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DDL Concorrenza, dagli Odontoiatri un telegramma a Bersani: “Venga alla nostra Assemblea nazionale”

Lo ha anticipato sabato scorso a Catanzaro con un “telegramma”, lanciato dal palco dell’evento “Marketing, pubblicità e social”, organizzato dalla locale Commissione Albo Odontoiatri. Lo ha ribadito oggi con un invito formale: il presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo, ha chiamato Pierluigi Bersani, padre delle liberalizzazioni, a parlare di concorrenza, libero mercato, ingresso del capitale e pubblicità. E a farlo di fronte ai 106 presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri d’Italia, riuniti in Assemblea Nazionale a Roma (presso il Visconti Palace Hotel, Via Federico Cesi, 37), venerdì 7 (dalle 14,30 alle 19,30) e sabato 8 luglio (dalle 8,30 alle 13,00).

Alla base dell’invito, le parole pronunciate dallo stesso Bersani nel suo intervento alla Camera durante la discussione del DDL Concorrenza,un netto e chiaro invito a tenere il capitale fuori dalla Sanità: “con queste norme … noi facciamo un passo indietro, grande, perché consentiamo al capitale di entrare in un settore protetto. Questo è il contrario esatto della liberalizzazione”. Parole che sembrano entrare in risonanza coni moniti da sempre espressi dalla Cao. 

“Non capiamo i motivi del cambio di rotta ma apprezziamo – si legge nel telegramma – . Se non è uno spot elettorale venga venerdì o sabato prossimo all’Assemblea dei Presidenti Cao dei 106 Ordini provinciali -rappresentativi di 62.000 circa iscritti agli albi – che si terrà a Roma a spiegarci i motivi e studiamo insieme il modo di riparare agli errori fatti. Stop”.

Gli Odontoiatri si aprono dunque al confronto proprio con Bersani che, con le sue “lenzuolate”, fu il primo ad aprire il settore sanitario alla concorrenza. Accetterà l’invito?

“Noi speriamo proprio di sì – ha spiegato Renzo –: sarà l’occasione per illustrargli tutti i danni che i pazienti stanno subendo per l’ingresso del capitale in Odontoiatria, e quelli che ancora dovranno patire quando il capitale non riterrà più vantaggioso investire nel settore, ormai depauperato, e si sposterà altrove. Né accetteremo che il capitale, grazie a qualche testa di paglia camuffata da direttore sanitario, abbia la possibilità di decidere cure e terapie da far eseguire sui pazienti. Tornare indietro è ancora possibile: concretizziamo insieme il cambio di rotta”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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