“Mi chiedo come è possibile che medici radiati dai loro Albi nazionali poi possano continuare ad esercitare all’estero, come Simoncini. Non dovrebbe essere permesso, così come ci vorrebbe un controllo sul web su quei messaggi ingannevoli che spingono le persone ad abbandonare le cure tradizionali”.
Parola di Amedeo Bianco, presidente della FNOMCeO, che così interviene nell’inchiesta di Maria Novella De Luca, alle pagine 27, 28 e 29 de La Repubblica, con strillo in prima, dall’emblematico titolo “La fabbrica delle illusioni”.
E dal farmaco anticancro ricavato dal veleno dello scorpione cubano, al bicarbonato iniettato endovena, all’ascorbato di potassio, alla “Nuova medicina germanica del dottor Hamer”, alla dieta Gesson a base di succhi di frutta, molte sono le “illusioni” vendute ai malati che finiscono oggi nel mirino de La Repubblica.
“Ogni anno centinaia di italiani malati di cancro si affidano all’estero alle cure non riconosciute di medici radiati e ciarlatani” denuncia l’inchiesta.
“C’è un business mondiale che non conosce crisi – si legge nell’articolo, che alleghiamo integralmente – ma cresce, prospera e fa profitti oltre l’immaginazione, venti, forse trenta miliardi di euro l’anno secondo le ultime stime americane. Si chiama ‘mercato della speranza’, attinge e specula nell’immenso bacino della sofferenza, non ha confini fisici (i pazienti sono disposti ad andare ovunque) né economici (si paga qualunque cifra) e comunque c’è la Rete a garantire contatti, spedizioni, che si traducono quasi sempre in illusioni, a volte in truffe, ogni tanto in tragedie”.
A corredo dell’inchiesta, un’intervista, a firma di Fabio Tonacci, all’oncologo Umberto Veronesi, che auspica “Più psicologia per battere i curatori”.
“Quando si affronta una malattia grave e considerata fino a poco tempo fa incurabile – spiega Veronesi –, si cerca ovunque la guarigione: è umano. Molti la cercano a livello metafisico attraverso le religioni, altri si avviano verso qualsiasi fonte prometta loro la speranza. Detto questo, l’assistenza psicologica è un aspetto fon-damentale della cura, e non sempre viene valorizzato. Sappiamo però che la scarsa umanità caratterizza soprattutto i medici americani, gli italiani sono mediamente più attenti ed empatici”.
Veronesi, oltre a mettere in chiaro che “il vero problema è l’abbandono delle cure, perdendo così i benefici del seguire una terapia con sistematicità”, fa presente che la maggior parte dei guaritori non sono medici.
“Per i medici – afferma infatti –, ci sono gli ordini, o organismi analoghi a seconda dei Paesi. Ma spesso gli "stregoni" non sono medici. Non esiste di fatto una limitazione alla somministrazione di una qualche forma di cura, a meno che il "curatore" non venga accusato per eventuali danni arrecati alla salute dei suoi pazienti, o seguaci che dir si voglia”.
Non c’è solo Repubblica, però: la sanità, oggi, tiene la scena su tutti i giornali. E sono soprattutto i tagli che rischiano di compromettere il Sistema sanitario nazionale a far discutere. Il Fatto Quotidiano dedica all’argomento l’Editoriale di Ferruccio Sansa oltre a una lunga serie di articoli.
“La sanità simbolo dell’Italia Unita, celebra l’unità meglio di inni e marcette” è il titolo dell’Editoriale.
Che così si apre: “I discorsi. L’inno. Abbiamo festeggiato l’Unità d’Italia celebrando guerre e battaglie Ma ci siamo dimenticati di ricordare una delle nostre più importanti conquiste: la sanità pubblica”.
E continua: “Potrà sembrare eccessivo di fronte ai quotidaini casi di malasanità. È giusto denunciarli, cercarne i responsabili. Ma è indispensabile ricordarci quella conquista che ha pochi uguali nel mondo. È lecito essere, una volta tanto, orgogliosi”.
“Si curi chi può” è poi il titolo dell’inchiesta di Salvatore Cannavò che, alle pagine 2 e 3 sempre de Il Fatto Quotidiano indica “dove curarsi in Italia oggi, mentre i privati e i tagli (23 miliardi e 7300 letti) assediano una sanità ancora tra le migliori del mondo”.
Contro i tagli lineari punta ancora una volta il dito Ivan Cavicchi nella sua rubrica sempre sullo stesso quotidiano, denunciando: “Gente esclusa dai diritti”.
Alleghiamo questi e tutti gli articoli sulla Sanità de “Il Fatto” di oggi.
“Effetto tagli agli sprechi: crolla l’assistenza sanitaria” titola anche La Stampa a pagina 12. “Meno ricoveri e cure al tempo della crisi: Così soffre la Sanità” è invece lo strillo in prima che annuncia l’inchiesta, basata sul “Rapporto choc del ministero della Salute”, secondo il quale “solo otto Regioni garantiscono prestazioni adeguate per ricoveri ospedalieri, cura degli anziani e farmaci”.
Tra queste Regioni non c’è Il Lazio, come rileva Il Messaggero in apertura della Cronaca di Roma: “Sanità, Lazio bocciato ancora”.
Sui dati presentati dal Tribunale dei Diritti del Malato nell’annuale Rapporto sul servizio Sanitario si basa invece L’Unità, per affermare: “Code e liste d’attesa, arrivano altri tagli”. Mentre dallo studio condotto dal Censis sulle attese per la previdenza sociale e dall’indagine della Società italiana di gerontologia e geriatria sul rapporto tra gli anziani e il servizio sanitario esce netto il quadro delle paure degli over 75: “Crisi, cresce il timore per pensioni e Sanità”.
Intanto, dal suo spazio su La Repubblica, “Linea di confine”, Mario Pirani ribadisce ancora una volta la necessità che siano resi noti “i dati su quali siano le risorse sanitarie assunte per occuparsi di assistenza e poi via via incontrollatamente divenute risorse amministrative” e rileva come i medici diventino “sempre più operai di una sanità-fabbrica con tanti dirigenti negli uffici”.
In allegato, i pdf di tutti gli articoli.
Autore: Redazione FNOMCeO