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Forum Risk Management: il nuovo corso FAD nelle parole di Luigi Conte

Da anni ad Arezzo si danno appuntamento le esperienze più significative in ambito di gestione del rischio nella salute, in tutte le sue accezioni. Stiamo parlando del Forum Risk Management (2326 novembre), expò autunnale giunta alla sua quinta edizione, promossa da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, AgenasFondazione Sicurezza in Sanità, Conferenza Stato-Regioni (coordinamento sul rischio clinico), a cui hanno confermato la propria presenza i ministri Ferruccio Fazio e Maurizio Sacconi.

Anche quest’anno la presenza FNOM è qualificata e significativa, con Luigi Conte (presidente OMCeO Udine) e Sergio Bovenga (presidente OMCeO Grosseto) tra i relatori già nella giornata inaugurale. A Conte – che coordinerà insieme ad Alessandro Gherardini, del Ministero della salute, il workshop “La FAD per gli eventi sentinella” – abbiamo chiesto di illustrare la presenza FNOMCeO e il progetto di corso e-learning che sta per avviarsi in collaborazione con IPASVI.

Presidente, la FNOM sarà ad Arezzo per presentare un nuovo progetto FAD, sviluppato in sinergia con IPASVI: ci vuole anticipare di che si tratta?
La partnership tra FNOMCeO, IPASVI e MINISTERO della SALUTE per la diffusione della cultura della gestione del rischio clinico iniziata tre anni orsono con il corso fad SiCURE prosegue. In questi giorni teniamo a battesimo un corso FAD Blended sulla Root Cause Analysis, una metodologia per la identificazione delle cause profonde degli eventi avversi e degli eventi “sentinella”. Tra qualche mese sarà on line un corso fad sull’ ”audit clinico” e nell’autunno 2011 sul “Governo Clinico”. L’opera di alfabetizzazione in tema di “risk management” dei professionisti della salute è un impegno prioritario in ossequio al dettato dell’art. 14 del nostro codice di deontologia. Il risk management è un obbligo etico e deontologico e riteniamo che tutti i medici devono possedere gli strumenti culturali e pratici per padroneggiarlo.

FAD, Blended, Residenziale: a suo parere sono sistemi-ECM che si possono integrare a vantaggio della formazione del medico o c’è un sistema formativo che si sta rivelando migliore e più affidabile?
Nell’accordo Stato/Regione del novembre 2009 sono elencati quali strumenti adeguati dell’ECM la formazione residenziale (RES), la formazione sul campo (FSC), la formazione a distanza (FAD) e la formazione blended. Ognuna della tre si presta a “specifiche” attività formative per conseguire “specifici” obiettivi formativi e sviluppare “specifiche “ competenze.
Rispetto all’esperienza maturata, prevalentemente sviluppata in formazione residenziale con costi elevati, occorre valorizzare la formazione sul campo e la formazione a distanza che hanno costi inferiori e probabilmente maggiore efficacia. Nel documento sul Dossier Formativo elaborato dalla IV Sezione della Commissione Nazionale ECM da me coordinata, sulla base di un approccio che tenga conto della possibilità di rappresentare la multidimensionalità e la specificità delle professioni sanitarie, si è proposto un sistema semplificato per classificare le competenze e le conseguenti attività formative a queste correlate. Per le competenze medico-specialistiche e delle diverse professioni sanitarie ci si può affidare ad attività prevalentemente realizzabili in formazione residenziale. Le competeneze di processo e relazionali/comunicative sono ben acquisite in in attività di formazione sul campo( FSC). Per le competenze di sistema, organizzativo/gestionali e di ruolo, le attività formative più appropriate sembrano essere quelle che ricorrono alla metodologia della Formazione a Distanza (FAD).

Dopo Cernobbio, anche ad Arezzo la Federazione si proprone come soggetto autorevole del sistema di Formazione Continua italiano. Ma essere garanti vuol dire anche prendersi delle responsabilità: siete certi del cammino intrapreso?
Un bagaglio di conoscenze e competenze sempre aggiornate e sempre più consistente è la connotazione etica e sociale di ogni bravo medico ed odontoiatra. La Responsabilità è una caratteristica che connota quotidianamente il nostro agire professionale.
Noi siamo convinti che l’ECM sia il primo gradino verso la “long life education” per garantire la qualità professionale e l’efficienza dei servizi. E’ per questo che dobbiamo essere i “garanti” del sistema e della sua efficienza ed efficacia. L’impegno che ci siamo assunto è di un continuo monitoraggio dell’ECM per stroncare sul nascere fenomeni di opportunismo commerciale e porre rimedio in tempo reale ad eventuali malfunzionamenti del sistema. La formazione e l’aggiornamento non possono e non devono essere occasionali ed a “spot”, ma sono un obbligo prima di tutto etico e deontologico di tutti gli operatori sanitari verso tutti i cittadini per garantire le migliori cure possibili. La formazione “long life” deve svolgersi lungo un progetto pluriennale ed affondare le radici in un autoesame individuale accurato che tenga anche conto del contesto e del gruppo di lavoro in cui si opera.
Siamo consapevoli di ciò per cui abbiamo lavorato e dell’impegno che ci attende ma anche del fatto che questo può e deve essere un percorso virtuoso per garantire la qualità della Professione ed onorare il ruolo di centralità che la professione medica rivendica nella moderna società.

Crede che una certa diffidenza recente del mondo medico nei confronti del sistema ECM stia per essere superata?
Dieci anni di sperimentazione dell’ECM sono stati molto utili. I professionisti della salute hanno capito l’importanza di dedicare almeno una settimana all’anno al proprio miglioramento culturale e professionale.
Ci sono stati dei contrattempi politico-burocratici che hanno indotto un calo di attenzione e di tensione. Ci sono stati comportamenti opportunistici di organizzatori di eventi che hanno contribuito a trasmettere l’idea sbagliata che l’ECM sia un banale creditificio. Facendo tesoro dell’esperienza maturata bisogna dare un colpo d’ala che metta in campo un sistema trasparente, efficiente e maturo al servizio di professionisti consapevoli, maturi e responsabili.

Ha la percezione che il mondo dei provider stia rispondendo per il meglio al nuovo sistema?
I Provider stanno rispondendo, non ancora al massimo, ma stanno rispondendo.
Nell’immediato la risposta non è stata massiccia per oggettiva difficoltà a comprendere ed attivare tutte le regole per l’accreditamento. Altro elemento critico è rappresentato dal fatto che quasi tutte le Regioni, anche quelle a sistema regionale ECM più evoluto, non sono ancora partite con l’accreditamento regionale dei provider. Ma si conta che con gennaio 2011 anche questa criticità possa essere avviata a soluzione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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