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Patto per la Salute: accordo Governo-Regioni, dopo mesi di stallo

Alla fine di un estenuante confronto-scontro tra Governo e Regioni, venerdì scorso il Patto per la salute è diventato realtà. A chiudere l’accordo il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, visto che il Premier ha raggiunto Roma in ritardo, perché bloccato dal maltempo a Mosca. Un Patto che darà respiro alla Sanità nel triennio 2010-2012, liberando risorse aggiuntive rispetto a quelle inizialmente proposte dal Governo e che avevano irrigidito la posizione dei Presidenti delle Regioni, al punto di chiedere di trattare con il Governo soltanto nella persona del Premier. Ma venerdì pomeriggio il clima si è rasserenato, a giudicare dalle parole di Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni: “L’impegno unitario e il senso di responsabilità delle Regioni hanno permesso di riportare in un clima di leale collaborazione il rapporto con l’esecutivo. Ora – ha dichiarato Errani – ci auguriamo che agli impegni presi seguano i fatti. Rispetto alle ipotesi iniziali proposte dal Governo, l’intesa raggiunta oggi prevede un incremento del Fondo sanitario nazionale”.

Ma le cifre fanno capire meglio la portata di questo accordo: nel 2010 le risorse finanziarie ammontano a 106,2 miliardi di euro, che significa un incremento di 2,8 miliardi rispetto alla proposta iniziale del Governo. Altro incremento di 2,4 miliardi è previsto per il 2011, mentre per il 2012 ci sarà un altro aumento di 3 miliardi. Il totale dell’incremento supera gli 8 miliardi.

Altri contenuti del Patto sono spiegati così da Errani: “L’esecutivo ha poi riconosciuto il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza per il 2010 di 400 milioni e la disponibilità a rivedere le risorse per il fondo sociale, con un leggero incremento già previsto per il 2010. Rispetto a quest’ultimo tema il Governo si è comunque impegnato a distinguere nell’ambito del fondo sociale le risorse per l’Inps da quelle destinate alle Regioni. In questo modo vi sarà una certezza di disponibilità finanziarie che consentirà una migliore programmazione regionale. Sono stati poi riattivati i finanziamenti per gli investimenti in sanità, un incremento di risorse pari a 4,7 miliardi per il triennio 2010-2012 e un ampliamento delle disponibilità complessive dell’art.20 legge 67/88 (investimenti in sanità) aumentando le risorse da 23 a 24 miliardi”. La lettura ‘politica’ della valenza del Patto è così illustrata dal Presidente della Conferenza: “Si tratta di un risultato positivo che consente al servizio sanitario di affrontare con maggiore tranquillità il triennio 2010-2012, che resta comunque difficile. Ci troviamo di fronte in ogni caso ad un trend di crescita annua del finanziamento inferiore rispetto a quello tendenziale e a quello reale dei costi registrato in questi anni”.

Rispetto alle difficoltà finanziarie e di accesso ai servizi che si registrano in alcune zone del Paese, Governo e Regioni hanno assunto una responsabilità comune per sostenere l’unitarietà del servizio sanitario nazionale. “Si tratta – ha aggiunto Errani – di un altro aspetto importante dell’accordo raggiunto che riguarda le modalità e le procedure di affiancamento delle Regioni con gravi problemi finanziari o di erogazione dei servizi attraverso una più efficace redazione, valutazione e attuazione dei piani di rientro”. Come dire, c’è molto lavoro da fare e i mesi di stallo nei rapporti tra Governo e Regioni non hanno aiutato ad avviare a soluzione i problemi.

Oltre alla Sanità e al Patto della Salute, su altri due temi Governo e Regioni si sono accordati. Spiega Errani: “Abbiamo poi ribadito che la Costituzione assegna alle Regioni la competenza esclusiva in materia di turismo ed abbiamo chiesto che le scelte del Ministero debbano essere preventivamente concordate e condivise con le Regioni.
Infine – ha concluso Errani – per quanto concerne il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), le risorse per i Programmi attuativi regionali vengono confermate ed è garantita l’immediata impegnabilità per i programmi approvati”.
A fronte dell’apertura del Governo, le Regioni hanno assunto alcuni impegni: “Dobbiamo evitare di produrre deficit – ha detto Errani – Le Regioni si assumono la responsabilità di coprire eventuali deficit. La novità è che questo può avvenire o con meccanismi automatici, come addizionali e blocco del turn over, con risorse proprie” prese dal bilancio regionale.

