Un incontro per fare il punto sul lavoro che il Ministero della Salute sta svolgendo sul tema della Medicina di Genere, sia sul versante dei progetti di Formazione e ricerca, sia nell’ambito dell’Osservatorio in linea con il Piano Nazionale, a un anno dalla firma del Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere. È quello che si è svolto ieri pomeriggio al Dicastero di Lungotevere Ripa 1 tra la Sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, l’Onorevole Fabiola Bologna, Componente della XII Commissione, Affari Sociali, della Camera dei Deputati, e una delegazione della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Per FNOMCeO erano presenti: il Presidente, Filippo Anelli, la Coordinatrice del Gruppo di Lavoro sulla Medicina di Genere, Teresita Mazzei, e Franco Lavalle, Componente della stessa Commissione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il “genere” come il risultato di criteri costruiti su parametri sociali circa il comportamento, le azioni e i ruoli attribuiti ad un sesso e come elemento portante per la promozione della salute. Pertanto, in base a tali indicazioni, definisce “medicina di genere” lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.
“Comprendere come il genere influisca sulla diagnosi, sulla risposta alle terapie e sulla sensibilità agli effetti collaterali, ma anche sull’incidenza delle patologie e sull’accesso alle cure è una questione di appropriatezza e di equità, che permette di realizzare appieno gli obiettivi di efficienza efficacia e universalità del nostro Servizio Sanitario nazionale – afferma il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -. Il medico va informato e formato sulla Medicina di genere, non solo attraverso il percorso accademico ma anche nel post lauream, in particolare attraverso l’Educazione continua in medicina. È per questo che, anche quest’anno, abbiamo accreditato un corso FAD dedicato a “La salute di genere”, che sarà fruibile sino al 31 dicembre prossimo. Ma anche l’informazione è fondamentale: presto apriremo sul nostro sito una sezione dedicate”.
Ha ormai un anno il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere. Era infatti il 13 giugno 2019 quando l’allora Ministro della Salute Giulia Grillo siglava il decreto con cui veniva adottato il Piano previsto dall’articolo 3 della Legge 3/2018. Con l’approvazione di tale Piano per la prima volta in Italia è stato inserito il concetto di “genere” nella medicina, al fine di garantire in modo omogeneo sul territorio nazionale la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.
Il Piano è nato dall’impegno congiunto del Ministero della Salute e del Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità con la collaborazione di un Tavolo tecnico-scientifico di esperti regionali in Medicina di Genere e dei referenti per la Medicina di Genere della rete degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) nonché di AIFA e AGENAS.
Oltre alla descrizione dello stato dell’arte della Medicina di Genere a livello nazionale e internazionale, il Piano indica gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per una reale applicazione di un approccio di genere in sanità nelle quattro aree d’intervento previste dalla legge:
- Percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione
- Ricerca e innovazione
- Formazione
- Comunicazione
Istituisce inoltre, presso l’Istituto Superiore di Sanità, un Osservatorio, al fine di fornire al ministro della Salute i dati da presentare annualmente alle Camere.
A cura dell’Ufficio Stampa FNOMCeO
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO