Pani, AIFA: valori e obiettivi di un’agenzia aperta

Nei giorni scorsi l’Agenzia Italiana del Farmaco ha comunicato i dati di Open Aifa, il programma di incontri pubblici realizzati dall’Agenzia del farmaco. Da gennaio 2012 a luglio 2013 in 18 giornate “aperte” sono stati realizzati 118 incontri, volti a rafforzare l’interazione istituzionale con pazienti, medici, associazioni, aziende, mondo accademico e della ricerca. Luca Pani, direttore generale dell’Aifa, ha così ricevuto e dialogato non solo con aziende, ma anche anche medici e  società scientifiche in ambito cardiovascolare, oncologico, diabetologico, endocrinologico, farmacologico e parenterale. A Pani abbiamo chiesto un commento sulle attività di Open Aifa, soprattutto sul versante del dialogo con il mondo professionale medico.

Direttore Pani: Open Aifa è un chiaro segnale di trasparenza. Perché avete avviato questo programma?
L’Agenzia ha avviato questa attività per creare una piattaforma di dialogo e credibilità per tutti gli stakeholder del mondo del farmaco. Una volta capite le regole che avevamo posto – cioè incontrare la direzione in modo libero e senza scopi di marketing o di pressione – le nostre giornate sono diventate punto di incontro su tematiche trasversali che si incrociavano gravitando sempre sui temi della salute e delle terapie. Ad esempio abbiamo registrato molti segnali di  associazioni di pazienti che ci portavano perplessità differenti di cui non avevamo mai avuto traccia. Abbiamo cercato di ascoltare avendo a cuore il SSN e il bene comune.

Avete incontrato anche le società scientifiche, una cosa non abituale per un’ageniza regolatoria…
Certo e ci siamo accorti che abitualmente il medico non dialoga con l’Agenzia e questo è sempre stato un errore reciproco. Da medico continuo ad essere convinto che io non curo utenti, bensì curo malati e malattie. Per me il punto nobile della prescrizione sta nel gesto unico del medico. Ed è un gesto che oggi può avere un valore economico di migliaia di volte differente, visto che posso prescrivere una molecola da  1 euro o da 10mila euro. Oggi il medico ha una capacità decisionale immensa. Pertanto il suo coinvolgimento nel sistema decisionale deve essere sempre più motivato e convinto.

Lei parla di “sistema decisionale”. Recentemente ha partecipato a Boston al meeting delle agenzie regolatorie del farmaco: ci sono nuovi approcci all’orizzonte per il mondo del farmaco?
Da Boston è giunta la conferma che il mondo regolatorio che conoscevamo è definitivamente tramontato. E mi riferisco alle dinamiche di relazione tra i vari attori della filiera. Il mondo è fatto di altre agenzie, di altri uomini e donne alla guida delle agenzie, di altre problematiche. Oggi il mondo della salute e del farmaco è fatto da cinque soggetti imprescindibili: industrie,  medici-prescrittori, pazienti, agenzie e pagatori. Questi sono i cinque autentici portatori di interesse. Oggi questi soggetti si siedono insieme al tavolo ed è un cambiamento epocale, perché certifica la fine delle dinamiche precedenti.

Come si può coinvolgere il mondo medico in un nuovo approccio al farmaco?
Visto che la responsabilità dell’atto economico della prescrizione è sempre più coscientemente del medico, sarebbe molto interessante approfondire gli aspetti etici della prescrizione. Se oggi a risorse limitate prescrivo 100mila euro di terapia per un melanoma, vuol forse dire che non posso prescrivere cure per un cancro alla mammella a 1000 pazienti?  E il medico deve iniziare ad interrogarsi sugli effettivi outcomes di certe terapie? Trovo che quindi possa essere estremamente importante un dialogo tra AIFA e Federazione degli Ordini proprio sui riflessi di ambito etico e deontologico delle prescrizioni e delle loro ricadute sul sistema sanitario. E quindi mi rendo disponibile ad avviarlo se i vertici della FNOM lo riterranno interessante.

Autore: Redazione FNOMCeO

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