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“Milioni”: la FNOMCeO presenta il nuovo spot sul valore della professione medica

“Che cosa sono milioni e milioni di notti in bianco? Niente”.

Si apre così, con l’immagine di un cielo stellato e poi con quella di una donna alla finestra che guarda un’operazione di soccorso, il nuovo spot della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, presentato oggi nel corso della Conferenza nazionale sulla Questione medica, che si è svolta a Roma al Teatro Argentina.

“Milioni” è il titolo dello spot. Milioni come i turni infiniti, come gli adempimenti burocratici, come le ore di straordinario non pagate, di ferie non fruite, le giornate passate “prigionieri di protezioni soffocanti”, le chiamate e i messaggi a qualunque ora. Le lacrime versate per chi non ce l’ha fatta. Eppure, cos’è tutto questo? “Niente – risponde la voce narrante -.  Tutto questo è niente, di fronte a una sola vita salvata”.

“Se, nonostante le carenze del sistema sanitario, i medici sono così amati, è perché sanno cosa conta davvero”: è questo il messaggio, mentre una scritta ricorda che l’80% degli italiani ha fiducia nei medici.

 “Diamo forza al lavoro dei medici – conclude la voce narrante -. Sosteniamoli. Con più risorse, più personale, più strutture. Per garantire la salute tutti”.

Abbiamo scelto un registro emozionale, coinvolgente, con immagini ad alto impatto nelle quali ciascuno, sia un medico oppure un paziente, può immedesimarsi – spiega il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -. Allo stesso tempo, queste immagini così toccanti rispecchiano la cruda realtà: già nel 2018 avevamo quantificato in mezzo miliardo di euro il valore degli straordinari effettuati dai medici ospedalieri oltre il tetto massimo, e per questo non retribuiti, e in un miliardo di euro il ‘risparmio’ dello Stato per il mancato turnover. Una situazione che ora si è aggravata, provocando un disagio profondo in tutti i medici, così come dimostrano le recenti indagini Anaao – Assomed, Cimo-Fesmed, Fimmg e la ricerca presentata oggi dall’Istituto Piepoli”.

Dopo il Covid rischia di aprirsi una vera e propria emergenza – aggiunge -. Pochi i medici negli ospedali, pochissimi sul territorio. È necessario ridare valore a una professione fondamentale per le nostre comunità per evitare quello che da molti è definito un esodo biblico dagli ospedali e dal territorio. Nel 2025 mancheranno circa 50mila medici negli ospedali e 30mila sul territorio. Secondo una recente indagine del sindacato Cimo-Fesmed, solo il 28,4% dei medici ospedalieri vorrebbe rimanere come dipendente nel Servizio Sanitario Nazionale, il resto vuole lasciare o andare all’estero. Tra le motivazioni, i carichi di lavoro eccessivi, anche in violazione della normativa europea, e la smisurata mole di burocrazia e di compiti di natura amministrativa. E poi, la scarsa considerazione del ruolo sociale, una retribuzione non commisurata alle responsabilità, cui si è sommato lo stress dovuto al Covid. Analogo risultato ci viene dallo studio Anaao-Assomed, che quantifica in 21mila gli specialisti persi dal Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi tre anni: per dimissioni volontarie, pensionamenti, invalidità al 100%, decessi. Stesso discorso sul territorio, dove i medici di famiglia in maniera sempre più significativa abbandonano il proprio incarico in anticipo rispetto all’età pensionabile e manifestano un fortissimo disagio derivante da eccessivi carichi di lavoro e da una delegittimazione mediatica senza precedenti: il 53,4% dei medici è insoddisfatto dell’organizzazione e addirittura un 83,7% dei medici non si sente sostenuto e supportato dalle istituzioni sanitarie, come testimoniato da un recente sondaggio Euromedia Research per Fimmg. I medici si trovano con un carico di lavoro enorme e improprio che necessita di un ripensamento generale, sia negli ospedali che sul territorio, dell’organizzazione del lavoro, che ha fatto il suo tempo e che non è più in grado di rispondere alle richieste di cittadini e pazienti. E a pagare il prezzo più alto sono infatti i pazienti: nel 2021 ci sono stati 60mila morti in più rispetto alla media 2015-2019. Ma non tutti sono morti di Covid: sono morti anche per tutte le patologie che sono rimaste indietro, trascurate perché i medici erano impegnati a curare, appunto, il Covid, i reparti riconvertiti, gli screening e gli interventi rimandati, come rileva l’Istat”.

“Eppure, come lo stesso sondaggio di Piepoli testimonia, i medici sono ancora una volta pronti a farsi carico di nuove incombenze, se queste possono tradursi in servizi utili e graditi ai cittadini – conclude -. Ma questa disponibilità va sostenuta: con più risorse, personale, strumenti. Perché la leggerezza con cui i medici portano sulle spalle il peso delle carenze del Servizio sanitario nazionale, tenendolo in piedi, è la forza stessa del sistema. E deve essere corroborata, supportata. Diamo forza al lavoro dei medici”.

Qui è possibile scaricare lo spot, visibile di seguito.

 

 

Ufficio Stampa e Informazione FNOMCeO
informazione@fnomceo.it
www.fnomceo.it
21/04/2022

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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