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Report: allarme assemblea CAO, “rischio sdoganamento lauree facili”

“C’è una situazione di oggettivo pericolo: lo sdoganamento nel nostro Paese di soggetti che hanno conseguito le cosiddette ‘lauree facili’ o in ambito europeo o in altri paesi extracomunitari. Un’autentica catastrofe fatta di falsi professionisti che potrebbero così esercitare la professione di odontoiatri a scapito di pazienti inconsapevoli e a scapito di un qualsiasi principio di legalità”. Senza mezzi termini, Giuseppe Renzo, presidente nazionale dell’assemblea CAO, denuncia un fenomeno emergente, relativamente nuovo, in via di intensificazione da quando l’UE ha allargato i suoi confini verso Est. Renzo ha scelto luogo e momento giusto per questa ennesima denuncia: Padova e il convegno “Odontoiatria italiana tra passato e futuro: dalla formazione all’aggiornamento continuo”, tenutosi sabato nella ‘città del Santo’.

Denuncia e non solo da parte di Renzo: “Il nostro obiettivo è contrastare e sconfiggere questo grave fenomeno che è dannoso non solo per la professione degli odontoiatri, ma soprattutto per i pazienti. Oggi, qui a Padova, il fatto nuovo è che siamo tutti insieme: Ordini, Ministero della Salute, Università, uniti dalla stessa finalità: bloccare le lauree di dubbia provenienza, rivisitare i corsi di laurea nell’interesse della categoria, della stessa Università, nell’interesse di tutti, rafforzare la vigilanza sul territorio da parte degli Ordini”.

E in effetti al convegno CAO di Padova e nella tavola rotonda conclusiva, il problema delle lauree facili e/o false è emerso in tutta la sua drammaticità. Marco Ferrari, parlando per l’Università, ha delineato come sia possibile intervenire sui percorsi formativi per qualificare ulteriormente la professione dell’odontoiatra, mentre Egle Parisi e Michele Nardone hanno illustrato il punto di vista del Ministero della Salute. Ma l’obiettivo è comune: contrastare il fenomeno. Egle Parisi, in particolare, ha illustrato un’ampia casistica trattata dal Ministero sul fronte delle richieste di riconoscimento di lauree prese all’estero. Paesi come la Romania o la Polonia sono la culla di questo drammatico problema, ma parecchie richieste di riconoscimento sono state bloccate, una cinquantina soltanto dalla Polonia, dove sembrerebbe esserci addirittura un popolo di plurilaureati.

Insomma, fare argine, questo è l’imperativo e l’impegno comune assunto da tutti, di fronte a una platea di presidenti e componenti delle CAO di tutta Italia, che ha condiviso la preoccupazione e l’allarme lanciato da Renzo. In effetti, nella storica lotta degli odontoiatri della FNOMCeO contro l’abusivismo e il prestanomismo in campo odontoiatrico, questo delle lauree conseguite (o comprate) all’estero pare essere un capitolo nuovo nell’era della libera circolazione in ambito UE e della globalizzazione, che ha tra i suoi effetti negativi proprio la facilitazione di fenomeni illegali, mascherati dietro una malintesa libertà di agire contro le leggi esistenti nel nostro Paese. Una sorta di globalizzazione di fenomeni delinquenziali, che, essendo oltre e contro le leggi, di fatto sono ‘fuorilegge’.

E, a margine del convegno, Claudio Cortesini, un antesignano nella lotta all’abusivismo a Roma e nel Lazio, commentava: “La tendenza da parte di alcuni soggetti di agire nell’illegalità, nell’invadere abusivamente il campo dell’odontoiatria si presenta oggi in forme nuove e con meccanismi aggiornati rispetto al passato. E’ evidente che anche nel nostro settore occorre dare una spinta perché l’Europa Unita si dia regole certe, valide per tutti, regole che gli Ordini si impegnano a far rispettare a livello territoriale”.

Ma ci sono altre insidie sul cammino degli odontoiatri: alcune di tipo legislativo e normativo a livello UE, come ha spiegato Valerio Brucoli, altre che sono il risultato di mentalità errate e di errate concezioni del concetto di salute da parte dei cittadini che diventano pazienti non tanto e non solo per una patologia, ma per quelli che Pippo Renzo ha definito ‘falsi bisogni’: “E’ un falso bisogno ricorrere all’odontoiatra soltanto per problemi estetici, che, a volte, assumono un’importanza maggiore rispetto ai problemi reali che sono altri, che sono, appunto, i bisogni reali riconducibili a un bisogno di salute o di funzionalità della masticazione. E poi – ha aggiunto Renzo – occorre ben valutare l’impatto delle nuove tecnologie e della strumentazione: tutto ciò che è innovativo è da salutare in maniera positiva, purché del tecnicismo si sappia fare il giusto uso. Altrimenti il rischio è che noi stessi diventiamo tecnici o supertecnici e il tecnicismo eccessivo rischia di prendere il sopravvento sulla professione, sull’essere odontoiatri”.

La prossima tappa dell’Assemblea CAO sarà la continuazione dei percorsi tracciati, a metà dicembre a Roma.

Autore: Redazione FNOMCeO

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