OMCeO Bari, Anelli scrive al Corriere del Mezzogiorno sulla “questione morale”

In data 28 dicembre, in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto in questi giorni la regione Puglia, Filippo Anelli, in qualità di presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, ha inviato una lettera aperta al direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Enzo d’Errico.

Di seguito il testo integrale della lettera.

Caro Direttore,

Le scrivo a seguito delle vicende giudiziarie che in questi giorni hanno portato la nostra Regione all’attenzione delle cronache, investendo due settori vitali della nostra organizzazione sociale, la sanità e la giustizia. Da medici e da cittadini, viviamo con grande disagio quanto sta accadendo e riteniamo che tali episodi riportino in primo piano la cosiddetta “Questione Morale”.
Credo sia dovere di tutti domandarsi le ragioni di tali comportamenti e soprattutto se rappresentino vicende occasionali o, considerato il numero degli eventi e la loro gravità, non debbano essere in qualche modo riconducibili ad un sistema sociale che non solo non li contrasta, ma in qualche maniera li tollera.
Non voglio trarne considerazioni sociologiche, che non spettano a me ma agli esperti della materia. Tuttavia, come rappresentante di una categoria professionale che ha da sempre messo alla base della propria attività l’etica, ritengo necessario ripensare i nostri comportamenti e rivedere le nostre norme deontologiche, nonché i percorsi formativi dei medici, anche sotto il profilo etico.
La revisione del Codice di Deontologia Medica, preannunciata nel Consiglio Nazionale del 17 dicembre scorso, ha l’obiettivo di ridefinire il ruolo e le funzioni del medico in una società profondamente cambiata. In tale contesto le competenze acquisite in un lungo e faticoso percorso formativo trovano la loro giustificazione solo se messe a servizio della comunità nel garantire diritti fondamentali che la nostra Costituzione mette a fondamento della nostra democrazia: il diritto alla salute, il diritto alla vita, il diritto all’autodeterminazione, il diritto alla uguaglianza e all’equità, il diritto alla libera ricerca e ad una scienza libera ed indipendente.
Fondamentale, per rendere questo processo efficace, una revisione dei processi formativi ove l’etica e la deontologia, così come l’educazione alla legalità, diventino materie di insegnamento nel corso di laurea in medicina. Cruciale, inoltre, è il ruolo degli Ordini, sia sul piano formativo, sia per l’azione disciplinare svolta nel rispetto delle norme inserite nel Codice di Deontologia Medica. Sono tanti gli Ordini Provinciali che hanno istituito scuole di etica rivolte ai propri iscritti. Ne è un’importante testimonianza la Scuola di Etica Pubblica istituita a Bari e giunta oramai al nono anno di attività. Serve però uno sforzo dell’intera collettività, perché l’azione dei medici può essere efficace solo se si inserisce in un tessuto sociale in cui i valori fondanti della nostra Repubblica siano radicati. L’insegnamento dell’educazione civica, introdotto un paio di anni fa nelle scuole di ogni ordine e grado, è un buon punto di partenza. Tuttavia, per affrontare la “Questione morale” alle sue fondamenta, serve implementare nel sistema d’istruzione un vero e proprio percorso di educazione alla legalità, come segno tangibile di cambiamento e di impegno per una società migliore.

Bari, 28 Dicembre 2021

Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari

Autore: Redazione

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