Aldo Pagni ha dato forma e sostanza a un desiderio di
rinnovamento della medicina di famiglia negli anni difficili della sua più
radicale trasformazione. Da un lato l’abusata e ingenerosa icona del "medico della
mutua", dall’altro una generazione intera di nuovi dottori
cresciuti nel clima della rinascita di un paese, della rivendicazione del
diritto allo studio e della estensione delle opportunità culturali e sociali a
classi ricche di risorse intellettuali e portatrici di nuove istanze politiche.
Tutto questo in un’epoca di illuminanti progressi nella
conoscenza dei meccanismi patogenetici delle malattie, di tumultuose
innovazioni nella disponibilità di strumenti di diagnosi sempre più raffinati e
di terapie sempre meno approssimative.
In questi scenari, Aldo Pagni ha raccolto e vinto la scommessa
di una rifondazione culturale e professionale della medicina generale, nella
sua vocazione di snodo fondamentale e irrinunciabile dei percorsi di salute
individuale e collettiva.
Ideatore e primo presidente della Società Italiana di Medicina
Generale, medico di primissimo piano e uomo di vasta e solida cultura, ha retto
il timone della Federazione Nazionale degli Ordini nei tempi operosi in cui, anche grazie al suo
eccezionale contributo, si metteva mano al riordino del Servizio Sanitario
Nazionale, per poi spendere le sue grandi e poliedriche capacità nella
rivisitazione del Codice di Deontologia Medica.
A tutti mancherà, quanto a me, la radiosa sincerità del suo
sorriso e del suo abbraccio nei tanti affettuosi incontri, e mancheranno le frasi scambiate
che esprimevano sempre e comunque una visione di futuro.
Aldo è stata una di quelle rarissime persone che la storia non
si limitano ad attraversarla. Ne scrivono qualche pagina, e per questo non muoiono mai.
(Cosimo Nume, Presidente Omceo Taranto, Coordinatore Commissione Comunicazione FNOMCeO)
Autore: Redazione FNOMCeO
