La Suprema Corte al fine di chiarire il confine tra concussione ed induzione indebita per le condotte poste in essere da chi opera per il SSN, ha affermato che di fronte al medico preposto al pubblico servizio sanitario, dalle cui prestazioni dipende la conservazione di beni psicofisici fondamentali, anche la sola richiesta di compensi indebiti da parte del sanitario ha una efficacia concussiva e la condotta di costrizione può, pertanto, attuarsi anche mediante una minaccia implicita o allusiva, purché idonea a condizionare le scelte del paziente. Inoltre, esprimendosi anche sul criterio per verificare la speciale tenuità del danno, i giudici hanno ritenuto che è in una più ampia prospettiva che deve apprezzarsi la possibilità di mitigare la pena, considerando non solo il puntuale pregiudizio patrimoniale subito dalle vittime, ma anche agli ulteriori effetti pregiudizievoli che la persona offesa abbia subito in conseguenza del reato, senza che rilevi, invece, la capacità del soggetto passivo di sopportare il danno economico derivante dal reato stesso.
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