“Screening del colon-retto: istruzioni per l’uso”. È il tema del convegno che vede coinvolti specialisti gastroenterologi, medici di medicina generale, funzionari della ASL Caserta, cioè tutti coloro che sono impegnati negli screening sul territorio. L’appuntamento è alle 8,30 di sabato 21 settembre presso la sede dell’Ordine dei Medici di Caserta, in via Bramante.
Questo l’invito alla partecipazione e l’appello all’adesione allo screening lanciato dalla dottoressa Maria Erminia Bottiglieri, Presidente dell’Ordine provinciale dei Medici – chirurghi e degli Odontoiatri di Caserta e Referente dell’Area Strategica Professione della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici:
«Oltre che invitare medici ed infermieri a partecipare, voglio lanciare l’ennesimo appello a tutti i cittadini che non ancora hanno aderito allo screening del colon retto e che hanno i requisiti (età fra 45 e 74 anni, assenza di altre malattie del colon, assenza di precedenti esami o interventi sul colon) di farlo. Dal 2014, anno in cui è iniziato il programma screening nella nostra provincia c’è stato un progressivo miglioramento della partecipazione ma siamo ancora lontani dalla copertura che dovremmo raggiungere. Il mio appello è come medico, prima che come Presidente dell’Ordine e come Referente di questo screening, perché so che la partecipazione alla prevenzione ci consente di individuare in maniera precoce lesioni che, se piccole, possono essere trattate per via endoscopica, mentre nel futuro potrebbero diventare fatali.
Lo screening del colon retto si svolge in maniera molto semplice perché basta raccogliere un campione di feci, ha un percorso completamente gratuito e dedicato dall’inizio alla fine e non ci sono liste di attesa perché anche le colonscopie, per le quali non è necessaria impegnativa, seguono una prenotazione diversa e vengono garantite entro 30 giorni ma solo per i pazienti che risultano positivi al sangue occulto del programma screening.
La ASL Caserta e l’Ordine dei Medici collaborano in maniera costante su questa iniziativa perché riconosciamo il valore e l’importanza della stessa: la diagnosi precoce dei tumori riduce la mortalità e migliora la sopravvivenza nei pazienti già operati. Il Sud è ancora il fanalino di coda su questi aspetti perché non è sufficientemente diffusa la cultura della prevenzione ma noi continuiamo a combattere ed a lavorare in tal senso».
Autore: Redazione