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Quando la sanità fa notizia – Come cambia la professione odontoiatrica

“Nonostante i passi avanti ancora molto resta da fare” : così si intitola l’editoriale di febbraio della rivista Doctor Os, a firma del presidente della Cao Nazionale Giuseppe Renzo, che esplicita tutte le ricadute sull’Odontoiatria della Legge Lorenzin sulla riforma degli Ordini e che, per gentile concessione dell’Editore, potete leggere in anteprima nel pdf allegato.

“L’anno 2017 si è chiuso con l’approvazione definitiva del disegno di legge Lorenzin concernente fra l’altro la riforma degli ordinamenti delle professioni sanitarie: si tratta della conclusione di un percorso molto lungo che ha visto impegnato il legislatore per diversi anni – spiega Renzo – . Si apre ora un periodo di applicazione della nuova normativa che dovrà necessariamente tradursi in regolamenti ministeriali che dovranno essere emanati entro sei mesi dall’approvazione della nuova legge. La FNOMCeO, quindi , ovviamente anche la componente odontoiatrica, dovrà confrontarsi nel nuovo anno con i responsabili ministeriali per redigere regolamenti che consentano di tradurre in pratica i principi contenuti nella legge. Siamo fiduciosi perché i rapporti da tempo instaurati fungeranno da base alle risoluzioni migliori. Per quanto riguarda in particolare l’odontoiatria , alcuni risultati sono stati già raggiunti, si pensi all ‘aumento quantitativo dei componenti delle commissioni odontoiatriche, alla normativa che sancisce un inasprimento delle sanzioni penali per il reato di esercizio abusivo della professione e alla istituzione in senso formale dell’assemblea dei presidenti delle CAO. Non si pub che partire da questa situazione per comprendere le iniziative già poste in essere dalla CAO nazionale e che certamente saranno continuate anche dopo il prossimo rinnovo elettorale che contribuirà a ricostituire sin dal prossimo mese di gennaio l’attuale composizione degli organi) collegiali della FNOMCeO”. In allegato l’articolo in versione integrale.

Di Legge sulla Concorrenza e di società di capitali si parla invece sul primo numero del 2018 di Dental Tribune, uscito oggi, dal titolo “Uno spettro si aggira per l’ltalia le società di capitale in ambito odontoiatrico”.

Potete leggere l’articolo integrale nel file allegato. Qui di seguito, un estratto. “Pensando ai capitali su cui da due anni si concentra il dibattito odontoiatrico su “Società di capitali” o “catene”, non può non venire in mente Cari Marx, padre de “Il capitale”, in virtù del quale si potrebbe dire che “Uno spettro si aggira per l’Italia: le società di capitale”. A generare la crisi di identità del dentista, una campagna mediatica culminata nel ddl concorrenza dove si dice che «l’esercizio dell’attività odontoiatrica è consentito solo a soggetti con titoli abilitanti ex legge 24 luglio 1985, n. 409 o a società del settore odontoiatrico in cui il direttore sanitario sia iscritto all’albo degli odontoiatri». Com’era possibile consentire ad una società l’attività di una professione protetta quale l’odontoiatrica? Il legislatore stesso, in tempi non sospetti (2011), aveva fugato la crisi d’identità, prima del ddl concorrenza con la legge istituenda delle società tra professionisti (stp), modello organizzativo voluto per ampliare le aggregazioni tra professionisti nel rispetto della tutela del cittadino-paziente. Il legislatore ha quindi normato un modello di società come la stp, mentre non esiste una legge che autorizzi l’esercizio di società di capitali non odontoiatrici. La salute non può essere assoggettata a logiche commerciali, dovendo il numero dei soci professionisti «essere sempre tale da determinare la maggioranza di due terzi nelle deliberazioni o decisioni dei soci». Un modello in cui sono previsti nuovi capitali, che non si sottrae alle responsabilità verso il cittadino e paziente né altro aspetto di fondo, al controllo degli Ordini, nati a tutela dei cittadini”.

A cura dell’Ufficio Stampa Fnomceo

Autore: Redazione

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