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Medici e infermieri insieme per gestire la cronicità

Già nel suo intervento di apertura, Chersevani ribadisce l’importanza che FNOMCeO e IPASVI siano insieme, “perché le cronicità sono in aumento e per affrontarle occorrono nuovi modelli organizzativi”.

Citando l’articolo 66 del Codice di deontologia medica, Chersevani ha parlato della “sfida per una nuova responsabilità della professione”, visto che tutti i dati confermano che ormai si possa parlare anche di “quinta età”, mentre continua ad essere importante la distinzione tra “paziente” e “persona” e occorre rivolgersi alle persone. Richiamandosi all’articolo 20 del Codice di deontologia medica, Chersevani ha ricordato la relazione di cura perché si arriva alla cronicità non solo per l’invecchiamento della popolazione ma anche perché ci sono molte fragilità.

Concetti ripresi anche da Barbara Mangiacavalli, Presidente IPASVI, che ha espresso l’auspicio “per un percorso comune che durerà nel tempo, e questo è un fatto positivo non solo per le nostre professioni ma soprattutto per i cittadini”. Mangiacavalli ha poi detto che il Codice deontologico degli infermieri del 2009 è in fase di revisione, pur essendo un buon Codice. “Dobbiamo essere capaci di avere appropriatezza anche nell’organizzazione e di creare integrazione e interazione interprofessionali, per garantire ai cittadini continuità assistenziale e informativa”. Non a caso le introduzioni delle due Presidenti vertevano sugli aspetti deontologici della gestione della cronicità.

La prima sessione, moderata da Guido Marinoni e Musa Awad Hussein, era dedicata al Ministero della Salute. Sono intervenuti Renato Botti, direttore della Programmazione sanitaria e Rossana Ugenti, direttore delle professioni sanitarie e delle risorse umane del SSN. Botti, nel delineare il quadro generale della situazione, dal Patto per la Salute alla imminente legge di bilancio (già legge Finanziaria e poi legge di stabilità) ha detto che il Piano nazionale sulle cronicità è stato inviato alla Conferenza Stato-Regioni il 22 luglio e si è in attesa di un pronunciamento. Botti ha così sintetizzato l’Agenda delle riforme:

1) Rafforzamento delle strategie di prevenzione PNP 2014-2018/PNPV 2016-2018

2) Patto Salute 2014-2016:
      – Nuovi LEA
      – Piano Nazionale Cronicità
      – DM70/2015: riorganizzazione delle reti ospedaliere
      – Patto Sanità Digitale e FSE
      – Nuovo Sistema di Garanzia

3) Legge di Stabilità 2016:
     – Piani di efficientamento e riqualificazione delle AO/IRCCS/AOU e ASL (dal 2017)
     – Commissione Nazionale LEA e Appropriatezza
     – Responsabilità professionale, medicina difensiva e gestione rischio clinico

4) PON GOV Sanità Digitale e Servizi innovativi per la cronicità

5) Legge di bilancio 2017: allo studio gli interventi.

Del ruolo positivo delle professioni nei processi di cambiamento ha parlato Ugenti, la quale ha ribadito l’importanza del coinvolgimento di medici e infermieri su tutti i temi, compreso quello della cronicità.

Moderati da Carlo Maria Teruzzi (Monza-Brianza) e Filippo Anelli (Bari), tre relatori hanno portato tre esperienze realizzate nelle regioni Lombardia, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Gabriella Levato, medico di medicina generale, ha illustrato “La sperimentazione del CReG in Lombardia"; Vittorio Boscherini, anch’egli medico di medicina generale, ha parlato del “Chronic care model in Toscana” e Maria Pellizzari, direttore servizio aziendale professioni sanitarie AAS2 Bassa Friulana Isontina, ha tenuto la relazione “L’infermiere di comunità: un elemento strategico di welfare comunitario”.

La seconda sessione si è centrata sulla tavola rotonda sul tema “L’integrazione delle professioni nella gestione della cronicità”. Moderatori Gian Luigi Spata (Como) e Silvestro Scotti (Napoli). Sono intervenuti Roberto Carlo Rossi (Milano), Barbara Mangiacavalli, Andrea Mandelli, senatore e Presidente FOFI e Gioacchino Nicolosi, Vice Presidente di Federfarma.

Unanime l’intento di proseguire insieme il percorso. Per Mandelli, “il cittadino dev’essere posto al centro della rete che si va a costruire. Dal 2009, si è avviato un processo di trasformazione della farmacia, che è sempre più una struttura di servizi. Importante è anche il ruolo del farmacista nel verificare l’aderenza alle cure al fine di razionalizzare la spesa e ridurre gli sprechi. Il SSN va sostenuto con politiche nuove”.

Mangiacavalli, richiamandosi all’intervento introduttivo, ha detto che “la gestione della cronicità è un problema complesso. Recuperare il valore del Noi rispetto all’Io vuol dire anche il coinvolgimento dei cittadini. Il Noi è tutti insieme per costruire una rete dove non ci siano buchi dove il cittadino verrebbe a trovarsi”. Ha lamentato “una scarsa integrazione a livello territoriale tra medici e infermieri” Rossi, per il quale “tutto, anche il piano delle cronicità, deve viaggiare sull’eticità. Occorre concordare preventivamente gli indicatori (che vanno poi verificati) con tutti i soggetti interessati. Non si può fare ex post”. Nicolosi ha spiegato come “il ruolo della farmacia stia cambiando, per stare più accanto ai cittadini. Noi farmacisti vogliamo la collaborazione dei medici di famiglia, degli specialisti e degli infermieri, per far stare insieme medicina d’iniziativa e farmacia dei servizi, avendo tra gli obiettivi la riduzione degli sprechi”.

(09 settembre 2016)

A questo link è possibile scaricare le slide del Convegno.

Autore: Redazione FNOMCeO

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