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Conferenza “Ruolo delle donne”: per Bianco occorre ripensare a formazione e accesso

A due settimane dal convegno di Firenze e in concomitanza con la Festa della Donna, si è svolta nella sede di via Ribotta del Ministero della Salute la 1° Conferenza Nazionale “Il ruolo delle donne nell’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale da Maria Montessori ai giorni nostri”.

A questo link è possibile trovare un dettagliato resoconto e I’indagine conoscitiva promossa dal Ministero e realizzata dalla Fondazione LABOS, sul fenomeno della femminilizzazione della Sanità in Italia che qui sarà successivamente approfondita.

Il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha introdotto sottolineando di aver voluto e organizzato quest’incontro per ringraziare – per quello che fanno e per quello che potranno fare nel futuro – tutte le donne che operano, a vario titolo, nel sistema sanitario: “Se la sanità italiana è una delle migliori del mondo questo è dovuto anche alla presenza e al lavoro delle donne, alla loro capacità di guardare alla persona, ai suoi bisogni e al suo benessere”.

All’interno della conferenza è stata presentata I’indagine conoscitiva promossa dal Ministero e realizzata dalla Fondazione LABOS, sul fenomeno della femminilizzazione della Sanità in Italia (clicca qui per approfondire). La ricerca presentata prende in esame le dinamiche in corso e i trend in atto nel mondo femminile all’interno della sanità. “Non ci fermeremo a questa giornata”, ha dichiarato il sottosegretario Martini, “perché troveremo momenti di dialogo confronto e sviluppo con la creazione di un Tavolo di Monitoraggio sulla presenza e sugli sviluppi di carriera delle donne nel SSN. Forniremo ai due Rami del Parlamento una Relazione annuale che focalizzi traguardi raggiunti e criticità perché puntiamo alla qualità e alla possibilità di esprimerla”.

Il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel suo intervento si è detto lieto che il Governo, nella persona del ministro Sacconi, abbia firmato al Ministero del Lavoro un’intesa sui temi della conciliazione lavoro-famiglia da inserire nella contrattazione collettiva. Il Tavolo di monitoraggio avrà anche il compito di applicare alle professioni sanitarie questa pietra miliare dell’accordo raggiunto. Il ministro ha aggiunto anche di aver avuto conferma, da buona parte delle interviste comprese nella ricerca, di quanto grazie alla sua esperienza sul campo aveva appreso: “Le donne vogliono raggiungere i traguardi valorizzando caratteristiche come la correttezza e la trasparenza, la tenacia, l’intuito e la capacità di relazione”.

Nessuna mimosa alla Conferenza, tanto che Roberta Chersevani, presidente OMCeO Gorizia – sempre evitando luoghi comuni e immagini logore – ha così esordito: “Oggi mi hanno mandato un pensiero di Tagore: la donna è luce, portatrice di energia vitale e creativa e distribuisce vita ed armonia; ma debbo dire che conosco uomini angeli e donne streghe di Biancaneve”. Per quello che riguarda la percentuali di donne medico, Chersevani ha proposto di disaggregare i dati per fasce di età, solo così si nota che le donne medico sono aumentate molto fra le generazioni più giovani, e nel periodo universitario superano il 60%.

Esaminando poi il mondo degli Ordini della FNOMCeO, il presidente dell’Ordine di Gorizia ha ricordato che si trovano solo 2 presidenti e sette vicepresidenti donna su 106 consigli provinciali, dove vi sono anche 24 donne con il ruolo di segretario e 14 con i ruolo di tesoriere, “mentre dei 1206 consiglieri oggi eletti solo il 15% è donna”. “Nel 1995 il gruppo al femminile della Federazione si chiamava Commissione per lo Studio dei Problemi delle donne iscritte all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri”, ha ricordato Roberta Chersevani, “successivamente vi è stata una Commissione nazionale FNOMCeO per le pari opportunità. E adesso in Federazione abbiamo un Osservatorio sulla femminilizzazione della professione, uno stile e una forma operativa per andare oltre le pari opportunità, monitorare i percorsi, capire quali i possibili correttivi introdurre perchè il cambiamento non crei criticità”.

Ha continuato Annamaria Calcagni presidente OMCeO Fermo: “Crediamo che i problemi dei nuovi medici siano diversi da quelli nel nostro passato. Noi avevamo un’ansia diversa, la nostra visione della vita doveva contemplare tutto. Oggi vogliamo capire meglio quali sono gli obiettivi delle donne medico, comprendere e valutare gap di genere e generazione. Dove vivo e lavoro, Fermo, c’è una grande attenzione al femminile, soprattutto nelle situazioni elettive: ingegneri avvocati e medici hanno un presidente donna. Io sono anche la prima donna eletta consigliera Enpam, l’ente nazionale di previdenza dei medici. Oggi le donne nelle professioni sono tante e tante ne arriveranno. Spero con l’impegno di sempre”.

Durante la Conferenza sono intervenuti anche Giacomo Milillo, FIMMG (“la professione medica può solo guadagnare da una sua femminilizzazione”), Riccardo Cassi, CIMO (“garantiamo che la presenza femminile in reparto sia valorizzata e non sostituita”), Costantino Troise, ANAAO-ASSOMED (“ci attendiamo di costruire un modello organizzativo che tenga conto del valore che le donne possono portare alla nostra sanità”), Roberto Lala (“nella specialistica ambulatoriale la componente femminile è tutelata nelle sue esigenze di tempo”), Giuseppe Mele (“In pediatria la presenza femminile eccelle nel gestire al meglio la complessità del rapporto medico-paziente”).

Articolato l’intervento del presidente FNOMCeO, Amedeo Bianco: “Proviamo a vedere i numeri da diversi punti di vista. Nel 2020 vi sarà una parità di composizione medica tra uomini e donne, ma la parte attiva della professione sarà in maggioranza femminile”. Ma, si è domandato il presidente FNOM, quali sono le specialità più densamente popolate da professioniste donne? Riferendosi a dati del 2007 (il 70% di donne in neuropsichiatria, il 56% in pediatria, il 51% in fisiatria , il 48% in psichiatria e il 46% in anestesia, il 7% in urologia, 8% in cardiochirurgia, 9 %in ortopedia, 15% in chirurgia generale e vascolare) Bianco ha ricordato che “per non ridurre la capacità di sviluppo di queste aree specialiste dove le donne sono meno rappresentate dobbiamo incentivare la loro presenza affinché il futuro delle cure sia garantito ai cittadini”.

Sul piano della vita quotidiana e sugli equilibri professione-privato, Bianco ha ricordato “anche il prezzo sociale che la donna medico paga. Sappiamo che il 30 % delle donne medico ai vertice è single a fronte di un 10% dei loro colleghi uomini; il 30 di donne ai vertici non ha figli a differenza di un 13% degli uomini; ancora: il 20% delle donne ha 1 un solo figlio versus il 16 dei maschi. Cifre che sembrano indicare che le donne nello scegliere di essere più empatiche con i pazienti si trovano a penalizzare il loro privato”.

Per terminare, il presidente ha sottolineato che “la femminilizzazione della professione medica ci costringe a  riprogettare due modelli: quello formativo e quello lavorativo. Non sarà facile introdurre correttivi nel modello di selezione formativo ed elementi di equità di accesso al sistema lavoro, ma su questo tutti dobbiamo sentirci impegnati”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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