Cinque anni dopo, i medici europei tornano a Sanremo. Era l’aprile del 2005 quando per la prima volta la FNOMCeO invitava gli Ordini professionali del Continente a confrontarsi sull’ipotesi di un Codice deontologico comune. Due giorni di lavoro sfociati nella Carta di Sanremo, un documento presentato in quella sede da Aldo Pagni, che, sottolineando alcuni punti “propedeutici” a un successivo approfondimento (autonomia, indipendenza e responsabilità dei medici, consenso e libertà di cura dei cittadini, formazione professionale continua…..) riaffermava con forza che “l’identità culturale di una Europa unitaria in un mondo globalizzato non può sperare in uno sviluppo sostenibile fondato soltanto sulla pur indispensabile integrazione economica e politica dei Paesi che ne fanno parte, o su interventi burocratici di dubbia efficacia e legittimità, ma reclama l’impegno indispensabile e la valorizzazione culturale, intellettuale e civile dei valori e dei principi comuni della professione medica”.
Un impianto poderoso, nato nel periodo della Direttiva europea Zappalà sulla libera circolazione delle professioni intellettuali. Ora i medici europei, come già anticipato, tornano in Riviera per confrontarsi di nuovo sui temi deontologici con la Consensus conference “La deontologia medica nella prospettiva della libera circolazione dei pazienti in Europa”, proposta dal Comitato Centrale FNOMCeO, appuntamento di “risonanza europea”, come sottolineato in una recente intervista da Nicolino D’Autilia (leggi qui), coordinatore dell’Ufficio estero della Federazione. Ancora una volta il “padrone di casa” è il presidente OMCeO di Imperia, Francesco Alberti. A lui abbiamo chiesto di raccontare lo spirito con cui si aprono i battenti su questo appuntamento.
Presidente, dopo cinque anni, Sanremo è di nuovo luogo di riflessione sulla deontologia medica in ambito europeo. La città e il suo Ordine si sono affezionati a questi temi?
Direi proprio di si, e ne siamo orgogliosi. Ricordo che prima del 2005 si parlava di codice deontologico in diverse sedi, ma in modo frammentato e non unitario e non era mai affrontata l’idea di una eventuale condivisione di tematiche per un codice europeo. In questo senso il Convegno del 2005– e il titolo stesso “Codice deontologico europeo: utopia o realtà” andava in questa direzione – volle essere un segnale verso la costituzione di un codice europeo di medici e odontoiatri che pur nel rispetto delle diversità ideologiche, politiche e religiose potesse almeno identificare argomenti comuni a tutti i professionisti. Che tutto questo avvenisse proprio nelle “mie terre” ha riempito di orgoglio me e i colleghi di Imperia…
Provando a tradurre il documento del 2005: era una piattaforma comune? E’ questo che ha cercato di essere la Carta di Sanremo?
Si, esatto: non un “codice”, ma una piattaforma di base, un documento di riferimento. Se osservo oggi la Carta di Sanremo da presidente di Ordine molto impegnato sul versante del dialogo transfrontaliero, vedo che è composta da una serie di riferimenti e riflessioni su formazione, privacy e informazione, che possono essere viste come un decalogo riflessivo. Punti attorno ai quali costruire un cammino successivo. E sono punti che mi hanno accomunato in modo nuovo ai colleghi francesi con cui il dialogo trasfrontaliero è abituale.
Il ritorno a Sanremo avviene quindi nella logica della continuità…
Assolutamente si: continuità con quel messaggio iniziale. Obiettivo odierno è riprendere in seria considerazione quei temi, osservare dove li abbiamo portati attualizzandoli, analizzare l’emergenza di nuove problematiche.
Lei ha parlato di obiettivi: quale è la sua speranza come “padrone di casa”?
La mia speranza, come presidente dell’OMCeO che ospita i lavori, è che ancora una volta Sanremo leghi il suo nome a un approfondimento serio e a un documento finale condiviso capace di essere riferimento per il futuro. Sono certo che questo avverrà perché l’obiettivo che la FNOMCeO si è prefissata, attraverso l’indicazione autorevole del Presidente e del Coordinatore dell’Ufficio Estero, è quello di stabilire sulla base di 4-5 argomenti, gli indirizzi comuni europei, lavorando sugli stessi e arrivando ad un forte documento finale che verrà presentato sabato come termine della Consensus conference.
Osservando l’agenda di Sanremo, tra i temi che risaltano ci sono anche doping e pubblicità…
Sono due dei temi più interessanti della Conference: argomenti mai trattati in maniera organica e specifica in un dibattito europeo, soprattutto quello del doping e sport, fortemente voluto da Amedeo Bianco. Essendo noi professionisti della salute dobbiamo tener alta la l’attenzione verso i giovani e la prevenzione di comportamenti non salubri. Questo si incrocia con il dato di fatto che l’ansia di performance porta ormai troppo spesso all’uso di sostanze che amplificano il risultato fisico-sportivo producendo però squilibri fisiologici tremendi. Anche su questo, quindi, ci aspettiamo di produrre un lavoro importantissimo, a disposizione di tutta la società civile europea.
Autore: Redazione FNOMCeO