Interrogazione parlamentare – Violenza medici – Nella interrogazione si rileva che “si apprende dalla stampa che, nella mattina del 5 gennaio 2020, scene di follia e violenza si sono verificate all’interno del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno;
un cittadino extracomunitario è stato il protagonista dell’ennesima aggressione che ha seminato il panico tra il personale medico e i pazienti;
l’uomo, in attesa con codice verde, all’improvviso ha cominciato ad urlare. Poi si è chiuso in bagno e ha cominciato a gridare «Allah Akbar». È stato proprio in quel preciso momento che tutti hanno cominciato a pensare al peggio, anche a un possibile attentato terroristico;
poco dopo sono intervenuti due vigilanti che hanno cercato di risolvere la situazione, ma alla fine sono stati aggrediti dall’uomo, il quale ha strappato lo specchio dal muro del bagno e ha colpito i due ferendoli alle mani e al volto;
la circostanza che il protagonista di questo ultimo episodio verificatosi a Salerno sia un immigrato non rende più grave una situazione che ha superato ogni limite;
l’increscioso episodio di violenza verificatosi al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Salerno è solo l’ultimo di un’inquietante e allarmante escalation che coinvolge ospedali in tutto il Paese, determinando un vero allarme sicurezza;
a farne le spese è molto spesso il personale sanitario del pronto soccorso, alle prese con una domanda di assistenza che aumenta di giorno in giorno e una carenza di personale diffusa. Una miscela esplosiva, che favorisce la tensione tra le persone in attesa;
il presidente dell’ordine dei medici di Salerno e provincia, Giovanni D’Angelo ha spiegato: «questo ennesimo atto di violenza nei luoghi nei quali si svolge l’attività di assistenza conferma l’estrema urgenza di mettere in atto ogni misura possibile per dare sicurezza in primis al personale, che con dedizione e professionalità si adopera giorno e notte per curare chi ne ha bisogno e, nel contempo, per ricreare quella necessaria tranquillità in ambienti così particolari, quali quelli dediti alla risoluzione di problematiche mediche in emergenza-urgenza, che rappresentano le condizioni trigger più comuni per l’insorgenza di atti di violenza verbale e fisica. La legge per il riconoscimento dello status giuridico di “pubblico ufficiale” per chi opera nell’assistenza attende da mesi la discussione e approvazione alla Camera, ultimo ostacolo». Ma, al di là della legge, «sono necessari interventi di tipo divulgativo e comunicativo verso la popolazione, perché si riporti in Sanità il rapporto paziente-personale assistenziale a una corretta e produttiva forma collaborativa e a un giusto livello di tolleranza, che deve contraddistinguere una società civile, nel rispetto dei diritti di entrambi: sanitari e pazienti»;
la sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari è, dunque, un’emergenza nazionale che necessita di molteplici iniziative per risolverla;
prioritaria è la necessità di riconoscere per legge la qualifica di pubblico ufficiale a chiunque eserciti una professione sanitaria o sociosanitaria, stante la pubblica funzione che svolgono in attuazione di un diritto tutelato dall’articolo 32 della Costituzione;
è, altresì, improcrastinabile la modifica dell’articolo 357 del codice penale, prevedendo la procedibilità d’ufficio e un inasprimento della pena per chi aggredisce o vilipende gli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni –:
quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati, per quanto di competenza, in relazione a quanto esposto in premessa e quali ulteriori urgenti iniziative ritengano di attuare al fine di garantire la sicurezza dei medici e del personale ospedaliero, «veri eroi», professionisti della salute, che riescono a garantire uno dei migliori servizi sanitari nazionali con risorse inferiori alla media degli altri Stati”.