35 milioni di italiani, il 65% della popolazione, consuma bevande alcoliche e fra questi 8,6 milioni sono considerati consumatori a rischio. 1,7 milioni sono giovanissimi – tra 11 e 25 anni – e 2,7 milioni hanno più di 65 anni. Proprio fra i gruppi a rischio si registra un consumo di bevande alcoliche eccessivo e spesso fuori pasto, che conduce al binge drinking, un’assunzione esagerata di drink alcolici in un breve lasso di tempo, fenomeno che nel nostro Paese conta oltre 40 mila accessi annuali al pronto soccorso per intossicazione.
Rimane costante il numero dei consumatori ad alto rischio – 650 mila – coloro, cioè, che superano i 40-60 grammi di alcol al giorno, che avrebbero necessità di sottoporsi a trattamento, ma che spesso invece restano nascosti.
È lo scenario epidemiologico che emerge dai dati ISTAT e dall’analisi svolta dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità, presentati pochi giorni fa in occasione dell’Alcohol Prevention Day.
“Nonostante la prevenzione e la sensibilizzazione, i giovani restano ancora un obiettivo negletto della prevenzione vera e multidimensionale, tanto che l’alcol rappresenta in Italia ancora la prima causa di morte e disabilità tra i giovani fino a 24 anni”, dichiara Emanuele Scafato, direttore dell’ONA. “Ma non è questione che riguarda solo i giovani. L’analisi del trend mostra che, a fronte della diminuzione registrata rispetto agli anni 2007-2011, dal 2012 il consumo a rischio non mostra l’auspicata battuta d’arresto e attesa diminuzione rimanendo pressoché invariato sia per gli uomini che per le donne. Va perciò ribadita l’urgenza di rinnovati sforzi di iniziative coordinate di prevenzione, comunicazione, informazione rivolte all’intera popolazione e formazione per gli operatori sanitari”.
“L’86% delle malattie cronico-degenerative di cui soffrono gli italiani è causata da un comportamento a rischio, quindi da fattori modificabili, tra cui il consumo eccessivo di alcol”, afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS. “Un problema ancor più preoccupante se si pensa che colpisce anche i giovanissimi. È necessario impegnarsi ancora di più in strategie di prevenzione e riorganizzazione dei sistemi sanitari per la prevenzione delle patologie alcol correlate con un risparmio enorme in termini di costi anche per il Servizio Sanitario Nazionale: la prevenzione ne garantisce la sostenibilità.
Autore: Redazione