“Prendiamo atto, dal Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, che il Governo ha inserito nella Legge di bilancio approvata ieri sera l’abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina. Ci aspettiamo che il Governo chiarisca subito e nel dettaglio tempi e modalità del provvedimento, che, letto sic et simpliciter, appare una misura che rischia di penalizzare fortemente i giovani, illudendoli e infrangendo poi le loro speranze contro la parete di cristallo dell’incapacità dello Stato di programmare. È un paese triste quello che vive in un eterno presente, è una politica miope quella che non riesce e non vuole costruire un futuro per le nuove generazioni”.
Non usa mezzi termini il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, per commentare il provvedimento dirompente, inserito un po’ a sorpresa nella Legge di Bilancio, e liquidato in un paio di righe lapidarie del Comunicato stampa: “Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”.
“Bene, permettiamo a tutti di poter accedere agli studi, ma, allo stesso modo, garantiamo a chi arriva a laurearsi di poter completare il suo percorso formativo, accedendo in automatico alla specializzazione – aggiunge ancora Anelli -. E tutto questo non potrà essere fatto in un giorno: ricordiamoci che ci sono già oggi quindicimila medici laureati e abilitati ma privi della possibilità di specializzarsi o formarsi nella Medicina Generale in maniera da poter poi entrare, con le adeguate competenze, nel Servizio Sanitario Nazionale, e che chiedono risposte precise alla loro condizione di precarietà”.
Di poco fa, il Comunicato di Palazzo Chigi, che precisa che precisa che “si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Crui, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”. Ma per la Fnomceo potrebbe non bastare.
“Per noi il percorso è unico, parte dall’accesso e finisce con l’acquisizione del titolo specialistico o di Medico di Medicina Generale – ribadisce il presidente Fnomceo -. Cui prodest sfornare migliaia di medici laureati ma ancora privi di tutte quelle competenze necessarie a entrare a pieno titolo nel nostro Servizio Sanitario Nazionale e lasciarli poi intrappolati in un limbo dal quale sempre più difficilmente potranno affrancarsi, a meno di non fuggire all’estero per specializzarsi e poi lavorare, con conseguente perdita di risorse umane e finanziarie? O vogliamo formare medici di serie A e di serie B, in una guerra tra poveri che non potrà che umiliare professionisti di grande valore, e livellare verso il basso le competenze?”.
“La Fnomceo c’è – conclude Anelli -. È pronta a sedersi a un Tavolo e a proporre soluzioni, che garantiscano ai giovani una formazione concreta ed efficace e ai cittadini professionisti e cure di qualità. Chiama sin da ora a raccolta i giovani colleghi, in una grande Conferenza che aprirà il percorso degli Stati Generali del 2019”.
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO