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III Rapporto FNOMCeO – Censis, le prime anticipazioni. SSN in peggioramento, medici e cittadini in affanno; tiene il rapporto con il medico di medicina generale

Sarà presentato il 12 marzo a Foggia in occasione della Giornata di prevenzione della violenza contro gli operatori socio-sanitari

Oltre il 72% dei cittadini ha verificato un peggioramento del Servizio sanitario nazionale nel tempo. È questo uno dei dati più significativi contenuti nel III Rapporto FNOMCeO-Censis“Centralità del medico e qualità del rapporto con i pazienti per una buona sanità. Alle origini della criticità della condizione dei medici nel Servizio sanitario”.

Una sintesi dei principali risultati verrà presentata dopodomani, 12 marzo, a Foggia, in occasione delle celebrazioni della FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri per la Giornata contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, per voce di Sara Lena del Censis.

Sarà possibile seguire la diretta streaming a questo link: https://youtube.com/live/2xGpSw9pUEo.

La FNOMCeO anticipa già oggi alcuni dati, per divulgare il 12 l’intera sintesi e presentare poi il Rapporto integrale a fine marzo in Senato.

Il rapporto, che vuole indagare le cause della violenza nei confronti dei medici e degli altri operatori sanitari, è stato costruito, oltre che su numeri provenienti da banche dati istituzionali, attraverso una doppia intervista: un’indagine condotta su un campione nazionale rappresentativo di 1.000 italiani maggiorenni e una su 500 medici. Per quanto riguarda la percezione dei cittadini, i dati mostrano il gap tra aspettative ed esperienze concrete, il cui esito inevitabile è un’incrinatura nel rapporto medico-paziente. In concreto, tale rapporto è sempre più schiacciato dai tempi ristretti che gli operatori sanitari possono dedicare all’interazione con pazienti, familiari o caregiver. E origine importante è la carenza di personale, tanto che il 66,4% dei cittadini ha verificato la forte carenza di medici e infermieri e, in particolare, il 64,8% dei residenti nel Nord Ovest, il 61,9% nel Nord Est, il 64% nel Centro e il 71,9% nel Sud e Isole.

Un rapporto incrinato anche dalle esperienze negative vissute dai cittadini nei luoghi essenziali della sanità. Al 52,2% dei cittadini è capitato di avere, per sé o per un parente, una brutta esperienza in un Pronto Soccorso (lunghissime attese, carenza di informazioni, ecc.). È capitato in particolare al 45,4% dei residenti al Nord Ovest, al 49% al Nord Est, al 50,4% al Centro, al 60,5% al Sud e Isole.

In generale, nelle esperienze avute negli anni, il 72,3% dei cittadini ha verificato un peggioramento nel Servizio sanitario nel tempo. Del resto, il prolungato ridimensionamento delle strutture e degli organici del Servizio sanitario nazionale è un dato di fatto. Prendiamo, ad esempio, proprio i pronto soccorso: il loro numero nelle strutture del Servizio sanitario era pari a 659 nel 2003, a 490 nel 2013 e a 433 nel 2023 (elaborazione Censis su dati del Ministero della Salute). In venti anni si è avuta una contrazione di 226 punti di Pronto Soccorso nelle strutture pubbliche e del privato accreditato.

Gli accessi al Pronto Soccorso erano 22,7 milioni nel 200320,6 milioni nel 2013 e 18,4 milioni nel 2023; tuttavia il numero medio di accessi per Pronto Soccorso è aumentato da 34.463 del 2003 a 41.941 del 2013 a 42.386 del 2023.

In venti anni quindi si registra un incremento del carico medio teorico per punto di Pronto Soccorso di 7.923 unità annue pari a +23%: dato che mostra plasticamente, sia pure sulla base di un indicatore statistico teorico, l’incremento del carico assistenziale sugli operatori del Pronto Soccorso.

Anche sul territorio, si registra una diminuzione del numero dei medici di medicina generale, con conseguente aumento del numero degli assistiti e dei carichi di lavoro.  Gli attuali 37.983 medici di medicina generale (Mmg) sono in numero inferiore di oltre 9 mila unità rispetto a 20 anni fa e di oltre 7 mila rispetto a 10 anni fa. Il restringimento della rete di Medici di medicina generale è un processo di lunga deriva, largamente preventivabile. Infatti, per 10 mila abitanti erano 8,2 nel 2003, 7,5 nel 2013 e 6,4 nel 2023. I medici con più di 1.500 assistiti erano meno del 16% nel 2003, il 28,3% nel 2013 e addirittura il 51,7% nel 2023. Sono i numeri di una scarsità crescente di professionisti che raccontano della rarefazione di una rete di tutela sul territorio che, sinora, è stata colmata dall’impegno crescente e dalla buona volontà dei Medici di medicina generale in attività. Impegno che è apprezzato e premiato dai cittadini.

In un contesto di crisi conclamata del Servizio sanitario e in un momento di incrinatura nel rapporto medico-paziente, c’è infatti un baluardo che tiene: ed è proprio il medico di medicina generale. Per l’88,9% dei cittadini è importante perché lo aiuta a trovare soluzioni adatte alle sue esigenze (ad esempio percorsi diagnostici, terapeutici, di cura ecc.). Lo pensa in particolare l’88,2% dei residenti al Nord Ovest, il 91,5% al Nord Est, l’85,4% al Centro e il 90% al Sud e Isole. Inoltre, per il 76% è essenziale avere il MMG vicino casa. Opinione condivisa dal 75,6% dei residenti al Nord Ovest, dal 77,3% al Nord Est, dal 76,5% al Centro e dal 75,3% al Sud e Isole. Ed è comunque il 71,8% che non rinuncerebbe mai al proprio MMG di fiducia, opinione nettamente prevalente in modo trasversale ai gruppi sociali e ai territori.

L’importanza del Medico di medicina generale (MMG ) per gli ITALIANI (val.%)

 

Ufficio Stampa FNOMCeO
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10 marzo 2025

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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