I Big Data come arma di precisione nelle strategie di prevenzione

Quando ci ammaliamo, quandoandiamo dal medico, in farmacia, in ospedale, quando discutiamo sui forum disalute, persino quando ci lamentiamo sui social network del raffreddore che ciaffligge in cerca di ‘coccole’ e di conforto: tutti noi siamo, piùo meno consapevolmente, generatori di ‘Big Data’ sanitari. Secondola definizione data dal Decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, in riferimentoal Fascicolo Sanitario Elettronico, infatti, per ‘Big DataSanitari’ si intende l’insiemedi dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati daeventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito.

Facile immaginare le strategie diprevenzione che i medici, gli epidemiologi, i genetisti, le istituzioni, idecisori politici potrebbero mettere in atto avendo accesso, incrociando e facendodialogare tra loro questo enorme volume di dati ad alta velocità, complessità evariabilità. 

E proprio agli scenari presenti efuturi della prevenzione basata sui Big Data, la Federazione nazionale degliOrdini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) e l’Ordine deiMedici e degli Odontoiatri di Salerno hanno voluto dedicare le Giornate dellaScuola Medica e Salernitana di quest’anno: si intitolerà infatti ‘Precision Prevention: from Big Datato Individual Health’ il Simposio internazionale che si svolgerà a Salerno,presso il Grand Hotel di Lungomare Tafuri 1, sabato 21 ottobre.

“Così come lamedicina di precisione impiega dati sui singoli pazienti per pianificarel’intervento terapeutico più adatto, così la prevenzione di precisione fauso dei “Big Data” per studiare l’impatto dei fattori dirischio sullo sviluppo di determinate patologie all’interno di unapopolazione e per identificare strategie atte a prevenirne l’insorgenza oper ottimizzare l’uso delle pratiche e delle risorse terapeuticheesistenti – spiega il presidente dell’Ordine di SalernoGiovanni D’Angelo, responsabile scientifico del Simposio, insiemeal presidente della Fnomceo Roberta Chersevani, al genetistadell’Università della Lousiana Lucio Miele eall’epidemiologa di Harvard Immaculata De Vivo –  . Questoapproccio, che utilizza sia dati genomici che ambientali,potrebbe costituireuno strumento eccezionale per generare modelli di rischio sempre più accuratiin grado di fare predizioni, a lungo termine, sull’evoluzione esull’esito delle patologie in esame”.

“Tuttavia –continua D’Angelo -, affinché produca risultati utili, l’impiegodei “Big Data” deve essere basato su rigorose procedure analitichee sulla qualità e specificità degli stessi. Inoltre questa grossa mole di datigenerata su singoli individui potrebbe creare problemi etici e giuridici, dicui bisogna tener conto al momento di pianificare studi di popolazione”.

Il Simposio del 21 ottobre saràpreceduto, venerdì 20, dalla riunione del Comitato Centrale della Fnomceopresso la sede dell’Ordine e poi dalla consegna, pressol’Università, dei Premi internazionali della Scuola Medica Salernitana edal Giuramento dei neoiscritti all’Ordine.  

Autore: Redazione FNOMCeO

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