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Dalla Medicina difensiva alla fuga dei cervelli: l’analisi di Antonio Panti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo due Editoriali, a firma del presidente Antonio Panti, apparsi sugli ultimi numeri del bollettino dell’Ordine di Firenze, Toscana Medica.

Nel primo, Panti traccia un acutissimo ritratto del nostro paese che rivela un autentico paradosso: “importa braccia ma esporta cervelli”.     
“Il maggior numero di medici che ha studiato nel proprio paese e ora lavora negli USA proviene dall’Italia” esordisce infatti Panti.
E continua: “Siccome negli Stati Uniti non assumono i più asini, questo dato significa semplicemente che il nostro paese ha sprecato soldi per laureare migliaia di giovani, per lo più studiosi e brillanti, per poi vederli emigrare. Leggiamo molti nomi italiani tra le firme dei migliori lavori scientifici americani o tra quelli dei clinici più illustri. Qualcuno ha anche vinto il Nobel e Dulbecco e Levi Montalcini, che annoveriamo tra i premiati italiani, in realtà hanno effettuato in America le loro ricerche”.

Il secondo articolo gioca invece, sin dal titolo, sull’acronimo “Ebm”, che, dal definire la “Medicina Basata sulle Evidenze” passa a illustrare le “Evidenze basate sulla Magistratura”. Sin dall’inizio è dunque chiaro che si parla di Medicina Difensiva, argomento tanto più di attualità dopo la giornata di ieri, con l’agitazione e l’astensione dal servizio di ginecologi e chirurghi.

Riportiamo, di seguito, l’incipit dell’articolo.
“Giustizia e Medicina debbono collaborare; tutela della salute e tutela del diritto sono aspetti della stessa civiltà. Tuttavia qualcosa lascia perplessi. Circa il 95% dei medici rinviati a giudizio sono assolti. Quindi i giudici sballano quasi tutte le loro “diagnosi”. Che succederebbe al medico che dimostrasse ugual fallacia? Inoltre è eccezionale la concordanza nei tre gradi di giudizio. E la certezza del diritto?”

 “E intanto le assicurazioni giocano al rialzo. Annunciano il ritiro dal mercato, sdegnate quali ritrose verginelle, mentre chiedono 12.000 € di premio agli ostetrici. E non è il più alto. Il Ministro tenta qualche timido rimedio senza grandi risultati. E si torna alla Magistratura. La vita non ha prezzo, è vero, ma la società ha un limite di spesa. Allora certi risarcimenti, magari giusti, non sono equi perché finiscono col gravare sulla collettività intera. Quanto siamo disposti a spendere per la medicina difensiva? O per la rinuncia alla prestazione?".

La risposta a queste domande negli Editoriali che alleghiamo, in versione integrale. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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