La medicina di genere: la personalizzazione della cura

L’OMCeO di Milano è diventato provider per corsi Fad Asincroni nel 2022.

Dice il Presidente Roberto Carlo Rossi: “Per l’Ordine si è trattato di un logico complemento della nostra presenza sul campo, che data ormai alcuni decenni, quale provider nazionale degli eventi ECM.”

Fra le Fad asincrone del 2022 il corso «La medicina di genere: la personalizzazione della cura» attivo con crediti Ecm fino al 31 12 22.

“Abbiamo avuto sempre un riscontro eccellente con i temi sulla MdG. – continua il presidente Rossi – In molti ci hanno spinto alla creazione di questo evento FAD dopo che la MdG, argomento da Noi già affrontato, sia in convegni residenziali, sia con una Fad sincrona, aveva stimolato l’interesse specifico tra i Colleghi.

Abbiamo scelto di offrire formazione anche a medici iscritti in altri Ordini perché informazioni e cultura non devono avere confini. Anche in questo caso il riscontro ottenuto ci ha gratificato e confermato la bontà dei nostri intendimenti.”

Va segnalato che i corsi FAD sincrone e FAD asincrone, una volta usciti dal circuito formativo Ecm restano visibili nella piattaforma dell’Ordine, come il corso del 2021 La medicina di genere nello studio del medico di famiglia.

Luciana Bovone, responsabile della Formazione per l’OMCeO di Milano presenta e conclude il corso «La medicina di genere: la personalizzazione della cura» realizzato grazie a dodici donne medico. “Ho chiamato a raccolta colleghe con le quali avevo condiviso esperienze professionali, che sapevo essere cultrici della Medicina di Genere. – dice Luciana Bovone -Hanno tutte differente estrazione, e questo nel modulo proposto è stato motivo di grande arricchimento. La nostra Fad ha contribuito a diffondere la Medicina di Genere (che preferisco chiamare Medicina genere-specifica), cultura che dovrà essere sempre più applicata nella quotidiana attività clinica e sempre più insegnata nel percorso di studi universitario.

Franca Di Nuovo nella sua introduzione invita a lavorare con un orientamento sesso-genere, perché vi siano politiche sanitarie corrette, appropriate ed eque.

Marina Pizzi nel modulo Risposta di genere ai farmaci presenta Vigibase il database dell’Oms che nel periodo 1967/2018 ha monitorato i farmaci con oltre 18 milioni di rapporti che hanno consentito di comprendere le diverse risposte ai farmaci nei due sessi.

Piera Angelica Merlini – Cardiologia e Medicina di Genere – punta ad ottenere una riduzione della mortalità cardiaca nelle donne, che rimane più alta rispetto a quella maschile, nonostante una sempre più uniforme applicazione delle linee guida, attraverso una maggiore focalizzazione sui fattori genere specifici.

Daniela Perani ha affrontato le differenze di genere nelle Malattie neurologiche, mostrando come sia grande l’interazione del sesso con tutti i fattori coinvolti nella fisiopatologia delle malattie neurologiche.

Cristina Colombo – patologie psichiatriche – ha evidenziato la prevalenza, mediamente doppia, di depressione maggiore, distimia, disturbi d’ansia nel genere femminile verso i disturbi della condotta e dell’impulsività più frequenti nel genere maschile.

Barbara Papazian ci mostra come Bpco-asma, una volta patologie appannaggio del sesso maschile oggi rilevanti anche nel sesso femminile e diverse nelle forme di manifestazione.

Patrizia Rovere Querini affronta il tema dell’Immunologia: chiave di volta per le differenze di genere sia quantitative che qualitative. Queste differenze di funzionamento del sistema immunitario si sono evidenziate con il Covid-19, malattia con diversi spettri di gravità e diversa incidenza tra uomini e donne.

Gabriella Farina ci mostra come i tumori non siano democraticamente distribuiti, essendo minore il rischio di ammalarsi e morire per le donne. Nel 2021 si è confermata per per entrambi i sessi la diminuzione già registrata negli anni passati. La mortalità rimane minore per le donne e globalmente in Italia migliore rispetto al resto dell’Europa.

Annamaria Masu ci conferma che le patologie tiroidee, spesso patologie autoimmuni, sono prevalentemente femminili con donne in età adulta molto più soggette alle malattie tiroidee rispetto agli uomini.

Valeria De Grazia ci conduce nel dolore cronico e le differenze di sesso e genere.

Il dolore cronico ha una maggiore incidenza nella popolazione femminile (56 %) in tutte le fasi della vita. La vulnerabilità femminile al dolore, spiegata da diversi meccanismi, comporta una limitazione delle abilità fisiche e delle capacità di movimento e necessita di una valutazione multidimensionale e multidisciplinare.

Roberta Gualtierotti ci introduce nella metodologia della Ricerca: è necessaria un’attenta revisione della letteratura, e il riportare sempre il sesso delle cellule, dei tessuti, degli animali o degli umani studiati. Se nella ricerca si utilizza un solo sesso, è necessario spiegarne la motivazione e discutere sempre le possibili implicazioni di sesso/genere nei propri risultati.

Luciana Bovone, nel concludere il corso, ha ricordato come sia etico superare gli stereotipi sia nel sociale sia nelle scienze mediche. Sesso o genere fanno la differenza in Medicina e lo abbiamo appreso anche dall’esperienza del Covid-19. Sempre più dobbiamo parlare di Medicina genere-specifica, perché il genere è un determinante di salute e la Medicina di Genere un obiettivo strategico per le organizzazioni sanitarie.

 

Articolo a cura di Annarita Frullini
Medica, psicoterapeuta, specialista in Ostetricia e Ginecologia

Autore: Redazione

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