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Napoli: medici al tempo del web, i numeri della ricerca

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa prodotto dall’OMCeO di Napoli al termine del Convegno "Essere medici al tempo del Web". Inoltre, segnaliamo la video intervista a Gabriele Peperoni, Presidente dell’Ordine di Napoli, a questo link.

Comunicato stampa
Convegno Medici e web: Peperoni “Subito un’Autority per la comunicazione e la pubblicità su web in campo sanitario”

La maggioranza del mondo medico di Napoli e provincia utilizza il web, anche se permane una fascia limitata di refrattari o lontani (tra il 13% e il 25%). Circa il 35%, usa sistemi di Formazione a distanza (Fad) è abbonato a servizi a pagamento, usa il web per più di un’ora al giorno e rientra quindi in quella che viene considerata popolazione “innovativa”. Allo stesso tempo, però, anche a Napoli aumentano i pazienti che “sanno cosa fare” con internet e vanno dal medico dopo aver già consultato il parere del “Doctor-web”, in maggioranza diplomati e laureati.
Sono questi alcuni dei dati scaturiti dalla ricerca promossa dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Napoli e provincia presso i propri iscritti, presentata oggi in un convegno presso la sede ordinistica, al quale hanno partecipato oltre al presidente dell’Ordine Gabriele Peperoni, la psicologa della II Università di Napoli, Antonietta Di Conza; l’amministratore del gruppo Merqurio Salvatore Ruggiero; l’assessore regionale all’Università e ricerca scientifica Guido Trombetti; il responsabile dell’Istituto di Calcolo ad Alte Prestazioni e Reti (ICAR) CNR Giuseppe De Pietro; Giovanni Canfora direttore generale AOUP Federico II e il direttore del portale FNOMCeO Walter Gatti.
Alla ricerca hanno risposto 547 medici (517 medici e 30 odontoiatri) cioè un campione che rappresenta il 2,5% della popolazione complessiva dei Medici iscritti all’Ordine. La ricerca intendeva comprendere l’uso qualitativo del web tra i medici napoletani attraverso un questionario composto da 27 domande, sottoposto ai medici tramite il telefono, il bollettino e il sito dell’Ordine.
Alla luce dei dati emersi e degli interventi, il presidente dell’Ordine dei Medici, Gabriele Peperoni ha lanciato una proposta: “E’ necessario e urgente istituire una sorta di Autority per la comunicazione e la pubblicità sul web in campo sanitario, attivando una stretta collaborazione tra i membri dell’attuale Autority per le Comunicazioni, la Federazione degli Ordini dei Medici e il Ministero della Salute. Occorre infatti, al fine di evitare conflitti tra medici e pazienti che creerebbero solo danni alla salute degli stessi, dare i giusti strumenti ai navigatori del web per verificare l’attendibilità delle fonti”.
Se l’assessore Trombetti nell’evidenziare che scuola e università possono fare da filtro per imparare ad utilizzare meglio internet, ha anche sottolineato che la telematica deve essere strumento di supporto ma non fonte di verità assoluta, il direttore generale Canfora ha illustrato gli obiettivi del progetto di telemedicina in fase di sperimentazione presso il II Policlinico, che apre la strada ad un nuovo modello assistenziale. L’amministratore del gruppo Merqurio Ruggiero, che ha realizzato il sondaggio per conto dell’Ordine, ha approfondito gli aspetti positivi e stimolanti del web 2.0, fatto di social network, interattività, blog e forte uso del video, nel quale “l’utente non è più destinatario di informazioni ma diventa egli stesso attore, cioè interagisce con gli altri socializzando”. De Pietro del Cnr ha invece puntato la sua relazione sul cosiddetto web semantico o web 3.0, che porterà in un futuro si spera breve, ad ottenere informazioni non più casuali ma di grande qualità e coerenza rispetto alle interrogazioni dei navigatori di internet. Le conseguenze positive per la sanità potrebbero essere: miglioramento dell’assistenza, razionalizzazione, diminuzione dei costi e miglior supporto diagnostico.
Le conclusioni sono state affidate a Walter Gatti, direttore del portale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, che ha illustrato i risultati della ricerca e posto sul tavolo tre domande alla comunità medica intervenuta: la comunità medica è in grado di essere protagonista e non soggetto passivo di questa fase in cui il web diventa “terzo incomodo” nell’Atto terapeutico? Come i medici più innovativi possono essere trainanti nei confronti dei colleghi? L’università può essere strumento per corretto utilizzo del web?

18/01/2011
Ufficio Stampa Ordine dei Medici di Napoli

Autore: Redazione FNOMCeO

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