“Oltre la soglia del 5% di deficit – ha spiegato Errani – le Regioni si impegnano a piani di rientro, che vengono valutati prima da una commissione tecnica, se il tavolo dell’Economia e della Salute verificano uno scostamento di ragione finanziaria o di ragione sanitaria. Fatta questa fotografia, a cui partecipano le Regioni, gli indirizzi per il piano di rientro, che deve fare il governatore, vengono valutati da una commissione paritetica Regioni-Governo. Se il piano di rientro non dovesse passare, “scatterà la procedura di commissariamento”.

La percezione è che comunque le Regioni debbano rimboccarsi le maniche, specialmente per mantenere il principio dell’unitarietà del Servizio sanitario nazionale. Principio che implica un riallineamento di condizioni tra Regioni che, per svariati motivi, sono in deficit e altre che invece hanno risolto la questione finanziaria. Una di queste è il Veneto che, con il Patto per la salute, non può che rafforzare la propria rete di assistenza sanitaria. Spesso portato a esempio di Regione virtuosa, il Veneto è così spiegato da Sandro Sandri, assessore alla Sanità: “L’accordo raggiunto con il Governo sugli aspetti economici del Patto per la Salute è estremamente positivo, perché consente ad una Regione virtuosa come il Veneto di continuare a mantenere un elevato livello quali-quantitativo nel suo sistema sanitario, mentre la precedente proposta del Governo (un aumento annuo del fondo sanitario dello “zero virgola”) avrebbe messo in crisi anche noi”. Sandri aggiunge: “Il Ministro Tremonti ha giustamente posto l’accento sul fatto che il Patto tenderà a dissolversi progressivamente con l’entrata in vigore dei decreti attuativi del federalismo fiscale, e questa prospettiva è fondamentale. Ma non finisce qui – aggiunge Sandri – perché importantissimo, soprattutto per il Veneto, è il rafforzamento della dotazione per gli investimenti”.

Nelle dichiarazioni a caldo di venerdì pomeriggio, la soddisfazione degli amministratori regionali, da Nord a Sud del Paese. L’importante risultato è stato sottolineato anche dal coordinatore degli assessori agli affari finanziari della Conferenza delle regioni, Romano Colozzi. “E’ passato un Patto Salute in cui lo Stato ha capito la necessità di non sottostimare il Fondo, altrimenti si mettevano a rischio i livelli essenziali di assistenza (Lea). Le Regioni – aggiunge – hanno dato la disponibilità ad aumentare la quantità dei servizi, l’efficienza e ad agire con maggiore rigore, accettando il rischio di meccanismi sanzionatori”. Quello siglato “è un Patto – conclude – della responsabilità”. Per la presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, “l’accordo sul trasferimento dei fondi per la sanità alle Regioni è frutto del lavoro delle Regioni, fatto in modo unitario e con determinazione. Il governo ha preso atto che il Fondo Sanitario era sottostimato e andava incrementato. Il nostro obiettivo era quello di raggiungere una intesa in grado di garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale”. Sia da Nord che da Sud l’intesa viene salutata con soddisfazione. “Il raggiunto accordo tra Regioni e Governo sul patto per la salute è un fatto positivo”, spiega il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. E’ positivo che dopo 4 mesi ci sia stata responsabilità da parte del Governo. Da oggi – conclude Tondo – si spera in un rapporto migliore”. Per la Regione Siciliana, l’assessore alla sanità Massimo Russo spiega: “Esprimiamo grande soddisfazione per l’accordo raggiunto: è un buon accordo. Nello specifico – aggiunge Russo – l’accordo ci consentirà la regolarizzazione dei nostri conti, terminando con successo la pesante esperienza del piano di rientro”. Soddisfatto per l’intesa anche il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto: “L’esito dell’accordo tra Governo e Regioni è ampiamente soddisfacente e va dato atto a Berlusconi di essere intervenuto per concludere una questione che si andava prolungando da tempo”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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