, particolarmente alla luce della negativa esperienza della crisi finanziaria figlia del liberismo sfrenato. Un sistema di garanzia e salvaguardia per gli utenti che va incentivato e portato a modello.
L’esercizio delle attività professionali si deve attenere alle norme deontologiche contenute nei Codici che ogni Ordine ha emanato. Lo scopo primario dei Codici Deontologici professionali è quello di garantire gli interessi generali connessi all’esercizio della singola professione, di tutelare l’utenza che delega i professionisti ad operare specifiche attività, di assicurare il decoro e la dignità professionale ed il rispetto della legalità.
La garanzia della fede pubblica, quindi, si attua attraverso la stretta osservanza dei codici deontologici, strumenti di autoregolamentazione elaborati dalle singole professioni per far si che i singoli iscritti operino, oltre che nella stretta osservanza delle leggi, anche secondo principi di correttezza e di trasparenza.
Queste norme rappresentano di sicuro un’ulteriore garanzia per l’esercizio delle professioni in un mercato non sempre caratterizzato da leale concorrenza e dal rispetto di principi etici.
Roma 11/07/2011
Autore: Redazione FNOMCeO