L’Ordine dei Medici di Torino: “Troppi laureati costretti a specializzarsi all’estero”

Oggi si è svolta la Cerimonia annuale dell’Ordine, hanno giurato 510 nuovi iscritti.
Il presidente Giustetto: “Più attenzione nella comunicazione con i pazienti”.


“Oggi, a un giovane che si laurea in Medicina, incredibilmente non è garantito il proseguimento degli studi di specializzazione, condizione indispensabile per lavorare. E per i 1.500 laureati in Italia che ogni anno vanno a specializzarsi all’estero, e spesso non ritornano, lo Stato ha speso nei 6 anni precedenti 225 milioni di euro per la formazione. Un imbuto formativo che è una delle conseguenze del disinvestimento finanziario e politico da parte dello Stato sulla salute dei cittadini, avvenuto negli ultimi anni”.

Lo ha detto oggi pomeriggio il presidente provinciale Guido Giustetto, nel suo intervento alla cerimonia annuale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino, al Teatro Alfieri.

“Nel nostro Paese il Servizio sanitario nazionale è comunque eccellente e il Piemonte si colloca ai primi posti – ha sottolineato Giustetto -. Ma questo è anche merito dei medici che lavorano con vera abnegazione: si calcola che ogni anno in Italia i medici ospedalieri regalino allo Stato 15 milioni di ore di straordinario non retribuite, per un valore di circa 500 milioni di euro”.

Nel corso della cerimonia sono stati celebrati i decani fra i medici per l’attività professionale svolta ed è stato dato il tradizionale benvenuto a nuovi iscritti, in un ideale passaggio di testimone generazionale.

In tutto 127 i medici premiati questa mattina con le medaglie al merito professionale per i 50, i 60 e i 70 anni di laurea, come riconoscimento per l’attività svolta nel tempo: 9 premi per i 70 anni, 40 per i 60 anni e 78 per i 50 anni. Ogni medico ha tracciato un ricordo della propria carriera e delle esperienze maturate, delineando così anche un quadro storico dei progressi e dei cambiamenti della sanità piemontese negli ultimi decenni.

Nel pomeriggio si è tenuto il Giuramento professionale dei 459 medici (il 60% donne) e dei 51 odontoiatri nuovi iscritti: in sala è stata letta una versione moderna e aggiornata del classico Giuramento di Ippocrate, un testo dal grande valore non solo simbolico, il cui rispetto è previsto dal Codice di deontologia medica.

Proprio ai nuovi iscritti si è rivolto il presidente Giustetto invitando nel suo intervento i giovani medici a “mettere in campo una risorsa particolare, investire sul rapporto con i vostri pazienti. Ci vorrebbe, anche da parte del sistema formativo, un’attenzione particolare nell’insegnare la comunicazione ai medici”.

“Naturalmente – ha aggiunto – dobbiamo avere a disposizione del tempo, non solo per parlare ma per ascoltare, tempo che è sempre meno, compresso da troppe visite, carichi amministrativi e tempari rigidi”.

Tuttavia “sappiamo anche che la nostra tendenza è quella di interrompere l’interlocutore dopo appena 11 secondi. Proviamo, invece, a lasciare il tempo opportuno per raccontare una storia, descrivere una condizione o una sensazione e facciamo attenzione anche alla nostra comunicazione non verbale che spesso ci porta a non guardare il paziente in viso. La comunicazione principale passa attraverso il contatto fisico: è la dichiarazione di una vicinanza, di un’alleanza, ed esprime la volontà di accompagnare il paziente ovunque la malattia lo possa condurre”.

Autore: Redazione

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