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Lettera dei Medici a Bussetti: “Ammettere i medici stranieri alle specializzazioni con autocertificazione lingua”

Ammettere i medici stranieri alle scuole di specializzazione con un’autocertificazione del titolo attestante la conoscenza della lingua italiana, per richiedere l’attestato – a pena di decadenza – solo ai vincitori. È quanto propone la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), per voce del suo presidente, Filippo Anelli, che ha scritto oggi un appello al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che riportiamo di seguito.

(Uff stampa Fnomceo)


Onorevole Ministro Bussetti,

in riferimento al bando di ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione di Area sanitaria per l’anno accademico 2018/2019 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale in data 2 maggio 2019, come da comunicato  del MIUR, nella funzione istituzionale di Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO ) ente pubblico non economico, sussidiario dello Stato con funzioni di tutela degli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale, sono a sollecitare la Sua autorevole attenzione su un aspetto che rischia di determinare una disparità di trattamento nei confronti dei giovani colleghi interessati a presentare richiesta di partecipazione al Bando medesimo.

Mi riferisco in particolare alla previsione dell’art 4 commi 3 e 4 che tra i requisiti ammissione prevede per gli stranieri comunitari medici oppure non comunitari regolarmente soggiornanti in possesso del diploma di laurea e di abilitazione,  il possesso al momento della presentazione della domanda di partecipazione di “una certificazione di lingua italiana attestante la conoscenza della lingua italiana corrispondente al livello C1 del Quadro comune europeo di riferimento delle lingue QCER,  rilasciata da enti certificatori accreditati appartenenti al sistema di certificazione unificato CLIQ “; enti identificati nel decreto.

Ferma restando la assoluta condivisione del principio per il quale un professionista medico, abilitato all’esercizio della professione debba conoscere perfettamente la lingua del Paese che lo accoglie come professionista per poter garantire il livello di prestazioni adeguato ai cittadini-pazienti sono a porre in via ufficiale la richiesta di meglio esplicitare la modalità di accertamento del possesso di tale indispensabile requisito attraverso il meccanismo della autocertificazione.

Più precisamente il medico che presenta la domanda di partecipazione al bando potrebbe, in prima fase, autocertificare il possesso dell’attestato di lingua e solo successivamente laddove risultasse vincitore produrre, pena la decadenza, la certificazione richiesta.

In tal modo si potrebbe evitare che le previsioni attualmente contenute nel bando e sopra esposte, i cui termini di presentazione sono fissati al 21 maggio p.v., si trasformino in uno sbarramento preventivo, vissuto dai giovani colleghi come uno sbarramento aprioristico, finalizzato esclusivamente a circoscriverli, all’interno di una categoria professionale con minori possibilità di accesso rispetto ai colleghi di lingua madre italiana.

Tutto ciò varrebbe maggiormente per i giovani colleghi già dotati di regolare permesso di soggiorno e quindi già da tempo inseriti nel contesto territoriale italiano.

Augurandomi l’accoglimento della presente istanza invio distinti saluti

                                                                                                                Filippo Anelli

Autore: Redazione

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