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Padova, la FNOMCeO e i medici Cuamm per la salute globale

Alla presenza del cardinal Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza episcopale italiana, si è tenuto sabato 5 novembre a Padova presso il Centro congressi “Papa Luciani “ un convegno organizzato dal Cuamm – Medici con l’Africa sul tema "Prima le mamme e i bambini", per l’accesso gratuito al parto sicuro e la cura del neonato.

Presenti alla manifestazione diverse autorità di paesi africani, intervenuti per dare voce ai problemi di salute del continente, ai suoi bisogni e alle possibili risposte: dal Ministro della sanità dell’Angola, al presidente della Conferenza Episcopale Etiope, dall’esponente dell’Oms al Vice-Ministro Federale della salute dell’Etiopia. E ancora, esponenti delle istituzioni, delle chiese locali e del mondo della cooperazione italiana.

A tale proposito ricordiamo la collaborazione avviata lo scorso settembre dalla FNOMCeO con il Cuamm, attraverso la sottoscrizione di un accordo (in allegato) per la realizzazione del progetto “Equal opportunities for health: action for development” sui temi della salute globale e per promuovere iniziative culturali nell’ambito della formazione del medico, progetto cofinanziato dalla UE e realizzato in partenariato con altri 17 organismi europei.

Delegato per i rapporti con il Cuamm è Maurizio Benato , Vice–Presidente della FNOMCeO e presidente OMCeO di Padova che, sempre in tema di salute globale, seguirà in prima persona eventi dedicati alla salute della mamma e del nascituro, in programma in alcuni Paesi europei, tra i quali la Bulgaria e la Polonia e presso gli Ordini provinciali, il primo dei quali a Firenze

Il convegno di Padova ha rappresentato per Cuamm l’occasione per dare concretezza all’impegno assunto lo scorso anno, durante le celebrazioni dei 60 anni dalla sua nascita: avviare una forte sensibilizzazione sulla salute delle mamme e dei bambini, che in concreto si traduce nel dare il via a un grande programma che interessa quattro ospedali africani (in Tanzania, in Angola, in Etiopia e in Uganda) per assicurare cure e assistenza gratuita a tutte le donne e i bambini che chiedono aiuto.

Ancora oggi in Africa troppe mamme non hanno la possibilità di dare alla luce il proprio bambino in modo sicuro, mettendo a repentaglio la loro vita e quella dei loro piccoli e per questo – come è stato ribadito a gran voce nel corso dei lavori del convegno – servono i mezzi e gli strumenti giusti, ma soprattutto l’impegno di tutti.

"Si è trattato di un convegno volto a sensibilizzare i medici e l’opinione pubblica sugli alti livelli di mortalità infantile che ancora interessano i Paesi del terzo mondo – ha dichiarato Maurizio Benato a margine dei lavori – Paesi che con l’immigrazione non sono stati mai così vicini a noi.
Oggi la globalizzazione richiede alla nostra medicina di rivolgere la propria osservazione verso processi sociali dalle dimensioni inusuali, verso aree continentali con le quali ha avuto poco a che fare in passato, per evitare che una valutazione sbagliata, una visione non pertinente dei problemi, possano contribuire a sottovalutare il problema e a non impegnarsi per interrompere la catena del dolore che opprime milioni di persone che vivono in paesi in via di sviluppo.
C’e quindi la necessità di una riflessione sulla dimensione transnazionale della salute, nella convinzione che mai come oggi il contributo che può dare la medicina può risultare decisivo non solo nel suo scopo storico, ma anche nella comprensione delle complesse relazioni tra società, salute e sviluppo”
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“Dobbiamo renderci conto – ha aggiunto Benato – che esiste una forte interdipendenza nel campo della salute un tema che richiede differenti approcci per essere affrontato”.
“C’e bisogno innanzitutto di informazione attendibile ma anche di interpretazione sociologiche che ci diano una spiegazione sulla fuga dei medici dai paesi africani, sulle valutazioni ambientali, sul come far funzionare al meglio le città e i paesi per consentire un miglioramento delle condizioni di salute della popolazione”.

In breve il filo conduttore del convegno è stato quello dell’affermazione della salute come un diritto universalmente sancito e riconosciuto, che ha richiamato scenari in cui i principali attori in gioco sono le istituzioni locali, nazionali e internazionali, i governi le associazioni della società civile e soprattutto la collettività tutta.
Ecco allora spiegata la presenza della FNOMCeO al fianco del Cuamm che, nel solco tracciato dal “Manifesto di Padova sulla salute globale” (in allegato) documento etico/deontologico approvato dal Consiglio Nazionale nel maggio del 2008, considera la tutela della salute nella sua dimensione globale, oltre che riconoscimento di un fondamentale diritto umano , fattore indispensabile per uno sviluppo economico durevole in grado di favorire la riduzione delle disuguaglianze sociali.

Un Manifesto nel quale la FNOMCeO ha declinato i propri convincimenti con il fine etico di promuovere azioni politiche concrete che garantiscano equità, accessibilità, qualità e adattabilità degli interventi sanitari laddove povertà ed esclusione sociale si sommano ai problemi della malattia.

“Perché la salute – ha concluso Benatoche deve essere perseguita eliminando differenze, favorendo l’istruzione, la sicurezza e lo sviluppo sociale ed economico, è un bene indivisibile e un diritto fondamentale del genere umano, dalla cui tutela nascono le opportunità per una reale crescita economica e sociale”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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