• Home
  • News
  • Oltre 15mila medici stranieri in Italia, la maggior parte lavora nel privato

Oltre 15mila medici stranieri in Italia, la maggior parte lavora nel privato

Secondo il Primo rapporto Emn (European migration network) Italia, presentato nella sede del Cnel, sono oltre 15mila i medici stranieri (prevalentemente europei ) iscritti
all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri nel nostro Paese (le donne rappresentano il 42,3% del totale). Di questi, il 52,2% opera nel Centro-Nord, il 26% nelle regioni centrali e il 18,3% nel Mezzogiorno e
nelle isole.

Diversi medici stranieri – rileva il rapporto – operano attualmente
negli ospedali pubblici come liberi professionisti retribuiti,
attraverso un sistema prolungato di collaborazioni occasionali. Prassi comune anche nel settore privato, nonostante l’assenza di
ostacoli all’assunzione di un professionista non comunitario. Nel
settore pubblico questi medici sono presenti soprattutto nei pronto
soccorso, ma la maggioranza trova inserimento nelle cliniche o negli
ambulatori privati.

Un commento a questi dati giunge da Foad Aodi, presidente dell’AMSI (Associazione Medici di origine Straniera in Italia) e consigliere dell’OMCeO di Roma: "Il 30% di coloro che hanno fatto l’università in Italia – spiega – è poi rimasto qui a lavorare,
ottenendo con il tempo la cittadinanza e la possibilità di accedere a
concorsi pubblici. La maggior parte dei ‘camici bianchi’ stranieri che
operano nel Paese, infatti, è oggi impiegata nel settore privato perché
senza la cittadinanza l’accesso al pubblico è impossibile".

"Tra qualche anno – prosegue Aodi – avremo bisogno di tanti medici, per via delle università a numero chiuso, ma al momento c’é maggiore necessita solo
di infermieri e fisioterapisti. Il vero problema oggi
resta quello dell’integrazione e delle pari opportunità, visto che
assistiamo ancora a episodi di discriminazione nei confronti di medici
stranieri".

Nella classifica dei Paesi più "rappresentati" tra i medici stranieri in Italia, troviamo Germania
(quasi 1.300 camici bianchi), Svizzera (869), Grecia (851), Iran (752),
Francia (686), Venezuela (626), Stati Uniti (618), Argentina (584),
Romania (555) e Albania (431).

Per quanto riguarda gli infermieri, invece, sono quasi 35mila (di cui 33mila professionali) i non
italiani che operano sul territorio nazionale, il che equivale a circa
il
10% del totale, anche se in alcune realtà rappresentano addirittura un
terzo della forza
lavoro (3 su 10 sono comunitari).

I più numerosi sono i rumeni con 8.500 iscritti (il 25%), seguiti dai
polacchi (3.557, pari al 10%). In questa classifica anche gli operatori "prestati" all’Italia da Svizzera, Germania, Francia e Belgio (circa 1000-2000 infermieri da ciascun Paese).  Un apporto notevole, che ha inciso per il 28% sulle nuove iscrizioni
registrate nel 2008. Il loro contributo, tuttavia, non è ancora
sufficiente per risolvere l’attuale carenza degli organici: l’Ipasvi ha
stimato che in Italia mancano almeno 71mila infermieri, soprattutto al
Sud.

Autore: Redazione FNOMCeO

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.