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Peperoni: “Salute nelle Isole del Golfo di Napoli, più vantaggi che disagi”

La salute nelle Isole del Golfo di Napoli: più vantaggi che disagi
Intervista a Gabriele
Peperoni, presidente OMCEO di Napoli e Segretario Nazionale FNOMCeO

Alla vigilia del Convegno che domani, con inizio alle ore 11, a Procida – al Conservatorio delle Orfane in Terra Murata – affronterà tutti gli aspetti de “La Sanità nelle piccole Isole”, l’Ufficio Stampa ha voluto porre alcune domande al presidente ospite, Gabriele Peperoni, su come si vive la Salute nelle Isole del Golfo di Napoli.   

La provincia di Napoli comprende molte isole, più o meno piccole, più o meno abitate, tutte con diverse realtà turistiche e di vita quotidiana: Ischia, Capri, Procida… Come cambia la sanità in relazione a tali differenze?

È vero, le isole del Golfo di Napoli sono molto, molto diverse. Procida è una piccola isola con alcune difficoltà oggettive: soprattutto, non c’è un vero e proprio Ospedale, ma solo una struttura di appoggio. Esistono otto Medici di Medicina Generale e ci sono degli ambulatori dove i vari specialisti – ginecologi, geriatri, ortopedico, neurologo, psicologo e altri per un totale di dieci specialità diverse e di  dodici medici  – visitano i pazienti per 121 ore a settimana complessive. Procida è un distretto sanitario a sé stante, ma, mancando l’Ospedale, i casi più gravi devono essere dirottati a Pozzuoli.

Cosa può dirci, invece, di Ischia?

Ischia è un grosso distretto sanitario: ha un grande poliambulatorio e un Ospedale con una serie di reparti: Ortopedia, Cardiologia, Ginecologia, Medicina dell’Emergenza e Urgenza. Ci sono quarantotto Medici di Famiglia e ventitré sanitari addetti alla Continuità Assistenziale.

E per quanto riguarda Capri?

L’isola di Capri ha una situazione intermedia: esiste una discreta sanità territoriale – con sette Medici di Famiglia, quattro Medici della Continuità Assistenziale, due Pediatri – ma il Distretto sanitario è accorpato con Napoli. C’è poi un Ospedale “leggero”, non strutturato, che comprende, cioè, solo alcuni reparti come la Radiologia e la Chirurgia.
Molti specialisti, infine, fanno visite ambulatoriali, in alcuni giorni della settimana, presso il Presidio Ospedaliero.

Gli abitanti di tali isole sono sicuramente dei “privilegiati” a livello di qualità della vita: sole, mare, clima salubre, poco traffico… Ma tutte queste realtà hanno in comune la difficoltà a garantire adeguati livelli di assistenza alla popolazione. Come si può tutelare, anche in queste condizioni, il diritto alla Salute – sancito dalla Costituzione – anche secondo il principio di Equità?

Senz’altro i benefici dovuti alle condizioni ambientali e climatiche favorevoli, almeno per le Isole del Golfo di Napoli, superano – e di molto – i disagi. Tali Isole, infatti, oltre a essere di dimensioni abbastanza grandi e con una buona Sanità sul territorio, sono molto vicine alla terraferma: a Napoli e a Pozzuoli sono presenti sistemi di idroambulanze e di elisoccorso per trasportare in Ospedale i pazienti più gravi.
 La Salute degli abitanti di queste isole è, quindi, senz’altro garantita: tanto è vero che Procida e Ischia sono tra i Comuni della Campania dove si vive più a lungo.
 Questo invecchiamento della popolazione, però, ha, a sua volta delle conseguenze sull’assetto da dare alla Sanità: nel nostro caso, non dobbiamo puntare tanto sulle emergenze, quanto sull’assistenza ai malati cronici. È necessario, quindi, sviluppare la Medicina del territorio e seguire i pazienti anziani e cronici. E in questo la Telemedicina potrà aiutarci a migliorare gli standard. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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