Nel 2015 è stato sottoposto ai giovani medici under40 iscritti all’Albo di Cuneo, un questionario multicentrico che è stato ideato e sviluppato dalla Commissione Giovani di OMCEO-Modena, per ottenere un quadro preciso sulla situazione lavorativa nazionale. Hanno partecipato a questo studio multicentrico, numerosi Ordini provinciali della penisola, tra cui quello di Cuneo. Vedi il grafico.
Analisi dei dati:
Sono stati intervistati circa 112 medici under40 (borsisti, assunti a tempo indeterminato, liberi professionisti, specializzandi/specializzati) di cui 74 erano Donne e 38 Uomini, nel complesso pari al 18% di tutti gli iscritti under40 dell’Ordine.
Il 35% dei giovani medici intervistati, non frequenta alcun corso di formazione specialistica (o perché è in attesa di concorso o perché ha già ottenuto il titolo desiderato), il 35% invece è specializzando e il 20% invece è iscritto al corso di formazione in MMG.
Inoltre il 12% del campione sarebbe interessato ad iscriversi a corsi professionalizzanti in medicine complementari (agopuntura in primis, omeopatia e fitoterapia).
Gli Stipendi:
Il 38% dichiara di guadagnare tra i 1000 e i 2000 euro al mese, il 26% ne guadagna tra i 2000 e i 3000 , l’8% ne guadagna meno di 1000 euro al mese e il 5% non percepisce reddito, solamente il 7% ha un entrata superiore ai 3000 euro/mese
Coloro che svolgono la libera professione, ossia il 25% degli intervistati, presenta una notevole variabilità in base all’orario settimanale, ad esempio: di quelli che lavorano meno di 15 ore alla settimana, il 50% percepisce uno stipendio al di sotto dei mille euro mensili mentre il 34% ne percepisce tra i 1000 e i 2000 euro mensili; chi lavora per 15-30 ore alla settimana ha un guadagno nettamente superiore (il 50% percepisce dai 2000 ai 3000 euro mensili) e tra chi lavora dalle 30 alle 40 ore settimanali, il 75% percepisce uno stipendio tra i 1000 e i 2000 euro mensili, e soltanto pochi riescono a superare i 2000/3000 euro al mese.
Per quanto riguarda la scelta di essere madri/padri e quanto possa una tale scelta influire sulla propria formazione o carriera, il 46% dichiara che essere genitore vorrebbe dire rallentare il proprio accesso alla professione, il 28% invece sostiene che la genitorialità non incida sull’accesso, mentre il 13% dichiara che l’essere genitore ha effettivamente influito negativamente sulla propria stabilità lavorativa.
Livello di soddisfazione della carriera:
Il 50% del campione è soddisfatto della carriera intrapresa, di cui il 17% lo è completamente e di questi circa la metà lavora in Ospedale con contratti di formazione specialistica e con un’entrata pari a 1000/2000 euro al mese, mentre l’altra metà è costituita da medici o in formazione o già diplomati in MMG e che lavorano prettamente sul territorio e che percepiscono uno stipendio mediamente più elevato rispetto ai loro colleghi ospedalieri (circa 2000/3000 euro mensili); per quanto riguarda l’orario di lavoro, non vi sono grosse differenze.
Il restante 50% degli “abbastanza soddisfatti” della propria carriera professionale, non presenta elementi distintivi in quanto sono equamente distribuite le varie tipologie di contratto (a tempo indeterminato, a tempo determinato, borse di studio e formazione specialistica), gli stipendi sono mediamente intorno ai 1000 – 2000 euro mensili, con delle punte oltre i 3000 euro, e gli orari sono mediamente intorno alle 30-40 ore alla settimana. La restante parte o non è completamente soddisfatta o addirittura lo è per niente, ma non risultano grosse differenze di carriera tra gli intervistati.
I primi lavori:
Nei primi anni di professione il lavoro si trova soprattutto nelle sostituzioni sia di medicina generale (33%) che di pediatra di libera scelta (9%), che come medico di continuità assistenziale (15%), seguite da attività varie in libera professione ( 27%).
In conclusione, in base ai dati riscontrati possiamo affermare che la situazione lavorativa del giovane medico non si discosta dalla media nazionale. Si ritiene che il 18% dei partecipanti al questionario possa considerarsi soddisfacente e rappresentativo, anche se la problematica lavorativa è sottostimata, sia per quanto riguarda i diritti delle mamme-medico, sia per la tipologia dei contratti (e ovviamente il numero delle borse che è nettamente inferiore alle richieste e alle necessità) e sia per il livello di soddisfazione che per ora è al 50%.
Verrà riproposto il questionario a distanza di 3 anni, per vedere se qualcosa si è modificato.
Salvio Sigismondi
Eleonora Franzini Tibaldeo
Erika Pompili
Sabrina Salvai
Giorgio Mozzone
Autore: Redazione