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Sonno e declino cognitivo: un convegno verso la progettazione e la sperimentazione

Medicina, Architettura e Progettazione. Sono tre parole chiave che possono inquadrare, ma solo in parte, questo Convegno proposto dalla Società Italiana Neurologia delle Demenze e dall’ Associazione italiana Medicina del Sonno. Alcuni studi hanno dimostrato che i disturbi del sonno sono associati all’incremento dei disturbi cognitivi e funzionali (che in una certa percentuale dei casi evolvono in demenza) e sviluppano le principali problematiche fisiologiche e sensoriali che colpiscono l’anziano affetto da demenza.

“Da qui nasce l’interazione con l’Architettura – spiega la Prof.ssa Bianca Maria Guarnieri Responsabile del Centro di Medicina del Sonno a Pescara – che ha il compito e le potenzialità di interpretare le particolari e inusuali esigenze di persone che stanno perdendo o hanno perso il rapporto canonico con il mondo, ma che comunque conservano un rapporto proprio col fuori"

Inquesto contesto di studio è la dimensione emotiva e psicologica del paziente a dare ‘le misure’ per una riprogettazione funzionale dei luoghi da abitare.

"La sinergia con l’Architettura oggi consente di costruire nuovi modelli di comunicazione verso l’esterno, ripristinando talvolta abilità e competenze che sembrano irrecuperabili. L’Architettura quindi, con l’analisi della medicina, ha un ruolo strategico poiché è in grado di riprogettare e innovare gli spazi di abitabilità: dalla casa, alle strutture sanitarie, fino all’intera città"

Possono inoltre nascere anche spazi nuovi di housing collettivo e sociale, in luoghi decentrati, come per esempio i piccoli borghi dedicati. E la tecnologia diventa il canale strategico per fare innovazione: l’uso di sensori di movimento o pressione, punti luce, onde radio che monitorano il sonno, cromatismi calibrati in base alla percezione… Basti citare solo a titolo d’esempio il prototipo dell’architetto Katia Piermattei, La Sfera di Morfeo, un letto futuribile capace di rilevare i dati fisiologici della persona, elaborarli tramite un software e personalizzare la terapia del sonno.

Un approccio multidisciplinare che salda, con rigore scientifico, medicina e scienze umane.

"Si tratta di una progettazione comune – continua Guarnieri – che apre spazi di collaborazione e osmosi, anche di tipo culturale, molto preziosi. L’intervento congiunto di medici e architetti può senza dubbio creare nuovi profili di comunicazione lavorando sul sistema oggettuale e sensoriale. Una sfida, che è un progetto ma soprattutto un’offerta di prospettiva"

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Autore: Redazione FNOMCeO

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