L’Ordine dei Medici di Parma scrive al Ministero della Salute: urgono dispositivi di sicurezza

Le lungaggini burocratiche o gli intoppi strada facendo

mettono a rischio la vita di medici e operatori, oltre che dei pazienti


L’Ordine dei medici lancia un appello: a Parma mancano i dispositivi di protezione. Alla categoria serve maggior tutela sotto tutti i punti di vista. Quelli che arrivano non sono sufficienti.

Un appello che prende la forma di una lettera – inviata dal Presidente Omceo Parma Pierantonio Muzzetto al Ministro della salute Roberto Speranza – in cui si chiede di intervenire con urgenza a supporto della situazione di Parma, nell’area nord della Regione Emilia-Romagna, in questa fase epicentro dell’epidemia da COVID-19.

Muzzetto rimarca <la seria situazione della mia città, Parma, nel pieno dell’epidemia Covid-19, e la necessità d’avere adeguate protezioni per tutti coloro che oggi operano, a vario livello, per combattere questa terribile emergenza>.

Ciò che viene sottolineato con forza è che ogni giorno ci si risveglia in una situazione kafkiana. <Le Regioni, da un lato, ci dicono che sono arrivati finalmente i DPI (dispositivi di sicurezza) e, dall’altro, si scopre che ci sono problemi “centrali” di distribuzione dei presidi>. E purtroppo anche quelli ordinati direttamente dalla Regione, sembra restino bloccati nei nodi di smistamento logistico a causa di lungaggini burocratiche o si perdono nei meandri reticolari strada facendo.

Se mai fosse vera una simile evenienza, ovvero tempi di consegna dilatati colpevolmente – si afferma nella lettera – ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Fatto sta che fondatezza o meno delle ragioni causali, gli effetti sono che i dispositivi di sicurezza scarseggiano e non si vedono arrivare in modo adeguato.

L’augurio è che le voci su questi <intoppi> siano infondate, perché, altrimenti, ci ritroverebbe nella situazione storica di mandare al fronte reclute senza adeguato equipaggiamento, votate al sacrificio. <Un sacrificio evidente e sconvolgente>, scrive Muzzetto.

E oggi, <con la perdita di medici, ospedalieri e di famiglia, che con dedizione si stanno prodigando contro questo nemico invisibile, inclemente e volgare, né lei (Ministro Speranza ndr) né tantomeno noi, che rappresentiamo i medici, possiamo aspettare>.

Muzzetto ricorda ancora, in sintesi, come parlare di eroi sull’onda dell’emotività sia troppo comodo, oggi, dopo che per anni si è anche normativamente intrapreso un atteggiamento punitivo nei confronti della categoria, generalizzando sulla malasanità, e così, indirettamente e involontariamente, legittimando il sempre più crescente fenomeno della violenza nei confronti dei medici e sanitari. Si chiede dunque rispetto, considerazione e coinvolgimento nelle scelte, e soprattutto verità coniugate con quella sicurezza che da tempo si chiede, sotto ogni forma. E la forma di cui si urge adesso ha per sigla DPI.

Quello che si chiede al Ministro è che faccia ogni atto per assicurare tranquillità ai medici ora e nel dopo, al riparo anche da eventuali rivendicazioni legali (il che non stupirebbe purtroppo), a epidemia finita.

Si chiede quindi tutela al Ministro che, <da subito, faccia in modo di farci avere le protezioni necessarie, come pure consenta l’arrivo di medici e infermieri che ci sono stati promessi: ne abbiamo davvero bisogno. Il suo incedere ci fa capire che è con noi. Per cortesia ci faccia sentire la sua vicinanza con atti concreti. La nazione ce lo deve>, si conclude la lettera.

Autore: Redazione

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