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D’Autilia: FNOMCeO, protagonista delle scelte ordinistiche europee

Da anni le attività dell’Ufficio Esteri della Federazione nazionale dei medici sono tra le più intense e qualificanti. Relazioni e convegni, tavoli di incontro e sviluppo di strategie comuni con gli Ordini europei e mediterranei sono diventati un elemento fisso delle agende FNOMCeO. Da alcuni anni è il presidente OMCeO di Modena, Nicolino d’Autilia, a guidare queste attività. Gli abbiamo chiesto di sintetizzare le attività recenti sul piano “estero”, anche nell’imminenza del Convegno di Sanremo (11 e 12 marzo), dove i temi internazionali della professione medica saranno messi sotto la lente d’ingrandimento.

Presidente D’Autilia: ci può illustrare in sintesi quali sono le attività internazionali più significative su cui è impegnata attualmente la FNOMCeO?
Facendo un po’ di storia recente, direi che non vi è dubbio che il 2009 sia stato l’anno nel quale si è consumata la  nostra uscita definitiva dal CPME, uno dei massimi organi di rappresentanza  dei medici in Europa, una scelta attuata d’intesa con Francia, Spagna, Slovenia e presto il Portogallo. Non erano state assicurate le condizioni di una adeguata rappresentatività sulla base del numero dei professionisti iscritti in Italia e per questo ce ne siamo andati. Nel contempo abbiamo valorizzato il ruolo della CEOM, la Conferenza Europea degli Ordini dei Medici, che rappresenta il naturale referente delle problematiche di natura ordinistica nel nostro continente. Abbiamo per questo presentato un nostro documento in Portogallo in dicembre e ora aspettiamo la commissione a Sanremo – all’inizio di marzo – in occasione della iniziativa promossa dalla FNOMCeO.

Quali sono i temi cardine delle riflessioni ordinistiche internazionali? Formazione e circolazione dei professionisti – ci riferiamo alla direttiva Zappalà – sono ancora al centro dell’agenda? E il team del confronto tra Codici deontologici?
Certamente il tema della circolazione dei professionisti, come anche quello dei cittadini, resta al centro dell’agenda dei lavori. Naturalmente, correlati a questo, vi sono i grandi problemi della formazione professionale e della sicurezza delle cure. Ma, essendo Ordini dei medici, siamo altresì molto attenti ai temi della responsabilità professionale e della privacy.

Le sigle delle Commissioni più note sono UEMO, UEMS, CEOM. Ci può aiutare a comprendere valore e attualità di questi ambiti di lavoro?
La UEMS rappresenta senza dubbio la commissione più rappresentativa di tutte ed è costituita dai rappresentanti di molte specialità mediche. Non va dimenticato che è stata proprio la UEMS a definire l’atto medico, punto di riferimento ben netto per la nostra professione. Quanto alla UEMO essa si caratterizza per la connotazione della medicina generale e dei problemi ad essa connessi. Uno dei temi oggi in campo è la formazione del medico generale in Europa, ancora troppo poco omogenea nei percorsi sia universitari sia extra-accademici. La CEOM infine, fortemente supportata dal nostro presidente Bianco, si sta affermando come la vera rappresentanza degli Ordini Europei e si propone di affrontare i temi peculiari della professione sotto il profilo della Deontologia. Negli ultimi mesi abbiamo fatto un grosso sforzo per mettere a confronto i Codici deontologici europei su alcuni temi di indubbio interesse per tutti come il consenso informato, la pubblicità sanitaria, il doping ed altri ancora. L’obiettivo è quello di formalizzare a Sanremo una carta di principi condivisi in Europa.

COMEM sta dimostrando la possibilità di uscire dai soli confini europei per un ragionamento ordinistico condiviso? E se ci fosse l’opportunità di un dialogo anche con i medici degli Usa?
La COMEM è una iniziativa forte della Federazione nazionale che ha creduto in una scommessa che è insieme culturale e etica. Perseguire l’obiettivo di mettere intorno ad un tavolo i professionisti provenienti da paesi che si affacciano sul Mediterraneo con differenti culture e diversi background formativi ha rappresentato un momento di crescita per tutti noi perchè ha messo in gioco certezze ma ha anche permesso di acquisire una ricchezza di esperienze che altrimenti si sarebbero perse in una frammentarietà di interventi. Un confronto tra culture diverse ma spesso molto affini non solo è auspicabile ma anche doveroso per pi professionisti della salute come sono i medici. Per quanto concerne il dialogo con i medici USA non vedo francamente motivi per cui non affrontare il tema che attualmente non è in agenda, ma può rappresentare un momento di riflessione per il comitato Centrale. Non vi è dubbio che la assoluta maggioranza delle nozioni acquisite dai medici europei, italiani inclusi, deriva dalla cultura statunitense e per questo sarà opportuno un confronto anche con i medici USA.

Per finire: quali sono gli appuntamenti di rilievo su cui vi concentrate nei prossimi mesi?
Certamente il convegno di Sanremo che si avvia a diventare un evento di risonanza europea per la rilevanza dei temi trattati, e poi l’appuntamento della COMEM in Barhein in Aprile, che è il primo incontro dopo l’approvazione dello statuto avvenuto a Palermo. Infine tutti gli incontri della CEOM, della UEMO e della UEMS. Insomma c’è da lavorare e i nostri delegati sono impegnati fortemente su vari fronti.

Autore: Redazione FNOMCeO

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