Interrogazione sul problema della mancanza di medici e in particolare di pediatri e neonatologi – Nella interrogazione si rileva che da un sondaggio effettuato da “Linkiesta.it” si calcola che, nel 2020, i pediatri ospedalieri scenderanno del 40 per cento; infatti, si passerà dai circa 13 mila pediatri del 2013 a poco più di 8 mila entro il 2020-2025; nel 2015 sono andati in pensione 800 pediatri, ma dalle scuole di specializzazione ne sono usciti solo 280 in un anno e secondo la Federazione italiana medici pediatri, con un tetto massimo di 1.000 pazienti per medico, il 15 per cento dei nuovi nati non ha un pediatra assicurato; nel mese di luglio 2017, dopo molto tempo, è stato pubblicato il decreto che determina il numero dei posti nelle scuole di specializzazione: 6.105 posti rispetto alla necessità di almeno 8 mila posti calcolati dalle associazioni di categoria e dai sindacati per coprire il fabbisogno degli ospedali. Si chiede se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto narrato in premessa; se non ritenga, per risolvere il problema della mancanza di medici e in particolare di pediatri e neonatologi, di assumere iniziative volte a procedere con l’assunzione di tutti i laureati necessari al fabbisogno del Servizio sanitario nazionale, mediante un contratto a tempo determinato finalizzato al completamento del percorso formativo, come avviene nel resto d’Europa; se corrisponda al vero che le scuole di specializzazione in cui si formano i nuovi pediatri, finanziate con fondi pubblici, non riescono a soddisfare il fabbisogno dei reparti di pediatria; quali siano le motivazioni che inducono il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca a non consentire un numero maggiore di accessi agli specializzandi in pediatria e per quali ragioni non si assumano iniziative per sbloccare tale situazione; quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro della salute per risolvere la problematica sopradescritta, considerato che per gli interroganti la causa della mancanza di pediatri e neonatologi operanti in ospedali pubblici è anche dovuta al blocco del turn over e ai ritmi massacranti che i medici devono effettuare nei reparti, proprio per via della mancanza di organico interno; se non ritengano necessario assumere iniziative per destinare maggiori risorse finanziarie alla formazione, in modo che si possa aumentare il numero delle borse di studio per giovani specializzandi.
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