LA SALUTE TRA PASSATO E FUTURO

 


Recentemente il Censis e il Forum per la ricerca biomedica hanno realizzato una importante ricerca Sugli Italiani e la salute tra passato e futuro.


Una ricerca che ha ripercorso, dagli anni Sessanta ad oggi, la storia del rapporto dei cittadini con la salute e il farmaco, nonché l’evoluzione del sistema di offerta sanitaria. L’indagine, nelle sue linee generali, ha rilevato che la concezione quasi etica degli stili di vita salutari (no ad alcool, fumo, sedentarietà alimentazione eccessiva) non costituisce più un dogma unico, perché, in parallelo, sta crescendo l’attenzione degli Italiani all?ambiente in cui si vive e all’ereditarietà come fattori essenziali della buona salute.


In tale contesto il medico, a lungo considerato depositario di un potere intoccabile, viene oggi riscoperto come riferimento essenziale dal quale attingere informazioni adeguate, e le cui indicazioni vanno seguite con scrupolo.


L’autocura, così diffusa tra gli italiani, non è quindi un terreno di contestazione del potere medico, ma piuttosto un esperienza da praticare in linea con le indicazioni mediche. Per il futuro, è notevole la fiducia degli Italiani nelle potenzialità delle nuove tecnologie e della ricerca, come dimostra la richiesta di investire nelle biotecnologie per la salute e nell’ingegneria genetica, limitatamente alla correzione di geni che determinano malattie. Battere le malattie incurabili è la priorità, senza però trascurare la ricerca di risposte adeguate agli effetti collaterali e ai rischi che sono associati all?assunzione di farmaci.


 


L’INDAGINE NEL MERITO


Il campione nazionale rappresentativo è stato di 1000 italiani con raffronti ad analoghe indagini precedentemente realizzate dal Censis e dal Forum.


Nello specifico il 27,6% degli intervistati nel 2008 dichiara che stare bene vuol dire sentirsi in forma, in grado di svolgere le normali attività, definizione che era preponderante in misura ancora più accentuata dieci anni fa, nel 1998, quando era condivisa dal 35% degli Italiani intervistati.


Per il 21,1% invece star bene coincide con l’assenza di malattie che nel 1998 aveva invece registrato il 12,0%. Per quanto riguarda il medico di famiglia è oltre il 66% a identificarlo quale fonte principale per le informazioni in materia sanitaria, quota che è sostanzialmente in linea con quella rilevata nel 1987 e superiore a quella del 1998 (53,4%) .


Il Farmacista è fonte di informazione per il 15,6% degli intervistati percentuale però superiore rispetto sia al 1987 (6,4%), sia del 1998 (6,5%).  Il 90,1% degli intervistati in caso di malattia grave, quanto al comportamento  verso i farmaci prescritti, segue le prescrizioni nelle dosi e nella durata della cura; il 73% di fronte a situazioni lievi o gravi consulta subito il proprio medico di base e solo il 16% si rivolge direttamente ad uno specialista, 1,3% chiede consiglio al farmacista ed il 3% fa uso di metodi c.d. alternativi (erbe, agopuntura, prodotti omeopatici).


A proposito di terapie non convenzionali si è registrato un uso leggermente inferiore rispetto al 2001 (23,6); le usano dunque il 23,4% degli Italiani. Le cure alternative vengono usate dal 26% delle donne e dal 36% dei laureati; secondo il 30,5% degli intervistati le medicine alternative sono rimedi naturali e innocui, aumentano però gli italiani convinti


che questi prodotti siano inutili e qualche volta dannosi, il 15,2%  (+1,5% rispetto al 2002). Per il 68,1% degli Italiani obiettivo primario per la ricerca sui farmaci dovrà essere essenzialmente quello di dover scoprire farmaci in grado di guarire patologie ancora incurabili, il 28,8% si aspetta dalla ricerca farmacologica che scopra farmaci meno rischiosi e con meno effetti collaterali di quelli attuali; il 19,6% ritiene prioritario, per il futuro, il trattamento a scopo preventivo di fattori di rischio per malattie gravi.


Infine l’80,3% ritiene che si consumano troppi farmaci rispetto a quelli realmente necessari ed il 30,4% ritiene che i farmaci debbano essere venduti solo in farmacia; il 40.3% ritiene il ticket sui farmaci uno strumento necessario per limitare l’acquisto dei farmaci.


Quanto allo sviluppo della ricerca biotecnologica l?87,2% degli intervistati ritiene utile il suo espandersi in assoluto ed il 64,9% ritiene che la sua applicazione debba essere limitata al campo della salute .


La ricerca si conclude con un approfondimento storico su Farmaco e Sanità nelle ricerche del Censis: le tappe evolutive dal 1960 al 2008.


 


 



 P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO


 

Autore: Redazione FNOMCeO

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